Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/189: differenze tra le versioni
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''nobilium'' con armi e cavallo, per questo il nome di cavalier se li dava, benchè io trovo, che dagli antichi Re |
''nobilium'' con armi e cavallo, per questo il nome di cavalier se li dava, benchè io trovo, che dagli antichi Re |
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<ref follow="">{{Pt|men|nemmen}} sicuro della vita, riparò a Roma ed e Ravenna. Il Duca, scendendo a modi peggiori, strinse alleanza con i Saracini; il che tanto spiacque al Pontefice, che lo punì d’anatema. |
<ref follow="pag178">{{Pt|men|nemmen}} sicuro della vita, riparò a Roma ed e Ravenna. Il Duca, scendendo a modi peggiori, strinse alleanza con i Saracini; il che tanto spiacque al Pontefice, che lo punì d’anatema. Allora il fratel suo, che era Vescovo di Napoli, e nominato, come lo zio, Atanasio, mosse tumulto, e preso il Duca ed abbacinatolo, lo mandò al Papa. Per tal modo ''Atanasio II'' divenne Duca e Vescovo nell’anno 877, e immantinente mancò nella sua devozione alla Santa |
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Sede; perocchè, fermata pace co’ Saracini, si mise a depredare con essi le contrade di Benevento, di Capua, di Salerno e di Roma. Giovanni VIII Pontefice lo scomunicò, e pose Napoli nell’interdetto: ma ciò più fece infellonire l’animo di Atanasio, e il Ducato nella fine del secolo IX fu segno a nuove guerre ed a tutte le calamità che le guerre soglion recare.<br /> |
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{{spazi|3}}Son quattro i Duchi che governarono Napoli nel secolo X. Succedette ad Atanasio ''Gregorio II'' nel 902; il quale fu sollecito dì |
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al Papa. Per tal modo Atanasio li divenne Duca e Vescovo nelr |
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dalle ripe del Garigliano, dove avevansi costruito una grande fortezza. Leone VI, Imperator d’Oriente, si piacque di dar favore al nostro Duca con armi, e per l’ottenuta vittoria volle onorarlo col titolo di Patrizio. Dopo di lui ''Giovanni III'', nel 957, volse le sue cure a porre la Chiesa napolitana in maggior lustro, e non solo francò il monastero di Montecassino dalle contribuzioni ond’era obbligato verso la città, ma stabilmente rifermò il possesso di una chiesa a’ cenobiti di S. Benedetto dentro le mura. Pure egli non potevasi rimanere in pace per la gente nemica ond’era circondata la Ducea: laonde nel 941, col consentimento del popolo, tolse a collega nel civil reggimento il figliuolo ''Marino'', il quale, dotto com’era nelle arti guerresche di quel tempo, saldamente |
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anno 877, e immantinente mancò nella sua devozione alla Santa |
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difese la città dagli assalti de’ Longobardi di Benevento, e portò il terrore a’ Saracini fin ne’ mari di Calabria, ove costoro, in pari tempo che in Sicilia, imperavano. E qui vuolsi notare, che a questa epoca troviamo presso di noi che il Duca s’intitolava e prendeva l’alta sua magistratura ''per la grazia di Dio'', come si ha da qualche diplomi rimasici di Giovanni. Questo, ed il voto del</ref> |
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Sede •, perocché, fermata pace co’ Saracini, si mise a depredare |
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con essi le contrade di Benevento, di Gapua, di Salerno e di Roma. |
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Giovanni Vili Pontefice lo scomunicò, e pose Napoli nell’interdetto: ma ciò più fece infellonire l’animo di Atanasio, e il Ducato |
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nella fine del secolo IX fu segno a nuove guerre ed a tutte le calamità |
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che le guerre soglion recare. |
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Son quattro i Duchi che governarono Napoli nel secolo X. Succedette |
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ad Atanasio Gregorio li nel 902 -, il quale fu sollecito dì |
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di Amalfi dipoi collegaiisi strettamente insieme, snidarono i Saracini |
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dalle ripe del Guriglìano, dove avevansi costruito una grande |
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fortezza. Leone VI, Imperator d’Oriente, si piacque di dar favore |
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al nostro Duca con armi, e per l’ottenuta vittoria volle onorarlo |
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col titolo di Patrizio. Dopo di lui Giovanni ///, nel 957, |
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volse le sue cure a porre la Chiesa napolitana in maggior lustro, |
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e non solo francò il monastero di Montecassino dalle contribuzioni |
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ond’era obbligato verso la città, ma stabilmente riferniò il possesso |
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di una chiesa a’ cenobiti di S. Benedetto dentro le mura. |
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Pure egli non potevasi rimanere in pace per la gente nemica ond’era circondata la Ducea: laonde nel 94-1, col consentimento del |
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popolo, tolse a collega nel civil reggimento il figliuolo Marino, |
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il quale, dotto com’era nelle arti guerresche di quel tempo, saldamente |
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difese la città dagli assalti de’ Longobardi di Benevento, |
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e portò il terrore a’ Saracini fin ne* mari di Calabria, ove costoro, |
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in pari tempo che in Sicilia, imperavano. E qui vuoisi notare, |
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e prendeva T alta sua magistratura per la grazia di Dio, come si |
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ha da qualche diplomi rimasici di Giovanni. Questo, ed il voto del</ref> |
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nobilium con armi e cavallo, per questo il nome di cavalier se li dava, benchè io trovo, che dagli antichi Re
men sicuro della vita, riparò a Roma ed e Ravenna. Il Duca, scendendo a modi peggiori, strinse alleanza con i Saracini; il che tanto spiacque al Pontefice, che lo punì d’anatema. Allora il fratel suo, che era Vescovo di Napoli, e nominato, come lo zio, Atanasio, mosse tumulto, e preso il Duca ed abbacinatolo, lo mandò al Papa. Per tal modo Atanasio II divenne Duca e Vescovo nell’anno 877, e immantinente mancò nella sua devozione alla Santa
Sede; perocchè, fermata pace co’ Saracini, si mise a depredare con essi le contrade di Benevento, di Capua, di Salerno e di Roma. Giovanni VIII Pontefice lo scomunicò, e pose Napoli nell’interdetto: ma ciò più fece infellonire l’animo di Atanasio, e il Ducato nella fine del secolo IX fu segno a nuove guerre ed a tutte le calamità che le guerre soglion recare.
Son quattro i Duchi che governarono Napoli nel secolo X. Succedette ad Atanasio Gregorio II nel 902; il quale fu sollecito dì
mettersi in pace co’ Principi di Benevento e di Capua, e col Duca di Amalfi; dipoi collegatisi strettamente insieme, snidarono i Saracini
dalle ripe del Garigliano, dove avevansi costruito una grande fortezza. Leone VI, Imperator d’Oriente, si piacque di dar favore al nostro Duca con armi, e per l’ottenuta vittoria volle onorarlo col titolo di Patrizio. Dopo di lui Giovanni III, nel 957, volse le sue cure a porre la Chiesa napolitana in maggior lustro, e non solo francò il monastero di Montecassino dalle contribuzioni ond’era obbligato verso la città, ma stabilmente rifermò il possesso di una chiesa a’ cenobiti di S. Benedetto dentro le mura. Pure egli non potevasi rimanere in pace per la gente nemica ond’era circondata la Ducea: laonde nel 941, col consentimento del popolo, tolse a collega nel civil reggimento il figliuolo Marino, il quale, dotto com’era nelle arti guerresche di quel tempo, saldamente
difese la città dagli assalti de’ Longobardi di Benevento, e portò il terrore a’ Saracini fin ne’ mari di Calabria, ove costoro, in pari tempo che in Sicilia, imperavano. E qui vuolsi notare, che a questa epoca troviamo presso di noi che il Duca s’intitolava e prendeva l’alta sua magistratura per la grazia di Dio, come si ha da qualche diplomi rimasici di Giovanni. Questo, ed il voto del