Pagina:Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu/96: differenze tra le versioni
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Sperduti in quell’oceano deserto che è la nostra civiltà letteraria, gli scrittori e gli artisti italiani |
Sperduti in quell’oceano deserto che è la nostra civiltà letteraria, gli scrittori e gli artisti italiani non hanno nè l’appoggio del limite, nè il pungolo della regola. Barcollanti e inquieti, si stremano a farsela. Ma quanti architetti riuscirebbero a costruire una cattedrale, se dovessero nello stesso tempo fare i calcoli e portare le pietre? |
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''25 Gennaio'' |
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Un esempio mirabile dell’aiuto delle regole, dei sottintesi per creare ce lo dà Lorenzo di Credi. |
Un esempio mirabile dell’aiuto delle regole, dei sottintesi per creare ce lo dà {{Wl|Q8511|Lorenzo di Credi}}. |
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Lorenzo di Credi fu pittore diligente. Non si curò di lavorare ad opere grandi perchè penava a condurle e vi durava fatica incredibile; anche per delle ragioni di mestiere, e cioè perchè i suoi colori erano troppo finemente macinati; e poiché ricercava inquietamente di aggiungere fra un colore e l’altro le gradazioni men brusche, a forza di ''nuances'' faceva sulla tavolozza tante mestiche di colori per arrivare dalla tinta chiara alla scura, che come dice {{AutoreCitato|Giorgio Vasari|Vasari}} «n’aveva alcuna volta sulla tavoletta venticinque o trenta; e per ciascuna teneva il suo pennello appartato.» Questa diligenza non piaceva troppo nemmeno al Vasari, poiché scrisse «che essa non è forse più lodevole punto che sia una estrema negligenza».». |
Lorenzo di Credi fu pittore diligente. Non si curò di lavorare ad opere grandi perchè penava a condurle e vi durava fatica incredibile; anche per delle ragioni di mestiere, e cioè perchè i suoi colori erano troppo finemente macinati; e poiché ricercava inquietamente di aggiungere fra un colore e l’altro le gradazioni men brusche, a forza di ''nuances'' faceva sulla tavolozza tante mestiche di colori per arrivare dalla tinta chiara alla scura, che come dice {{AutoreCitato|Giorgio Vasari|Vasari}} « n’aveva alcuna volta sulla tavoletta venticinque o trenta; e per ciascuna teneva il suo pennello appartato. » Questa diligenza non piaceva troppo nemmeno al Vasari, poiché scrisse « che essa non è forse più lodevole punto che sia una estrema negligenza». ». |
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Il primo carattere di Lorenzo è dunque questa diligenza nel pingere — così che fin dai tempi di Vasari |
Il primo carattere di Lorenzo è dunque questa diligenza nel pingere — così che fin dai tempi di Vasari |
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delle regole e dei sottintesi | 77 |
24 Gennaio
Sperduti in quell’oceano deserto che è la nostra civiltà letteraria, gli scrittori e gli artisti italiani non hanno nè l’appoggio del limite, nè il pungolo della regola. Barcollanti e inquieti, si stremano a farsela. Ma quanti architetti riuscirebbero a costruire una cattedrale, se dovessero nello stesso tempo fare i calcoli e portare le pietre?
25 Gennaio
Un esempio mirabile dell’aiuto delle regole, dei sottintesi per creare ce lo dà Lorenzo di Credi.
Lorenzo di Credi fu pittore diligente. Non si curò di lavorare ad opere grandi perchè penava a condurle e vi durava fatica incredibile; anche per delle ragioni di mestiere, e cioè perchè i suoi colori erano troppo finemente macinati; e poiché ricercava inquietamente di aggiungere fra un colore e l’altro le gradazioni men brusche, a forza di nuances faceva sulla tavolozza tante mestiche di colori per arrivare dalla tinta chiara alla scura, che come dice Vasari « n’aveva alcuna volta sulla tavoletta venticinque o trenta; e per ciascuna teneva il suo pennello appartato. » Questa diligenza non piaceva troppo nemmeno al Vasari, poiché scrisse « che essa non è forse più lodevole punto che sia una estrema negligenza». ».
Il primo carattere di Lorenzo è dunque questa diligenza nel pingere — così che fin dai tempi di Vasari