Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/105: differenze tra le versioni

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demente si difese. Venne poscia Tanno 490 in poler de’Greci;
{{Pt|demente|gagliardemente}} si difese. Venne poscia l’anno 490 in poter de’Greci;
la più parte ingenerali dall’abuso del pensiero astratto, e dal fèrvido
<ref follow="pag98">la più parte ingenerali dall’abuso del pensiero astratto, e dal fervido acutissimo ingegno.<br />
{{spazi|3}}Oltre alla discorsa preminenza del pensiero astratto e riflesso, un’altra proprietà s’ha a notare nella virtù intellettuale de’ nostri, sendo che nuova impronta n’ha profondamente avuto la lor letteratura, e di molti fatti ne son dichiarati. Le giudiziose menti dei
acutissimo ingegno.
Oltre alla discorsa prenniaenza del pensiero astratto e riflesso,
un’altra proprietà s’ha a notare nella virtù intelleiluale de’ nostri,
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Napolitani han saputo dubitare quando si dovea, e lo attestino i
Napolitani han saputo dubitare quando si dovea, e lo attestino i
filosofi e i fisici del sedicesimo secolo e i cartesiani del diciottesimo, ma sopra lutii il Vico, che dì tanto precorse il Niebhur -,
filosofi e i fisici del sedicesimo secolo e i cartesiani del diciottesimo, ma sopra tutti il {{AutoreCitato|Vico|Giambattista Vico}}, che dì tanto precorse il {{AutoreCitato|Niebhur|Barthold Georg Niebuhr}}; pur non sono state mai scettiche affatto, o per meglio dire ''negativamente'', come quelle che avean fidanza nella feconda virtù della scienza, e bisogno di aspirare e di attenersi ad alcun reale obbietto. Onde il negativo criticismo non ha potuto allignare fra Napolitani, e come più tosto han distrutto ciò ch’avean per falso,
pur non sono state mai sceniche alFatto ^ o per megliOf dire negativamente, come quelle che avean fidanza nella feconda virtù della
scienza, e bisogno di aspirare e di attenersi ad alcun reale obbietto.
Onde il negativo criticismo non ha potuto allignare fra Napolitani, e come più tosto han distrutto ciò eh* avean per falso,
sonosi adoperati a ricostruire in cambio altre teoriche. Come fecero
sonosi adoperati a ricostruire in cambio altre teoriche. Come fecero
parecchi nostri pensatori, ed in tempi a noi più vicini il Vico nella
parecchi nostri pensatori, ed in tempi a noi più vicini il Vico nella
sua scienza istorica. Per contrario, non pure i filosofi, ma tutti i nostri scrittori sono stati inchinevolissimi al dommatismo, e stimiamo sia avvenuto per una gran forza intellettiva, che, aiutandosi dell’immaginazione, ha loro appresentato vivissimi a un tempo e saldi concetti, ed anche per quell’ardita individualità loro, di che avanti è discorso. Quindi seguitò un affermar pronto e sicuro, una ritrosa indole, poca o niuna temperanza nella disputa, e violentissime confutazioni.<br />
sua scienza isterica. Per contrario, non pure i fì,losofi, ma tutti
{{spazi|3}}E ciò basti dell’indole dell’intelletto de’ Napolitani. Dell’immaginativa assai poche cose abbiamo a dire, e solo in tanto che risguardano le scienze e la poesia, dappoichè le arti del disegno e la
i nostri scrittori sono» slati inchinevolissimi al dommatismo, e stimiamo
sia avvenuto per una gran forza intellettiva^ che, aiutandosi
dell’immaginazione, ha loro appresentato vivissimi a un lenir
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di che avanti è discorso. Quindi seguilo un affermar pronto e sicuro, una ritrosa indole, poca o niuna temperanza nella disputa,
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E ciò basti dell’indole dell’intelletto de’ Napolitani^ Bell’immaginativa
assai poche cose abbiamo a dire, e solo in tanto che risguardano
le scienze e la poesia, dappoiché le arti del disegno e la
musica si dilungano dal proposito nosiro. Fervidissima, siccome in
musica si dilungano dal proposito nosiro. Fervidissima, siccome in
ogni popolo del mezzodì, è la fantasia de’ Napolitani ^ pur nelle
ogni popolo del mezzodì, è la fantasia de’ Napolitani; pur nelle
lettere la immagi nazion loro, con che intendiamo la creatrice facoltà
lettere la immaginazion loro, con che intendiamo la creatrice facoltà
artistica, si è dimostrata poco larga e poco snella e franca. Lasciando ora dall’un de’ lati le disadatte condizioni in che sono eglino stati, le quali han dovuto, più d’ogni altra, deprimere quella sola arte che non è muta, noi stimiamo ed affermiamo ancor questa volta che l’impedimento sopratutto è provvenuto dal pensiere astratto e riflesso; il quale ben potè consentire alla lirica</ref>
artistica, si è dimostrata poco larga e poco snella e franca.
Lasciando ora dall’un de’ lati le disadatte condizioni in che sono
eglino stati, le quali han dovuto, più d’ogni altra, deprimere
quella sola arte che non è muta, noi stimiamo ed affermiamo ancor
questa volta che l’impedimento sopratutto è provvenuto dal pensiere
astrailo e riflesso*, il quale ben potè consentire alla lìrica

Versione delle 18:21, 9 apr 2016


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demente si difese. Venne poscia l’anno 490 in poter de’Greci;

    la più parte ingenerali dall’abuso del pensiero astratto, e dal fervido acutissimo ingegno.
       Oltre alla discorsa preminenza del pensiero astratto e riflesso, un’altra proprietà s’ha a notare nella virtù intellettuale de’ nostri, sendo che nuova impronta n’ha profondamente avuto la lor letteratura, e di molti fatti ne son dichiarati. Le giudiziose menti dei Napolitani han saputo dubitare quando si dovea, e lo attestino i filosofi e i fisici del sedicesimo secolo e i cartesiani del diciottesimo, ma sopra tutti il Giambattista Vico, che dì tanto precorse il Barthold Georg Niebuhr; pur non sono state mai scettiche affatto, o per meglio dire negativamente, come quelle che avean fidanza nella feconda virtù della scienza, e bisogno di aspirare e di attenersi ad alcun reale obbietto. Onde il negativo criticismo non ha potuto allignare fra Napolitani, e come più tosto han distrutto ciò ch’avean per falso, sonosi adoperati a ricostruire in cambio altre teoriche. Come fecero parecchi nostri pensatori, ed in tempi a noi più vicini il Vico nella sua scienza istorica. Per contrario, non pure i filosofi, ma tutti i nostri scrittori sono stati inchinevolissimi al dommatismo, e stimiamo sia avvenuto per una gran forza intellettiva, che, aiutandosi dell’immaginazione, ha loro appresentato vivissimi a un tempo e saldi concetti, ed anche per quell’ardita individualità loro, di che avanti è discorso. Quindi seguitò un affermar pronto e sicuro, una ritrosa indole, poca o niuna temperanza nella disputa, e violentissime confutazioni.
       E ciò basti dell’indole dell’intelletto de’ Napolitani. Dell’immaginativa assai poche cose abbiamo a dire, e solo in tanto che risguardano le scienze e la poesia, dappoichè le arti del disegno e la musica si dilungano dal proposito nosiro. Fervidissima, siccome in ogni popolo del mezzodì, è la fantasia de’ Napolitani; pur nelle lettere la immaginazion loro, con che intendiamo la creatrice facoltà artistica, si è dimostrata poco larga e poco snella e franca. Lasciando ora dall’un de’ lati le disadatte condizioni in che sono eglino stati, le quali han dovuto, più d’ogni altra, deprimere quella sola arte che non è muta, noi stimiamo ed affermiamo ancor questa volta che l’impedimento sopratutto è provvenuto dal pensiere astratto e riflesso; il quale ben potè consentire alla lirica