Pagina:Vita di Dante (Tiraboschi).djvu/9: differenze tra le versioni

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''Parisiis (loc. cit.)''. E riguardo a Bologna, altrove così ha Benvenuto. ''Auctor notaverat istum actum, quum esset juvenis Bononiæ in studio'' (ib. p. 1135. E vuolsi avvertire che, benchè il {{AutoreCitato|Giovanni Villani|Villani}} sia più antico, e perciò più autorevole di Benvenuto, questi però, essendo stato, come egli stesso ci dice (ib. pag. 1083.), per dieci anni in Bologna, ed avendo ivi letta pubblicamente la Commedia di Dante, doveva di ciò essere meglio istruito che non il Villani e il {{AutoreCitato|Giovanni Boccaccio|Boccaccio}}. Inoltre lo stesso Benvenuto ci narra altrove (ib. p. 1085), che Dante conobbe in Bologna il miniatore Oderigi da Gubbio. Or questi era già morto, come abbiamo provato (''St. della Lett. It.'' t.4.p.469.), l’anno 1300, innanzi all’esilio di Dante e convien dire perciò, che Dante prima del detto anno fosse stato in Bologna. Ella è però cosa strana, che autori vissuti nel secolo stesso di Dante, quai sono il Boccaccio, il Villani, e Benvenuto da Imola, sien tanto discordi ne’ lor racconti. Ma qualunque fosse il luogo, in cui Dante attese agli studi, è certo ch’ei coltivolli con successo soprammodo felice, come le opere da lui scritte ci manifestano. Da se medesimo apprese le leggi della poesia italiana, come egli stesso ci accenna (''{{TestoCitato|Vita nuova|Vita nuova}}'' t. 4. dell’''Op. ed. Zatta'' p.7.); ma la sua
''Parisiis'' (''loc. cit.''). E riguardo a Bologna, altrove così ha Benvenuto. ''Auctor notaverat istum actum, quum esset juvenis Bononiæ in studio'' (ib. p. 1135. E vuolsi avvertire che, benchè il {{AutoreCitato|Giovanni Villani|Villani}} sia più antico, e perciò più autorevole di Benvenuto, questi però, essendo stato, come egli stesso ci dice (ib. pag. 1083.), per dieci anni in Bologna, ed avendo ivi letta pubblicamente la Commedia di Dante, doveva di ciò essere meglio istruito che non il Villani e il {{AutoreCitato|Giovanni Boccaccio|Boccaccio}}. Inoltre lo stesso Benvenuto ci narra altrove (ib. p. 1085), che Dante conobbe in Bologna il miniatore Oderigi da Gubbio. Or questi era già morto, come abbiamo provato (''St. della Lett. It.'' t. 4. p. 469.), l’anno 1300, innanzi all’esilio di Dante e convien dire perciò, che Dante prima del detto anno fosse stato in Bologna. Ella è però cosa strana, che autori vissuti nel secolo stesso di Dante, quai sono il Boccaccio, il Villani, e Benvenuto da Imola, sien tanto discordi ne’ lor racconti. Ma qualunque fosse il luogo, in cui Dante attese agli studi, è certo ch’ei coltivolli con successo soprammodo felice, come le opere da lui scritte ci manifestano. Da se medesimo apprese le leggi della poesia italiana, come egli stesso ci accenna (''{{TestoCitato|Vita nuova|Vita nuova}}'' t. 4. dell’''Op. ed. Zatta'' p. 7.); ma la sua

Versione delle 05:16, 3 apr 2015

4 VITA DI DANTE.

Parisiis (loc. cit.). E riguardo a Bologna, altrove così ha Benvenuto. Auctor notaverat istum actum, quum esset juvenis Bononiæ in studio (ib. p. 1135. E vuolsi avvertire che, benchè il Villani sia più antico, e perciò più autorevole di Benvenuto, questi però, essendo stato, come egli stesso ci dice (ib. pag. 1083.), per dieci anni in Bologna, ed avendo ivi letta pubblicamente la Commedia di Dante, doveva di ciò essere meglio istruito che non il Villani e il Boccaccio. Inoltre lo stesso Benvenuto ci narra altrove (ib. p. 1085), che Dante conobbe in Bologna il miniatore Oderigi da Gubbio. Or questi era già morto, come abbiamo provato (St. della Lett. It. t. 4. p. 469.), l’anno 1300, innanzi all’esilio di Dante e convien dire perciò, che Dante prima del detto anno fosse stato in Bologna. Ella è però cosa strana, che autori vissuti nel secolo stesso di Dante, quai sono il Boccaccio, il Villani, e Benvenuto da Imola, sien tanto discordi ne’ lor racconti. Ma qualunque fosse il luogo, in cui Dante attese agli studi, è certo ch’ei coltivolli con successo soprammodo felice, come le opere da lui scritte ci manifestano. Da se medesimo apprese le leggi della poesia italiana, come egli stesso ci accenna (Vita nuova t. 4. dell’Op. ed. Zatta p. 7.); ma la sua