Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu/59: differenze tra le versioni

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<section begin="v1" />{{pr1}}<poem>
5o ATTO TERZO.
Aminta con un dardo, che tenea
<i>Aminta con un dardo, che tenea
Ne la man destra, al Satiro auuentossi
Ne la man deſtra, al Satiro auuentoſſi
Come un Leone 3 ft) io fiÀ tanto pieno
{{R|70}}Come un Leone, & io frà tanto pieno
M’hauea di fajji il grembo 3 onde fuggijji.
M’hauea di ſaſſi il grembo, onde fuggiſſi.
Come la fuga de l’altro conceffe
Come la fuga de l’altro conceſſe
Spatio à lui di mirare: egli riuolfe
Spatio à lui di mirare: egli riuolſe
1 cupidi occhi in quelle membra belle 3
I cupidi occhi in quelle membra belle,
Che 3 come fuole tremolare il latte 3
{{R|75}}Che, come ſuole tremolare il latte,
Ne’ giunchi 3 fi parean morbide 3 e bianche.
Ne’ giunchi, ſi parean morbide, e bianche.
E tutto l ’-vidi sfnuillar nel <~oifo s
E tutto’l vidi sfauillar nel viſo;
Pofcia accofloffi pianamente à lei
Poſcia accoſtoſſi pianamente à lei
Tutto mode fio ì e dijfe: 0 bella Siluia >
Tutto modesto, e diſſe: Ò bella Siluia
Perdona à quefle man 3 fe troppo ardire
{{R|80}}Perdona à queſte man, ſe troppo ardire
E l’appreffarfi à le tue dolci membra 3
È l’appreſſarſi à le tue dolci membra,
Perche necefjìtà dura le sformai
Perche neceſſità dura le sforza;
Neceſſità di ſcioglier questi nodi:
Neceffità di fc ’toglier queHi nodi:
Ne quefla grafia 3 che fortuna ’vuole ^
Nè queſta gratia, che fortuna vuole
Conceder loro 3 tuo mal grado fio-».
{{R|85}}Conceder loro, tuo mal grado ſia.</i>
Ch. Tavole d’ammollir rvn cor di faffo.
{{pr2|Ch.}}<i>Parole d’ammollir un cor di ſaſſo.
Ma3 che rifpofi allhor? Tir. àquila riff>ofe3
Ma, che riſpoſi allhor?</i>{{spazi|5}}Tir.{{spazi|5}}<i>Nulla rispoſe,
Ma diſdegnoſa, e vergognoſa, à terra
Ma dtfdegnofa 3 e mergognoft 3 a terra
Chinaua il rvifo 3 e‘l delicato feno 3
Chinaua il viſo, e’l delicato ſeno,
Quanto potea torcendofi3 celauas.
{{R|90}}Quanto potea torcendoſi, celaua.
Egli 3 fàttoji manzi 3 il biondo crine
Egli, fattoſi inanzi, il biondo crine
Cominciò à fuiluppare 3 e dijfe in tanto:
Cominciò à ſuiluppare, e diſſe in tanto:
Già di nodi bei non era degno
Già di nodi ſì bei non era degno
Cofi ruuido tronco: hor 3 che nvantaggio
Coſi ruuido tronco: hor, che vantaggio
Hanno i ferui d’Amor? fe lor commune
{{R|95}}Hanno i ſerui d’Amor? ſe lor commune</i>
</poem>{{pr3}}<section end="v1" />
E con


<section begin="v2" />{{pr1}}<poem>
<i>Aminta con un dardo, che tenea
Ne la man destra, al Satiro avventossi
{{R|70}}Come un Leone, ed io fra tanto pieno
M’avea di sassi il grembo, onde fuggissi.
Come la fuga de l’altro concesse
Spazio a lui di mirare: egli rivolse
I cupidi occhi in quelle membra belle,
{{R|75}}Che, come suole tremolare il latte,
Ne’ giunchi, sì parean morbide, e bianche.
E tutto’l vidi sfavillar nel viso;
Poscia accostossi pianamente a lei
Tutto modesto, e disse: O bella Silvia
{{R|80}}Perdona a queste man, se troppo ardire
È l’appressarsi a le tue dolci membra,
Perché necessità dura le sforza;
Necessità di scioglier questi nodi:
Né questa grazia, che fortuna vuole
{{R|85}}Conceder loro, tuo mal grado sia.</i>
{{pr2|Ch.}}<i>Parole d’ammollir un cor di sasso.
Ma, che risposi allor?</i>{{spazi|5}}Tir.{{spazi|5}}<i>Nulla rispose,
Ma disdegnosa, e vergognosa, a terra
Chinava il viso, e’l delicato seno,
{{R|90}}Quanto potea torcendosi, celava.
Egli, fattosi inanzi, il biondo crine
Cominciò a sviluppare, e disse in tanto:
Già di nodi sì bei non era degno
Così ruvido tronco: or, che vantaggio
{{R|95}}Hanno i servi d’Amor? Se lor commune</i>
</poem>{{pr3}}<section end="v2" />
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Versione delle 21:38, 19 apr 2016

50 atto terzo.

     Aminta con un dardo, che tenea
     Ne la man deſtra, al Satiro auuentoſſi
     70Come un Leone, & io frà tanto pieno
     M’hauea di ſaſſi il grembo, onde fuggiſſi.
     Come la fuga de l’altro conceſſe
     Spatio à lui di mirare: egli riuolſe
     I cupidi occhi in quelle membra belle,
     75Che, come ſuole tremolare il latte,
     Ne’ giunchi, ſi parean morbide, e bianche.
     E tutto’l vidi sfauillar nel viſo;
     Poſcia accoſtoſſi pianamente à lei
     Tutto modesto, e diſſe: Ò bella Siluia
     80Perdona à queſte man, ſe troppo ardire
     È l’appreſſarſi à le tue dolci membra,
     Perche neceſſità dura le sforza;
     Neceſſità di ſcioglier questi nodi:
     Nè queſta gratia, che fortuna vuole
     85Conceder loro, tuo mal grado ſia.

     Ch.Parole d’ammollir un cor di ſaſſo.
     Ma, che riſpoſi allhor?
     Tir.     Nulla rispoſe,
     Ma diſdegnoſa, e vergognoſa, à terra
     Chinaua il viſo, e’l delicato ſeno,
     90Quanto potea torcendoſi, celaua.
     Egli, fattoſi inanzi, il biondo crine
     Cominciò à ſuiluppare, e diſſe in tanto:
     Già di nodi ſì bei non era degno
     Coſi ruuido tronco: hor, che vantaggio
     95Hanno i ſerui d’Amor? ſe lor commune


     Aminta con un dardo, che tenea
     Ne la man destra, al Satiro avventossi
     70Come un Leone, ed io fra tanto pieno
     M’avea di sassi il grembo, onde fuggissi.
     Come la fuga de l’altro concesse
     Spazio a lui di mirare: egli rivolse
     I cupidi occhi in quelle membra belle,
     75Che, come suole tremolare il latte,
     Ne’ giunchi, sì parean morbide, e bianche.
     E tutto’l vidi sfavillar nel viso;
     Poscia accostossi pianamente a lei
     Tutto modesto, e disse: O bella Silvia
     80Perdona a queste man, se troppo ardire
     È l’appressarsi a le tue dolci membra,
     Perché necessità dura le sforza;
     Necessità di scioglier questi nodi:
     Né questa grazia, che fortuna vuole
     85Conceder loro, tuo mal grado sia.

     Ch.Parole d’ammollir un cor di sasso.
     Ma, che risposi allor?
     Tir.     Nulla rispose,
     Ma disdegnosa, e vergognosa, a terra
     Chinava il viso, e’l delicato seno,
     90Quanto potea torcendosi, celava.
     Egli, fattosi inanzi, il biondo crine
     Cominciò a sviluppare, e disse in tanto:
     Già di nodi sì bei non era degno
     Così ruvido tronco: or, che vantaggio
     95Hanno i servi d’Amor? Se lor commune

È con