Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/510: differenze tra le versioni
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sempre il redentore che ci rigenera continuamente; ella, la madre dataci sulla croce: ha gran potenza, ma affatto indiretta: il Cattolico non abbasserà mai il Creatore fino a questa creatura; nè lei eleverebbe a divinità, col che negherebbe quella di Gesù; il nome di lei nè tampoco si proferisce nell’amministrare i sacramenti; noi la preghiamo che preghi per noi peccatori: a lei portiamo affetto, usiamo famigliarità, appunto perchè somiglia a noi, provò i dolori nostri, eppur è tanto gloriosa. |
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ILLUSTRI ITALIANI |
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sempre il redentore^ che ci rigenera continuamente; ella, la madre |
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Chiedetene il più semplice credente, e vi risponderà che queste chiese sono la ''Casa di Dio:'' portano lo speciale vocabolo d’un tal santo o d’un tal fatto; vi saranno anche molti altari, dedicati a varj santi: che monta? il Cristiano li prega come intercessori presso il Dio unico. Giunge la festa di quella chiesa? ognuno v’accorre, ognuno vi fa una preghiera, e genuflessioni e inchini e baci in diverso modo: sono altrettante vie per avvicinarsi a Dio. |
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dataci sulla croce: ha gran potenza, ma affatto indiretta: il Cattolico |
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non abbasserà mai il Creatore fino a questa creatura; nò lei eleve- |
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Certo, come in tutte le dottrine concrete e vitali, è difficile assegnare teoricamente i limiti tra la verità e l’errore, tra il bene e il male. E viepiù quando si tratti d’affetti. Natura di questi è il correre senza ritegni, mirando all’oggetto proprio e a null’altro: e sarebbe freddo e inconcludente colui che sapesse serbare tutte le convenienze, misurare tutte le esternazioni. Di che importanza non sono per chi le scrive e per quello a cui son dirette le espressioni delle lettere amorose! Fate che un indiscreto le colga, che cadano sotto gli occhi d’un indifferente, che acquistino la pubblicità d’un giornale o d’un giudizio, parranno scempie o esagerate. |
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rebbe a divinità, col che negherebbe quella di Gesù; il nome di lei |
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nè tampoco si proferisce nell'amministrare i sacramenti; noi la pre- |
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Tanto avviene della devozione, qualora vogliasi anatomizzarla con fredda critica; è il cuore che sente, non la ragione che pruova; e atti e parole di supremo affetto per chi le usa, possono, direi devono incontrare la disapprovazione o la beffa di chi le analizza; che se furono adoprate da qualche persona di eminente santità, divengono venerabili al popolino, la cui religione tien facilmente qualche cosa di vulgare, qualche mistura di fanatico o di superstizioso. |
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ghiamo che preghi per noi peccatori: a lei portiamo affetto, usiamo |
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famigliarità, appunto perchè somiglia a noi, provò i dolori nostri, |
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Non mi dite che appunto il dovere del pastore è di correggerla, appurarla. La snaturereste. I pastori vegliano perchè non trasmodi; ma essi non ne sono gli autori; e se volessero imprimere tutti i moti a misura, la ucciderebbero. La devozione, perchè sia universale, deve abbracciare tutte le intelligenze, tutti i sentimenti; sto per dire |
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eppur è tanto gloriosa. |
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Chiedetene il più semplice credente, e vi risponderà che queste |
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chiese sono à Casa di Dio: portano lo speciale vocabolo d'un tal |
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santo 0 d'un tal fatto; vi saranno anche molti altari, dedicati a varj |
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santi: che monta? il Cristiano li prega come intercessori presso il |
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Dio unico. Giunge la festa di quella chiesa? ognuno v'accorre, ognuno |
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vi fa una preghiera, e genuflessioni e inchini e baci in diverso modo: |
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sono altrettante vie per avvicinarsi a Dio. |
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Certo, come in tutte le dottrine concrete e vitali, è difficile as- |
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segnare teoricamente i limiti tra la verità e l'errore, tra il bene e |
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il male. E viepiù quando si tratti d'affetti. Natura di questi è il correre |
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senza ritegni, mirando all'oggetto proprio e a nuU'altro: e sarebbe |
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freddo e inconcludente colui che sapesse serbare tutte le convenienze^ |
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misurare tutte le esternazioni. Di che importanza non sono per chi |
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le scrive e per quello a cui son dirette le espressioni delle lettere |
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amorose! Fate che. un indiscreto le colga, che cadano sotto gli occhi |
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d'un indifferente, che acquistino la pubblicità d'un giornale o d'un |
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giudizio, parranno scempie o esagerate. |
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Tanto avviene della devozione, qualora vogliasi anatomizzarla con |
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fredda critica; è il cuore che sente, non la ragione che pruova; e |
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atti e parole di supremo affetto per chi le usa, possono, direi de- |
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vono incontrare la disapprovazione o la beffa di chi le analizza; |
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che se furono adoprate da qualche persona di eminente santità, |
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divengono venerabili al popolino, la cui religione tien facilmente |
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qualche cosa di vulgare, qualche mistura di fanatico o di super- |
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stizioso. |
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Non mi dite che appunto il dovere del pastore è di correggerla, |
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appurarla. La snaturereste.! pastori vegliano perchè non trasmodi; |
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ma essi non ne sono gli autori; e se volessero imprimere tutti i moti |
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a misura, la ucciderebbero. La devozione, perchè sia universale, deve |
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abbracciare tutte le intelMgenze, tutti i sentimenti; sto per dire |
Versione delle 11:55, 18 feb 2018
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486 | illustri italiani |
sempre il redentore che ci rigenera continuamente; ella, la madre dataci sulla croce: ha gran potenza, ma affatto indiretta: il Cattolico non abbasserà mai il Creatore fino a questa creatura; nè lei eleverebbe a divinità, col che negherebbe quella di Gesù; il nome di lei nè tampoco si proferisce nell’amministrare i sacramenti; noi la preghiamo che preghi per noi peccatori: a lei portiamo affetto, usiamo famigliarità, appunto perchè somiglia a noi, provò i dolori nostri, eppur è tanto gloriosa.
Chiedetene il più semplice credente, e vi risponderà che queste chiese sono la Casa di Dio: portano lo speciale vocabolo d’un tal santo o d’un tal fatto; vi saranno anche molti altari, dedicati a varj santi: che monta? il Cristiano li prega come intercessori presso il Dio unico. Giunge la festa di quella chiesa? ognuno v’accorre, ognuno vi fa una preghiera, e genuflessioni e inchini e baci in diverso modo: sono altrettante vie per avvicinarsi a Dio.
Certo, come in tutte le dottrine concrete e vitali, è difficile assegnare teoricamente i limiti tra la verità e l’errore, tra il bene e il male. E viepiù quando si tratti d’affetti. Natura di questi è il correre senza ritegni, mirando all’oggetto proprio e a null’altro: e sarebbe freddo e inconcludente colui che sapesse serbare tutte le convenienze, misurare tutte le esternazioni. Di che importanza non sono per chi le scrive e per quello a cui son dirette le espressioni delle lettere amorose! Fate che un indiscreto le colga, che cadano sotto gli occhi d’un indifferente, che acquistino la pubblicità d’un giornale o d’un giudizio, parranno scempie o esagerate.
Tanto avviene della devozione, qualora vogliasi anatomizzarla con fredda critica; è il cuore che sente, non la ragione che pruova; e atti e parole di supremo affetto per chi le usa, possono, direi devono incontrare la disapprovazione o la beffa di chi le analizza; che se furono adoprate da qualche persona di eminente santità, divengono venerabili al popolino, la cui religione tien facilmente qualche cosa di vulgare, qualche mistura di fanatico o di superstizioso.
Non mi dite che appunto il dovere del pastore è di correggerla, appurarla. La snaturereste. I pastori vegliano perchè non trasmodi; ma essi non ne sono gli autori; e se volessero imprimere tutti i moti a misura, la ucciderebbero. La devozione, perchè sia universale, deve abbracciare tutte le intelligenze, tutti i sentimenti; sto per dire