Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/605: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione||{{Sc|giandomenico romagnosi}}|{{Sc|581}}|riga=si}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
solo fa procedere. Nella scienza dell’uomo dovette supporgli un istinto per la verità e pel meglio. Nella storia, riconoscendo la necessità d’una trasmissione, senza cui credeva che l’uomo, astrattamente perfettibile, non potesse giungere ad attuale perfezione, dovette ricorrere ad ignoti educatori, che da ignota terra recassero il sapere, e soli veggenti fra gli uomini ciechi, inventassero e culto e leggi e giustizia. Dunque supporre una ragionevolezza tradizionale, dunque supporre un tradizionale linguaggio: — il linguaggio! questo spiegateci, innanzi d’averci assicurato che tutto crolla dinanzi alla vostra analisi sterminatrice. |
|||
GIANDOMENICO ROMAGNOSI |
|||
581 |
|||
Possente dialettico, forte al generalizzare, giudizioso e tranquillo nell’ordine, alle scienze civili, legali, economiche propose sempre un fine eminentemente sociale, e di convertire in arte la dottrina; abituò a vigorosi sforzi l’intelletto, che non acquista bene se non quando acquista a fatica. |
|||
solo fa procedere. Nella scienza dell'uomo dovette supporgli un istinto |
|||
per la verità e pel meglio. Nella storia, riconoscendo la necessità |
|||
d'una trasmissione, senza cui credeva che l'uomo, astrattamente per- |
|||
fettibile, non potesse giungere ad attuale perfezione, dovette ricor- |
|||
{{Centrato|XVI.}} |
|||
rere ad ignoti educatori, che da ignota terra recassero il sapere, |
|||
e soli veggenti fra gli uomini ciechi, inventassero e culto e leggi |
|||
€ giustizia. Dunque supporre una ragionevolezza tradizionale, dun- |
|||
Allorchè leggiamo le opere di insigni e benevoli pensatori, amiamo figurarci sieno stati in grand’estimazione presso i contemporanei e vicini, adoprati a servigio dello Stato, il quale ha bisogno di profittare di tutte le abilità. L’esperienza mostra il contrario, e già Bacone avea notato che le idee comuni vengono encomiate dal pubblico, le mediocri gli strappano l’ammirazione, le sublimi gli sfuggono. |
|||
que supporre un tradizionale linguaggio: — il hnguaggioi questo |
|||
spiegateci, innanzi d'averci assicurato che tutto crolla dinanzi alla |
|||
Il Governo italiano utilizzò il Romagnosi; ma in tempo di tanto sfarzo, di pingui stipendj, di gloriose distinzioni, non ne fece meglio che un impiegato. Gli si assegnò una cattedra speciale a Milano, ma l’aveano un Salfì, un Giani, un Anelli, un Morali ed altri mediocri. Invitato a dare un piano d’istruzione, nel 1807 scriveva al Bramieri: — Io sarò probabilmente regio ispettore generale degli studj politicolegali di tutto il regno»; ma nol fu, non ottenne un titolo, non la decorazione della corona di ferro, che non mancò a tanti, così da meno di lui; «ma avrei temuto (ripeteva sovente) di non poter più essere altrettanto creduto, quando avessi portata sul petto una medaglia ». |
|||
vostra analisi sterminatrice. |
|||
Possente dialettico, forte al generalizzare, giudizioso e tranquillo |
|||
Il Governo austriaco ignorò sempre il documento del {{AutoreCitato|Niccolò Machiavelli|Machiavello}}, «che gli uomini prestanti bisogna o spegnerli o carezzarli: e si sarà forse ascritto a merito l’accettar gli articoli di lui in un giornale da esso |
|||
nell'ordine, alle scienze civili, legali, economiche propose sempre |
|||
un fine eminentemente sociale, e di convertire in arte la dottrina; |
|||
abituò a vigorosi sforzi l'intelletto, che non acquista bene se non |
|||
quando acquista a fatica. |
|||
XYI. |
|||
Allorché leggiamo le opere di insigni e benevoli pensatori, amiamo |
|||
figurarci sieno stati in grand'estimazione presso i contemporanei e |
|||
vicini, adoprati a servigio dello Stato, il quale ha bisogno di profittare |
|||
di tutte le abilità. L'esperienza mostra il contrario, e g-ià Bacone avea |
|||
notato che le idee comuni vengono encomiate dal pubblico, le me- |
|||
diocri gli strappano l'ammirazione, le sublimi gli sfuggono. |
|||
Il Governo italiano* utilizzò il Romagnosi; ma in tempo di tanto |
|||
sfarzo, di pingui stipendj, di gloriose distinzioni, non ne fece meglio |
|||
che un impiegato. Gli si assegnò una cattedra speciale a Milano, ma |
|||
l'aveano un Salfì, un Giani, un Anelli, un Morali ed altri mediocri. |
|||
Invitato a dare un piano d'istruzione, nel 1807 scriveva al Bramieri: |
|||
— Io sarò probabilmente regio ispettore generale degli studj politico- |
|||
legali di tutto il regno » ; ma noi fu, non ottenne un titolo, non la |
|||
decorazione della corona di ferro, che non mancò a tanti, cosi da |
|||
meno di lui; « ma avrei temuto (ripeteva sovente) di non poter più |
|||
e.ssere altrettanto creduto, quando avessi portata sul petto una me- |
|||
daglia ». |
|||
Il Governo austriaco ignorò sempre il documento del Machiavello, |
|||
«he gli uomilti prestanti bisogna o spegnerli o carezzarli: e si sarà |
|||
forse ascritto a merito l'accettar gli articoli di lui in un giornale da esso |
Versione delle 19:47, 2 mar 2018
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
giandomenico romagnosi | 581 |
solo fa procedere. Nella scienza dell’uomo dovette supporgli un istinto per la verità e pel meglio. Nella storia, riconoscendo la necessità d’una trasmissione, senza cui credeva che l’uomo, astrattamente perfettibile, non potesse giungere ad attuale perfezione, dovette ricorrere ad ignoti educatori, che da ignota terra recassero il sapere, e soli veggenti fra gli uomini ciechi, inventassero e culto e leggi e giustizia. Dunque supporre una ragionevolezza tradizionale, dunque supporre un tradizionale linguaggio: — il linguaggio! questo spiegateci, innanzi d’averci assicurato che tutto crolla dinanzi alla vostra analisi sterminatrice.
Possente dialettico, forte al generalizzare, giudizioso e tranquillo nell’ordine, alle scienze civili, legali, economiche propose sempre un fine eminentemente sociale, e di convertire in arte la dottrina; abituò a vigorosi sforzi l’intelletto, che non acquista bene se non quando acquista a fatica.
XVI.
Allorchè leggiamo le opere di insigni e benevoli pensatori, amiamo figurarci sieno stati in grand’estimazione presso i contemporanei e vicini, adoprati a servigio dello Stato, il quale ha bisogno di profittare di tutte le abilità. L’esperienza mostra il contrario, e già Bacone avea notato che le idee comuni vengono encomiate dal pubblico, le mediocri gli strappano l’ammirazione, le sublimi gli sfuggono.
Il Governo italiano utilizzò il Romagnosi; ma in tempo di tanto sfarzo, di pingui stipendj, di gloriose distinzioni, non ne fece meglio che un impiegato. Gli si assegnò una cattedra speciale a Milano, ma l’aveano un Salfì, un Giani, un Anelli, un Morali ed altri mediocri. Invitato a dare un piano d’istruzione, nel 1807 scriveva al Bramieri: — Io sarò probabilmente regio ispettore generale degli studj politicolegali di tutto il regno»; ma nol fu, non ottenne un titolo, non la decorazione della corona di ferro, che non mancò a tanti, così da meno di lui; «ma avrei temuto (ripeteva sovente) di non poter più essere altrettanto creduto, quando avessi portata sul petto una medaglia ».
Il Governo austriaco ignorò sempre il documento del Machiavello, «che gli uomini prestanti bisogna o spegnerli o carezzarli: e si sarà forse ascritto a merito l’accettar gli articoli di lui in un giornale da esso