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dal Vescovo S. Attanasio nel nono secolo, e precisamente, come si crede, nell’anno 850. {{AutoreCitato|Giovanni di Napoli|Giovanni Diacono}}, che in quel tempo compilò la cronaca de’ Vescovi della Chiesa napolitana, ed anche Pietro Suddiacono, che nello stesso secolo scrisse la vita del medesimo Santo, dicono che lo scopo dell’istituzione degli Ebdomadarï fu quello della celebrazione della Messa pubblica quotidiana, secondo il costume della Santa Romana Chiesa, per lo che volle loro assegnare i fondi pel necessario alla vita. Fra’ quali ne posseggono tuttavia uno di 73 moggia sopra Capodichino, che dopo
dal Vescovo S. Attanasio nel nono secolo, e precisamente, come si crede, nell’anno 850. {{AutoreCitato|Giovanni di Napoli|Giovanni Diacono}}, che in quel tempo compilò la cronaca de’ Vescovi della Chiesa napolitana, ed anche Pietro Suddiacono, che nello stesso secolo scrisse la vita del medesimo Santo, dicono che lo scopo dell’istituzione degli Ebdomadarï fu quello della celebrazione della Messa pubblica quotidiana, secondo il costume della Santa Romana Chiesa, per lo che volle loro assegnare i fondi pel necessario alla vita. Fra’ quali ne posseggono tuttavia uno di 73 moggia sopra Capodichino, che dopo
tanti secoli, è ancor chiamato ''Masseria di S. Attanasio'', perchè, da una iscrizione quivi esistente, rilevasi d’aver il Santo donato quel fondo a’ suoi Ebdomadarï.<br />
tanti secoli, è ancor chiamato ''Masseria di S. Attanasio'', perchè, da una iscrizione quivi esistente, rilevasi d’aver il Santo donato quel fondo a’ suoi Ebdomadarï.<br />
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{{spazi|3}}Essi sono in numero di ventidue. Vanno al coro co’ Canonici,</ref>
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Versione delle 19:01, 24 giu 2016


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vano; e l’oro significava il Sole, il rosso la Luna. Es-

       Quando l’Arcivescovo celebra le sacre funzioni, i Canonici portano la mitra, e non siedono più ne’ loro stalli del coro, ma prendon posto in uno spazio semicircolare chiuso da balaustrato, che sta rimpetto all’altar maggiore, a cui il solo Arcivescovo debb’esser più vicino, come prima dignità della Chiesa. I canonici ufficiano nel Duomo, ma la loro Chiesa è quella di S. Restituta, la quale da tempo remotissimo è indipendente dall’Arcivescovo, che può soltanto visitarla, assumendo il carattere di Delegato Apostolico, come ci ha detto il nostro Celano. In questa Chiesa si trovano i sepolcri de’ Canonici, e nella Sagrestia è l’archivio capitolare.
       Il nostro autore ha notato essere stati esaltati al Sommo Pontificato tre Canonici del Napolitano Capitolo, cioè Baldassarre Coscia che assunse il nome di Giovanni XXIII nell’anno 1410, Pietro Carafa detto Paolo IV nel 1555, che fu uno de’ fondatori de’ PP. Teatini; e Petrino Tomacello, detto Innocenzo IX nel 1591. Or da chiari scrittori patrï abbiamo che non fu Innocenzo IX bensì Bonifazio IX assunto al papato nel 1389, e prima di costui nel 1378 l’Arcivescovo di Bari di casa Prignano che assunse il nome di Urbano VI, e ciò comprova la celebrità de’ soggetti che vi hanno appartenuto, e che lo hanno in ogni tempo illustrato.
       Segue al Capitolo il Collegio degli Ebdomadarii qualificato per insigne dal Pontefice Benedetto XIII. Fu questo Collegio instituito dal Vescovo S. Attanasio nel nono secolo, e precisamente, come si crede, nell’anno 850. Giovanni Diacono, che in quel tempo compilò la cronaca de’ Vescovi della Chiesa napolitana, ed anche Pietro Suddiacono, che nello stesso secolo scrisse la vita del medesimo Santo, dicono che lo scopo dell’istituzione degli Ebdomadarï fu quello della celebrazione della Messa pubblica quotidiana, secondo il costume della Santa Romana Chiesa, per lo che volle loro assegnare i fondi pel necessario alla vita. Fra’ quali ne posseggono tuttavia uno di 73 moggia sopra Capodichino, che dopo tanti secoli, è ancor chiamato Masseria di S. Attanasio, perchè, da una iscrizione quivi esistente, rilevasi d’aver il Santo donato quel fondo a’ suoi Ebdomadarï.
       Essi sono in numero di ventidue. Vanno al coro co’ Canonici,