Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/265: differenze tra le versioni

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<poem>{{smaller|Pag. 220.}}{{spazi|10}}{{§|magnanimos|[[Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte quarta. Discordia finale/25. A Celio - LVIII Ad Caelium#magnanimos|''Glubit magnanimos Remi nepotes.'']]}}</poem>
<poem>{{smaller|Pag. 220.}}{{spazi|10}}{{§|magnanimos|[[Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte quarta. Discordia finale/25. A Celio - LVIII Ad Caelium#magnanimos|''Glubit magnanimos Remi nepotes.'']]}}</poem>


Cosi il {{Ac|Antonio Partenio|Partenio}}, il {{Ac|Marc-Antoine Muret|Mureto}}, lo {{Ac|Achille Stazio|Stazio}} e il {{Ac|Karl Lachmann|Lachmanno}}; il {{Ac|Gerardo Giovanni Vossio|Vossio}}, ''magnanimi,'' col favore dei MS, che hanno ''magna admiremini.'' Certo l’epiteto di magnanimo si può convenire a Remo, cui la magnanimità, si crede, esser stata fatale; ma qui non si tratta di Remo, ma bensì dei suoi discendenti degeneri, che si fanno straccare e spogliare da Lesbia per le vie e per le piazze; e l’aggettivo di ''magnanimi'' dato a loro in tal punto e per tal bravura e con tal’amara ironia, esprime tutto il disprezzo che sente il poeta per tutta quella bordaglia, a cui la sua donna si prodigava vilmente.
Cosi il {{Ac|Antonio Partenio|Partenio}}, il {{Ac|Marc-Antoine Muret|Mureto}}, lo {{Ac|Achille Stazio|Stazio}} e il {{Ac|Karl Lachmann|Lachmanno}}; il {{Ac|Isaac Vossius|Vossio}}, ''magnanimi,'' col favore dei MS, che hanno ''magna admiremini.'' Certo l’epiteto di magnanimo si può convenire a Remo, cui la magnanimità, si crede, esser stata fatale; ma qui non si tratta di Remo, ma bensì dei suoi discendenti degeneri, che si fanno straccare e spogliare da Lesbia per le vie e per le piazze; e l’aggettivo di ''magnanimi'' dato a loro in tal punto e per tal bravura e con tal’amara ironia, esprime tutto il disprezzo che sente il poeta per tutta quella bordaglia, a cui la sua donna si prodigava vilmente.




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<poem>{{smaller|Pag. {{ec|220|222}}.}}{{spazi|10}}{{§|numine|[[Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte quarta. Discordia finale/26. A sè stesso - LXXVI Ad seipsum#numine|''Divum ad fallendos numine abusum homines.'']]}}</poem>
<poem>{{smaller|Pag. {{ec|220|222}}.}}{{spazi|10}}{{§|numine|[[Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte quarta. Discordia finale/26. A sè stesso - LXXVI Ad seipsum#numine|''Divum ad fallendos numine abusum homines.'']]}}</poem>


''Numine'' legge il {{Ac|Palladio Negri|Fusco}}, il {{Ac|Antonio Partenio|Partenio}} e i migliori codici: ''nomine'' il {{Ac|Gerardo Giovanni Vossio|Vossio}}, perch’è volgare, egli dice: ''pueros talis, viros jurejurando optime falli.''<section end="va26" />
''Numine'' legge il {{Ac|Palladio Negri|Fusco}}, il {{Ac|Antonio Partenio|Partenio}} e i migliori codici: ''nomine'' il {{Ac|Isaac Vossius|Vossio}}, perch’è volgare, egli dice: ''pueros talis, viros jurejurando optime falli.''<section end="va26" />

Versione delle 12:53, 13 mar 2016


VARIANTI. 259

LVIII.


Pag. 220.          Glubit magnanimos Remi nepotes.

Cosi il Partenio, il Mureto, lo Stazio e il Lachmanno; il Vossio, magnanimi, col favore dei MS, che hanno magna admiremini. Certo l’epiteto di magnanimo si può convenire a Remo, cui la magnanimità, si crede, esser stata fatale; ma qui non si tratta di Remo, ma bensì dei suoi discendenti degeneri, che si fanno straccare e spogliare da Lesbia per le vie e per le piazze; e l’aggettivo di magnanimi dato a loro in tal punto e per tal bravura e con tal’amara ironia, esprime tutto il disprezzo che sente il poeta per tutta quella bordaglia, a cui la sua donna si prodigava vilmente.




LXXVI.


Pag. 220.          Divum ad fallendos numine abusum homines.

Numine legge il Fusco, il Partenio e i migliori codici: nomine il Vossio, perch’è volgare, egli dice: pueros talis, viros jurejurando optime falli.