Rime (Stampa)/Rime d'amore/XCIX: differenze tra le versioni

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<poem>
Io pur aspetto, e non veggo che giunga
il mio signor o ’l suo fidato messo
al termin che da lui mi fu promesso:
lassa! ché ’l mio piacer troppo s’allunga.
Ond’avien che temenza il cor mi punga,
che qualche intoppo non gli sia successo;
o ch’ei sol pensi in me quanto m’è presso,
e l’assenzia il suo cor da me disgiunga.
Il che se fosse, io prego morte avara
che venga in vece sua, poi ch’ei non viene,
a trarmi fuor di tèma e vita amara.
Ma se giusta cagion me lo ritiene,
io prego Amor, ch’ogni fosco rischiara,
ch’apra la via, ond’io vegga il mio bene.
</poem>

Versione delle 23:51, 8 dic 2017

Rime d'amore

XCIX

../XCVIII ../C IncludiIntestazione 22 settembre 2009 75% Poesie

Rime d'amore - XCVIII Rime d'amore - C

[p. 57 modifica]

XCIX

Invano attende il suo ritorno, o un messo fidato.

     Io pur aspetto, e non veggo che giunga
il mio signor o ’l suo fidato messo
al termin che da lui mi fu promesso:
lassa! ché ’l mio piacer troppo s’allunga.
     Ond’avien che temenza il cor mi punga,
che qualche intoppo non gli sia successo:
o ch’ei sol pensi in me quanto m’è presso,
e l’assenzia il suo cor da me disgiunga.
     Il che se fosse, io prego morte avara
che venga in vece sua, poi ch’ei non viene,
a trarmi fuor di téma e vita amara.
     Ma, se giusta cagion me lo ritiene,
io prego Amor, ch’ogni fosco rischiara,
ch’apra la via, ond’io vegga il mio bene.