Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/59: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:52, 28 gen 2018


da parigi a pechino 17


parte, come lo scultore gira intorno alla sua creazione. Ettore Guizzardi, il simpatico compagno di viaggio del principe Borghese e mio, non è uno chauffeur per professione è uno chauffeur per istinto. Egli è figlio di un meccanico ferroviario; ha dalla nascita intimità con le macchine; le comprende subito, di qualunque genere esse siano; le giudica ad un’occhiata, come l’allevatore giudica il cavallo.

La sua storia è singolare. Un giorno, dieci anni or sono,

Fra i sabbioni in vicinanza di Huai-lai.


vicino ad una villa del Principe Borghese, ad Albano, presso Roma, avvenne un disastro ferroviario. Una locomotiva deviò e si rovesciò sulla banchina capovolgendosi. Il Principe, che si trovava nella villa, accorse con i suoi servi. Trovarono il macchinista morto; il fuochista, un giovinetto di quindici anni, ferito al viso, venne raccolto svenuto, portato nella villa, curato. Il giovinetto era Ettore. Il morto, suo padre.

Quando il fanciullo fu guarito, il Principe gli offrì di rimanere nella casa che lo aveva accolto. E ne fece uno chauffeur. In quell’epoca Don Scipione possedeva una delle prime automobili a