Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/134: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Phe-bot (discussione | contributi)
Xavier121: split
 
BrolloBot (discussione | contributi)
m Pywikibot v.2
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 25%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione||— 134 —|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
e mi parve d’essere ricco possedendo cinque lire e quella bella idea. Salii senza esitare le scale di una casa ove gli artisti e gli studenti poveri andavano a disputarsi l’un l’altro il pane quotidiano; arrischiai una lira, poi l’altra, poi l’altra, poi l’ultima. Vedevo delle fiamme abbaglianti passarmi dinanzi agli occhi, e provavo degli improvvisi sbalordimenti. Mi parve che si facesse un gran vuoto nel mio cuore, e ne sentii tutta la penosa sensazione, nel momento in cui si voltava la carta che dovea decidere dell’ultima mia lira. Tu non sai quel che voglia dire l’ultima lira! vuol dire il pane dell’indomani, e si ha lo stomaco vuoto! e i fantasmi dei tuoi bisogni ti attraversano in un lampo lo spirito!... Poi sentii una gran calma improvvisa, con una specie di benessere, una terribile lucidità lucidità d’idee. Avevo perduto. Almeno non avevo più nulla!
e mi parve d’esser ricco possedendo cinque lire e

quella bella idea. Salii senza esitare le scale di
Scesi le scale con passo fermo; avevo la vista chiara e la mente tranquilla. Passeggiai per le vie più frequentate; lessi gli annunzi degli spettacoli; passai dinanzi alle vetrine di parecchi caffè provando una strana soddisfazione a veder la gente
una casa ove gli artisti e gli studenti poveri an¬
davano a disputarsi l’un l’altro il pane quotidiano;
arrischiai una lira, poi l’altra, poi l’altra, poi l’ul¬
tima. Vedevo delle fiamme abbaglianti passarmi
dinanzi agli occhi, e provavo degli improvvisi sba¬
lordimenti. Mi parve che si facesse un gran vuoto
nel mio cuore, e ne sentii tutta la penosa sensa¬
zione, nel momento in cui si voltava la carta che
dovea decidere dell’ ultima mia lira. Tu non sai
quel che voglia dire 1’ ultima lira, vuol dire il
pane dell’ indomani, e si ha lo stomaco vuoto ! e
i fantasmi dei tuoi bisogni ti attraversano in un
lampo lo spirito !... Poi sentii una gran calma
improvvisa, come una specie di benessere, una
terribile lucidità d’idee. Avevo perduto. Almeno
non avevo più nulla !
Scesi le scale con passo fermo ; avevo la vista
chiara e la mente tranquilla. Passeggiai per le
vie più frequentate ; lessi gli annunzii degli spet¬
tacoli ; passai dinanzi alle vetrine di parecchi caffè
provando una strana soddisfazione a veder la gente
Piè di pagina (non incluso)Piè di pagina (non incluso)
Riga 1: Riga 1:

<references/>

Versione delle 22:05, 23 apr 2016


— 134 —

e mi parve d’essere ricco possedendo cinque lire e quella bella idea. Salii senza esitare le scale di una casa ove gli artisti e gli studenti poveri andavano a disputarsi l’un l’altro il pane quotidiano; arrischiai una lira, poi l’altra, poi l’altra, poi l’ultima. Vedevo delle fiamme abbaglianti passarmi dinanzi agli occhi, e provavo degli improvvisi sbalordimenti. Mi parve che si facesse un gran vuoto nel mio cuore, e ne sentii tutta la penosa sensazione, nel momento in cui si voltava la carta che dovea decidere dell’ultima mia lira. Tu non sai quel che voglia dire l’ultima lira! vuol dire il pane dell’indomani, e si ha lo stomaco vuoto! e i fantasmi dei tuoi bisogni ti attraversano in un lampo lo spirito!... Poi sentii una gran calma improvvisa, con una specie di benessere, una terribile lucidità lucidità d’idee. Avevo perduto. Almeno non avevo più nulla!

Scesi le scale con passo fermo; avevo la vista chiara e la mente tranquilla. Passeggiai per le vie più frequentate; lessi gli annunzi degli spettacoli; passai dinanzi alle vetrine di parecchi caffè provando una strana soddisfazione a veder la gente