Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu/41: differenze tra le versioni

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Versione delle 00:29, 1 mar 2016

32 atto secondo.

     Amor ſeruo de l’oro, è il maggior mastro,
     70Et il più abominabile, e il più ſozzo,
     Che produca la terra, o’l mar frà l’onde.
     Ma, perche in van mi lagno? Uſa ciaſcuno
     Quell’armi, che gli hà date la natura
     Per ſua ſalute: Il Ceruo adopra il corſo,
     75Il Leone gli artigli, il bauoſo
     Cinghiale il dente: e ſon potenza, & armi
     De la donna, Bellezza, e Leggiadria:
     Io, perche non per mia ſalute adopro
     La violenza, ſe mi fè Natura.
     80Atto à far violenza, & à rapire?
     Sforzerò, rapirò quel che coſtei
     Mi niega, ingrata, in merto de l’amore:
     Che, per quanto un caprar testè mi ha detto,
     Ch’oſſeruato hà ſuo stile, ella hà per uſo
     85D’andar ſouente à rifreſcarſi à un fonte:
     E moſtrato m’hà il loco. iui io diſegno
     Trà i ceſpugli appiattarmi, e trà gli arbuſti,
     Et aspettar ſin che vi venga: e, come
     Veggia l’occaſion, correrle adoſſo.
     90Qual contrasto col corſo, ò con le braccia,
     Potrà fare una tenera fanciulla
     Contra me, sì veloce, e sì poſſente?
     Pianga, e ſospiri pure, uſi ogni sforzo
     Di pietà, di bellezza, che, s’io poßo
     95Queſta mano rauuoglierle nel crine,
     Indi non partirà, ch’io pria non tinga
     L’armi mie per vendetta nel ſuo ſangue.


     Amor servo de l’oro, è il maggior mastro,
     70Ed il più abominabile, e il più sozzo,
     Che produca la terra, o’l mar fra l’onde.
     Ma, perché in van mi lagno? Usa ciascuno
     Quell’armi, che gli ha date la natura
     Per sua salute: Il Cervo adopra il corso,
     75Il Leone gli artigli, il bauoso
     Cinghiale il dente: e son potenza, ed armi
     De la donna, Bellezza, e Leggiadria:
     Io, perché non per mia salute adopro
     La violenza, se mi fe’ Natura.
     80Atto a far violenza, ed a rapire?
     Sforzerò, rapirò quel che costei
     Mi niega, ingrata, in merto de l’amore:
     Che, per quanto un caprar testé mi ha detto,
     Ch’osservato ha suo stile, ella ha per uso
     85D’andar sovente a rifrescarsi a un fonte:
     E mostrato m’ha il loco. Ivi io disegno
     Tra i cespugli appiattarmi, e tra gli arbusti,
     Et aspettar sin che vi venga: e, come
     Veggia l’occasion, correrle adosso.
     90Qual contrasto col corso, a con le braccia,
     Potrà fare una tenera fanciulla
     Contra me, sì veloce, e sì possente?
     Pianga, e sospiri pure, usi ogni sforzo
     Di pietà, di bellezza, che, s’io posso
     95Questa mano ravvoglierle nel crine,
     Indi non partirà, ch’io pria non tinga
     L’armi mie per vendetta nel suo sangue.