Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/185: differenze tra le versioni

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— 187 — Piazze, Portici, Vichi, e Sedili. Oggi rilengono solo quello di Piazza o di Seggio. dalle catacombe di S. Gennaro in Napoli, in che il Duca depose il corpo del rimpianto figliuolo, che seppe inchinar V animo del superbo Arechì, primo Principe di Benevento, a pace ed amicizia, e valse ad entrar nel cuore di Carlomagno, in quella leggenda in versi acrostici nominato nuovo Re di Roma. UUimo Duca di questa età fu Teofilatto, nel 788. Più lunga serie di Duchi novera il secolo IX. Tra’ dieci che l’un dopo l’altro si succedeltero, il primo fu Antimo /FaU’SOO*, il qual si piacque principalmente con Teodonanda sua moglie di fondar monisieri, ed esercitarsi ad altre opere di pietà. Morto lui l’anno 813, si mossero grandi contese fra’ Napolitani per la scella d’un successore, e le parti di modo erano esasperate tra loro, che di leggieri non avrebbesi saputo condurle ad una via comune: finalmente l’Imperatore mandò loro un Teotista da Sicilia. Costui fu greco di nazione, epperò poco sollecito dol buon governo delle cose nostre, per modo che non si curò di provocar l’ira del Principe Grimoaldo di Benevento, raccogliendo in Napoli un Beneventano domandato Dauferio, il quale aveva congiurato contro il suo Principe, e non avea potuto condurre a fine il disegno. Alla venuta di Grimoaldo, Teotisto gli fece fronte, e narra Erchemperto, che nella pugna feroce per terra e per mare fu sì grande strage de’ nostri, che ne restarono cinquemila sul campo di battaglia. Il Duca e Dauferio fuggendo, riuscivano a porsi in salvo dentro la città -, ma non però trovaron qui riposo, perocché furibonde, scarmigliate e scalze le donne con le armi alla mano gl’inseguirono, ad alla voce gridandoli infami traditori. Pure fu tanta la prudenza di Teotisto che, sedato il feminil tumulto, valse a placare anche l’animo di Grimoaldo, facendo ammenda del fallo con l’offerta di ottomila soldi d’oro, e della persona di Dauferio. Gli succedette Teodoro 11^ nell* 817, il quale pe’ mali suoi diportamenti venuto in odio del popolo, dopo qualche anni fu tolto di potere. Prese il luogo di costui Stefano II nell’821 malauguratamente, perchè Sìcone, Prìncipe Beneventano, era amico dell’espulso Duca ed avidissimo delle nostre terre: onde, radunate grosse armi, corse le contrade napolitane, si accostò alle mura con