Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/301: differenze tra le versioni
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A Siene ed in quella città di Berenice che trovasi lungo il golfo Arabico nella Trogloditica durante il solstizio d’estate il sole è allo zenit, e il giorno più lungo è di tredici ore e mezzo equinoziali: e quivi apparisce compresa nel cerchio artico quasi tutta l’Orsa maggiore, tranne le gambe, l’estremità della coda, ed una sola stella del carro. Il parallelo di Siene passa da una parte a traverso al paese degl’Ittiofagi abitanti nella Gedrosia e nell’India, dall’altra a traverso di regioni che sono più meridionali di Cirene lo spazio di poco meno che cinquemila stadii.
In tutti i paesi che stanno di mezzo fra il tropico e l’equatore le ombre cadono alternativamente da tutti e due i lati, così verso il settentrione, come verso il mezzogiorno: ma in quelli al di là di Siene e del tropico d’estate, le ombre gittano sempre dalla parte meridionale: e però quelli si chiamano Amfischj, gli Eteroschj1. Avvi poi anche un’altra particolarità che distingue i paesi sottoposti al tropico, della quale parlammo già prima quando abbiamo trattato delle zone. Perocchè il suolo vi è arenoso, asciutto e ferace soltanto di silfio; mentre invece le parti più meridionali sono abbondanti d’acqua e di frutti.
Ne’ paesi che trovansi più meridionali di Alessandria e di Cirene quanto è lo spazio di circa quattrocento2 stadii, dove il giorno più lungo è di quattordici ore equinoziali, trovasi allo zenit la costellazione di Arturo,