Pagina:Vivanti - Sorella di Messalina.djvu/26: differenze tra le versioni

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detesto che si rida delle cose gravi. E l'amore è una cosa grave; l'amore è una cosa tragica e solenne. Io non concepisco l'amore che comincia con un sorriso e termina con un sospiro.
{{Pt|ciglia|sopracciglia}}. — Io detesto che si rida delle cose gravi. E l’amore è una cosa grave; l’amore è una cosa tragica e solenne. Io non concepisco l’amore che comincia con un sorriso e termina con un sospiro.
- E come volete che termini? - azzardò il giovane.

E come volete che termini? azzardò il giovane.

Ella lo saettò con gli occhi.
Ella lo saettò con gli occhi.

- Non deve terminare, non può terminare, - esclamò. - Io non ammetto che un uomo, il quale oggi mi ama, possa un giorno lasciarmi, riprendere la sua vita come se nulla fosse, parlare, camminare, ridere, scordare... o peggio! ricordare!... Ah! - e la signora rabbrividì, - è un pensiero mostruoso, abominevole. - Abbassò la voce e fissò nel giovane quei suoi occhi chiari, quasi fosforescenti tra le ciglia socchiuse: - Aveva pur ragione Messalina!... o era la duchessa di Nesle?... che quando aveva finito di amare un uomo lo faceva strozzare e gettare nel pozzo!
Non deve terminare, non può terminare, esclamò. Io non ammetto che un uomo, il quale oggi mi ama, possa un giorno lasciarmi, riprendere la sua vita come se nulla fosse, parlare, camminare, ridere, scordare... o peggio! ricordare!... Ah! e la signora rabbrividì, è un pensiero mostruoso, abominevole. Abbassò la voce e fissò nel giovane quei suoi occhi chiari, quasi fosforescenti tra le ciglia socchiuse: Aveva pur ragione Messalina!... o era la duchessa di Nesle?... che quando aveva finito di amare un uomo lo faceva strozzare e gettare nel pozzo!
- Deliziosa amante! - fece Alberto, non potendo trattenere il sorriso. - Voi dunque, fareste gettare nel pozzo l'uomo che vi avesse amata?

Ella gli fissò in viso quel suo sguardo strano, senza rispondere, e Alberto ripetè l'interrogazione, variandola un poco.
Deliziosa amante! fece Alberto, non potendo trattenere il sorriso. Voi dunque, fareste gettare nel pozzo l’uomo che vi avesse amata?
- Voi

Ella gli fissò in viso quel suo sguardo strano, senza rispondere, e Alberto ripetè l’interrogazione, variandola un poco.
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22 annie vivanti


ciglia. — Io detesto che si rida delle cose gravi. E l’amore è una cosa grave; l’amore è una cosa tragica e solenne. Io non concepisco l’amore che comincia con un sorriso e termina con un sospiro.

— E come volete che termini? — azzardò il giovane.

Ella lo saettò con gli occhi.

— Non deve terminare, non può terminare, — esclamò. — Io non ammetto che un uomo, il quale oggi mi ama, possa un giorno lasciarmi, riprendere la sua vita come se nulla fosse, parlare, camminare, ridere, scordare... o peggio! ricordare!... Ah! — e la signora rabbrividì, — è un pensiero mostruoso, abominevole. — Abbassò la voce e fissò nel giovane quei suoi occhi chiari, quasi fosforescenti tra le ciglia socchiuse: — Aveva pur ragione Messalina!... o era la duchessa di Nesle?... che quando aveva finito di amare un uomo lo faceva strozzare e gettare nel pozzo!

— Deliziosa amante! — fece Alberto, non potendo trattenere il sorriso. — Voi dunque, fareste gettare nel pozzo l’uomo che vi avesse amata?

Ella gli fissò in viso quel suo sguardo strano, senza rispondere, e Alberto ripetè l’interrogazione, variandola un poco.