Io mi credea la debil navicella: differenze tra le versioni

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| Nome e cognome dell'autore = Faustina Maratti
<poem>
| Titolo =
Io mi credea la debil navicella
| Iniziale del titolo = I
Rotta dall’onde e stanca di cammino
| Anno di pubblicazione = 1833
Ritrar nel porto che scorgea vicino,
| Lingua originale del testo =
Che troppo corse in questa parte e in quella:
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Sonetti
| URL della versione cartacea a fronte =Indice:Zappi, Maratti - Rime I.pdf
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{{Raccolta|Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte}}
{{R|5}}E credea già calmata ogni procella,
E sazio in parte il mio crudel destino,
E che il Ciel più sereno a me il divino
Raggio mostrasse di propizia stella.


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Ma da barbaro clima un vento è sorto,
{{R|10}}Che mi sospinge a forza in uno scoglio,
Talché il naviglio ahi fia dall’onde assorto!

E sì del vento rio cresce l’orgoglio,
Che la tema di morte in fronte io porto,
Ma pur convien ch’io vada ov’io non voglio.

</poem>

Versione delle 07:25, 5 nov 2016

Faustina Maratti

1833 I Indice:Zappi, Maratti - Rime I.pdf Sonetti Letteratura Intestazione 4 novembre 2016 75% Canzoni

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XXIII


Io mi credea la debil navicella
     Rotta dall’onde e stanca di cammino
     Ritrar nel porto che scorgea vicino,
     Che troppo corse in questa parte e in quella:

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5E credea già calmata ogni procella,
     E sazio in parte il mio crudel destino,
     E che il Ciel più sereno a me il divino
     Raggio mostrasse di propizia stella.
Ma da barbaro clima un vento è sorto,
     10Che mi sospinge a forza in uno scoglio,
     Talchè il naviglio ahi fia dall’onde assorto!
E sì del vento rio cresce l’orgoglio,
     Che la tema di morte in fronte io porto,
     Ma pur convien ch’io vada ov’io non voglio.