Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/272: differenze tra le versioni
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<ref follow="pag273">{{Pt|chi|antichi}} cemeteri, ci trasmettono intorno ai personaggi più illustri dei passati secoli, sulla genealogia delle grandi famiglie, sugli artisti notizie tali, che invano si cercherebbero altrove. Da ultimo le iscrizioni son preziose e da consultarsi da chiunque ami conoscere i costumi, gli usi, le credenze, le cerimonie, le abitudini, le tradizioni e le opinioni scientifiche di que’ secoli che ci han preceduto; in una parola influiscono al completamento degli studi fatti in tanti antichi manuscriitti sull’origine della lingua e della paleografia. Premesso ciò, veniamo al nostro proposito.<br /> |
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passali secoli, sulla genealogia delle grandi famiglie, sugli artisti |
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{{spazi|3}}Incertissima è l’origine de’ Sedili o de’ Portici de’ Nobili e del Popolo di Napoli; niun preciso rastro ne abbiamo nella storia delle |
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notizie tali, che invano si cercherebbero altrove. Da ultimo |
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{{spazi|3}}Napoli, fin da che prese il nome di Falero, dovette governarsi a somigliaiiza de’ più amichi popoli, che venivan divisi per tribù composte della medesima gente, e per ''Fratrie'' risultanti dalle varie famiglie di una stessa tribù. E perciò Nestore consigliava Agamennone di ordinar le sue milizie dell’Eubea, dell’Acaia, e del |
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Incertissima è l’origine de’Sedili o de’ Portici de’Nobili e del Popolo |
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prima di Cuma e poi di Napoli, ed i Rodiani, edificatori di Partenope, essersi divisi in Lindo, Ialiso e Camiro e con quella civile distribuzione governati.<br /> |
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composte della medesima gente, e per Fratrie risultami dalle varie |
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di ordinar le sue milizie dell’Eubea, dell’Acaia, e del |
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Parienope, essersi divisi in Lindo, laliso e Camiro e con quella |
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DELLA RELIGIONE
Circa poi la Religione, la nostra Napoli (come si disse) fu ella città Italo-greca, e come tale osservò tutti i riti,
chi cemeteri, ci trasmettono intorno ai personaggi più illustri dei passati secoli, sulla genealogia delle grandi famiglie, sugli artisti notizie tali, che invano si cercherebbero altrove. Da ultimo le iscrizioni son preziose e da consultarsi da chiunque ami conoscere i costumi, gli usi, le credenze, le cerimonie, le abitudini, le tradizioni e le opinioni scientifiche di que’ secoli che ci han preceduto; in una parola influiscono al completamento degli studi fatti in tanti antichi manuscriitti sull’origine della lingua e della paleografia. Premesso ciò, veniamo al nostro proposito.
Incertissima è l’origine de’ Sedili o de’ Portici de’ Nobili e del Popolo di Napoli; niun preciso rastro ne abbiamo nella storia delle
nostre cose onde fondar con certezza l’epoca dell’antichità degli stabilimenti, il sistema, il fine tenuto nel loro numero, per indi riscontrarne i rapporti colle famiglie che a ciascun di essi furono
ascritte. Sono tante e sì diverse su questa materia le opinioni degli
scrittori, che dobbiamo confessare con pena esser più che difficile
dilucidar questo oscuro punto della storia Napolitana. Pure a dirne
qualche cosa, ci atterremo al sistema tenuto ne’ più remoti tempi da’ Greci, seguendo le orme de’ più accreditati scrittori, e specialmente
del Summonte, del Tutino, del Giannone e del Frezza, non che del Carletti, del Mazzarella Farao, e di altri ancora.
Napoli, fin da che prese il nome di Falero, dovette governarsi a somigliaiiza de’ più amichi popoli, che venivan divisi per tribù composte della medesima gente, e per Fratrie risultanti dalle varie famiglie di una stessa tribù. E perciò Nestore consigliava Agamennone di ordinar le sue milizie dell’Eubea, dell’Acaia, e del
Peloponneso non alla rinfusa, come soleva farsi, ma per file per
Fratrie; anzi negli stessi Omerici poemi troviam gli Abanti fondatori
prima di Cuma e poi di Napoli, ed i Rodiani, edificatori di Partenope, essersi divisi in Lindo, Ialiso e Camiro e con quella civile distribuzione governati.
Non in altro luogo in tutta l’antichilà si è m^ìi parlato di Fra-