Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/189: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
StefanoC (discussione | contributi)
StefanoC (discussione | contributi)
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 3: Riga 3:
Fatta questa maravigliosa strage, sparsi & fugati l’inimici, ottenuta si eggregia vittoria, presi non pochi Canoni, & Carriaggi, nel calar del Sole, carichi di spoglie fecero ritorno à suoi quartieri. Non potevano darsi pace gli Venetiani d’haver quattro fiate senza alcun frutto, anzi con lor considerabil danno (cosi Dio disponendo) sempre mai ribatutti, invaso il Trentino, onde giudicando l’impresa fatale si ritirarono, maledicendo la sorte, con il loro Esercito, frà suoi confini. Et determinarono fosse frà suoi annali registrato quel giorno, che furono sorpresi, & fugati alla Pietra, come infausto, & funebre. Si spargevano frà loro secrete mormorationi di lamenti, & querelle, per causa de Francesi quali havevano chiamati in Italia compagni, confederati, & ausiliarij, si struggevano, che la Republica loro fosse condotta à tal pericolo & danno. Udendo gli Francesi consimili imputationi la sentirono male contro Venetiani, arabiavano di sdegno che la loro innocenza venisse in tal guisa machiata, deliberorno perciò non assistere più à quella guerra, ma rompere la lega con essi loro fatta, & procurar con ogni efficacia, e mezzo reconciliarsi Cesare in stretta amicitia, al quale pareva il Cielo piegasse ogni prosperità, & favore acciò quello che non può atterrire la paura, l’oblighi il beneficio, & la gratia. Per il che violorono ogni patto di confederatione, qual prima havevano fatto con Venetiani. Cominciarono ad amicarsi colla pratica l’Imperatore, giurando, & chiamando Dio in testimonio, che non passarebbe molto che gli farebbon vedere la fede, & virtù Francese esser illibata, incorrotta, & leale.
Fatta questa maravigliosa strage, sparsi & fugati l’inimici, ottenuta si eggregia vittoria, presi non pochi Canoni, & Carriaggi, nel calar del Sole, carichi di spoglie fecero ritorno à suoi quartieri. Non potevano darsi pace gli Venetiani d’haver quattro fiate senza alcun frutto, anzi con lor considerabil danno (cosi Dio disponendo) sempre mai ribatutti, invaso il Trentino, onde giudicando l’impresa fatale si ritirarono, maledicendo la sorte, con il loro Esercito, frà suoi confini. Et determinarono fosse frà suoi annali registrato quel giorno, che furono sorpresi, & fugati alla Pietra, come infausto, & funebre. Si spargevano frà loro secrete mormorationi di lamenti, & querelle, per causa de Francesi quali havevano chiamati in Italia compagni, confederati, & ausiliarij, si struggevano, che la Republica loro fosse condotta à tal pericolo & danno. Udendo gli Francesi consimili imputationi la sentirono male contro Venetiani, arabiavano di sdegno che la loro innocenza venisse in tal guisa machiata, deliberorno perciò non assistere più à quella guerra, ma rompere la lega con essi loro fatta, & procurar con ogni efficacia, e mezzo reconciliarsi Cesare in stretta amicitia, al quale pareva il Cielo piegasse ogni prosperità, & favore acciò quello che non può atterrire la paura, l’oblighi il beneficio, & la gratia. Per il che violorono ogni patto di confederatione, qual prima havevano fatto con Venetiani. Cominciarono ad amicarsi colla pratica l’Imperatore, giurando, & chiamando Dio in testimonio, che non passarebbe molto che gli farebbon vedere la fede, & virtù Francese esser illibata, incorrotta, & leale.


{{Annotazione a lato|''Venetiani, vinti da Francesi.''}}
Per tali cause abbandonati gli Venetiani s’unirono con Cesare, si che non solo fecero frà di loro la pace, ma di confederarono, unendo le loro forbite squadre, & voltandole à danni della Republica, e non molto poi azzufatosi con l’Esercito Veneto, vicino il Fiume Ada, si che maltratati, & scompigliati gli Venetiani, furono constretti col poco residuo ritirarsi frà palludi, imperoche doppò haver visto confitto, & distrutto il lor Esercito con la perdita del bagaglio, giudicarono rivolgere il residuo verso il Mare, ove gli pochi soldati rimasti, & sopravanzati à tanta rovina
Per tali cause abbandonati gli Venetiani s’unirono con Cesare, si che non solo fecero frà di loro la pace, ma di confederarono, unendo le loro forbite squadre, & voltandole à danni della Republica, e non molto poi azzufatosi con l’Esercito Veneto, vicino il Fiume Ada, si che maltratati, & scompigliati gli Venetiani, furono constretti col poco residuo ritirarsi frà palludi, imperoche doppò haver visto confitto, & distrutto il lor Esercito con la perdita del bagaglio, giudicarono rivolgere il residuo verso il Mare, ove gli pochi soldati rimasti, & sopravanzati à tanta rovina

Versione delle 11:40, 28 gen 2018

162 Delle Croniche di Trento

la suspetione conceputa, che gli Spagnuoli, & Francesi secretamente havessero con Alemani conspirato. Seguivano questi gli fugitivi premendogli alla coda, & spingendoli, tagliando à pezzi, & uccidendo senza riguardo quelli che non erano stati lesti, & snelli nel fugire. L’uccisioni furon grandi, & spietate, ma maggior assai la fuga, per causa della quale furon constretti ritirarsi lontani da qual si voglia assedio, & oppugnatione.

Fatta questa maravigliosa strage, sparsi & fugati l’inimici, ottenuta si eggregia vittoria, presi non pochi Canoni, & Carriaggi, nel calar del Sole, carichi di spoglie fecero ritorno à suoi quartieri. Non potevano darsi pace gli Venetiani d’haver quattro fiate senza alcun frutto, anzi con lor considerabil danno (cosi Dio disponendo) sempre mai ribatutti, invaso il Trentino, onde giudicando l’impresa fatale si ritirarono, maledicendo la sorte, con il loro Esercito, frà suoi confini. Et determinarono fosse frà suoi annali registrato quel giorno, che furono sorpresi, & fugati alla Pietra, come infausto, & funebre. Si spargevano frà loro secrete mormorationi di lamenti, & querelle, per causa de Francesi quali havevano chiamati in Italia compagni, confederati, & ausiliarij, si struggevano, che la Republica loro fosse condotta à tal pericolo & danno. Udendo gli Francesi consimili imputationi la sentirono male contro Venetiani, arabiavano di sdegno che la loro innocenza venisse in tal guisa machiata, deliberorno perciò non assistere più à quella guerra, ma rompere la lega con essi loro fatta, & procurar con ogni efficacia, e mezzo reconciliarsi Cesare in stretta amicitia, al quale pareva il Cielo piegasse ogni prosperità, & favore acciò quello che non può atterrire la paura, l’oblighi il beneficio, & la gratia. Per il che violorono ogni patto di confederatione, qual prima havevano fatto con Venetiani. Cominciarono ad amicarsi colla pratica l’Imperatore, giurando, & chiamando Dio in testimonio, che non passarebbe molto che gli farebbon vedere la fede, & virtù Francese esser illibata, incorrotta, & leale.

[Venetiani, vinti da Francesi.] Per tali cause abbandonati gli Venetiani s’unirono con Cesare, si che non solo fecero frà di loro la pace, ma di confederarono, unendo le loro forbite squadre, & voltandole à danni della Republica, e non molto poi azzufatosi con l’Esercito Veneto, vicino il Fiume Ada, si che maltratati, & scompigliati gli Venetiani, furono constretti col poco residuo ritirarsi frà palludi, imperoche doppò haver visto confitto, & distrutto il lor Esercito con la perdita del bagaglio, giudicarono rivolgere il residuo verso il Mare, ove gli pochi soldati rimasti, & sopravanzati à tanta rovina