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– Hai udito qualche rumore? – chiese la giovanetta.

– No, Than-Kiù – rispose Hong. – Mi sembravi così leggera, che t'avrei portato volontieri fino alla ''giunca''.

Than-Kiù sorrise, ma non rispose, e si mise a camminare dietro a Hong, il quale s'apriva faticosamente il passo fra quel caos di ebani verdi, di legni del ferro, così chiamati perché le loro fibre sfidano le migliori lame, di latanie, di cocchi, di tamarindi, di pandami e di manghi che intrecciavano confusamente
=== no match ===
i loro rami e le loro foglie gigantesche.

Dopo d'aver costeggiato per qualche tempo la riva, Hong si fermò, additando a Than-Kiù una massa nera che galleggiava in mezzo al fiume.

– La ''tow-mêng''? – chiese ella.

– Sì, la ''giunca'' di Tseng-Kai.

– Budda li ha protetti – mormorò la giovane.

Poi volgendosi verso Hong e stringendogli la mano, gli disse con voce dolce:

– Grazie ancora, mio amico; Than-Kiù non dimenticherà mai questa notte.

Quindi guardandolo fisso e posandogli le mani sulle spalle, aggiunse:

– Tu sei leale.

– Cosa vuoi dire con queste parole? – chiese Hong.

– Tu mi hai compresa... tu, che mi ami – mormorò ella.

– Sì, ma senza speranza, perché Romero ti ha spezzato il cuore, è vero, Than-Kiù? – chiese egli con profonda tristezza.

La giovane cinese gli mise un dito sulle labbra come per impedirgli di proseguire e scese la riva dicendo:

– Andiamo, mio fedele amico: avremo appena il tempo per prepararci alla difesa.


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La ''tow-mêng'' si trovava ancorata al medesimo posto dove l'avevano lasciata, a eguale distanza dalle due rive, con le vele semiabbassate, non avendo forse il sospettoso Tseng-Kai stimato prudente di farle levare, onde essere in grado di prendere prontamente il largo al menomo indizio d'una aggressione.
La ''tow-mêng'' si trovava ancorata al medesimo posto dove l'avevano lasciata, a eguale distanza dalle due rive, con le vele semiabbassate, non avendo forse il sospettoso Tseng-Kai stimato prudente di farle levare, onde essere in grado di prendere prontamente il largo al menomo indizio d'una aggressione.
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Versione delle 22:35, 26 giu 2018


– Hai udito qualche rumore? – chiese la giovanetta.

– No, Than-Kiù – rispose Hong. – Mi sembravi così leggera, che t'avrei portato volontieri fino alla giunca.

Than-Kiù sorrise, ma non rispose, e si mise a camminare dietro a Hong, il quale s'apriva faticosamente il passo fra quel caos di ebani verdi, di legni del ferro, così chiamati perché le loro fibre sfidano le migliori lame, di latanie, di cocchi, di tamarindi, di pandami e di manghi che intrecciavano confusamente

no match

i loro rami e le loro foglie gigantesche.

Dopo d'aver costeggiato per qualche tempo la riva, Hong si fermò, additando a Than-Kiù una massa nera che galleggiava in mezzo al fiume.

– La tow-mêng? – chiese ella.

– Sì, la giunca di Tseng-Kai.

– Budda li ha protetti – mormorò la giovane.

Poi volgendosi verso Hong e stringendogli la mano, gli disse con voce dolce:

– Grazie ancora, mio amico; Than-Kiù non dimenticherà mai questa notte.

Quindi guardandolo fisso e posandogli le mani sulle spalle, aggiunse:

– Tu sei leale.

– Cosa vuoi dire con queste parole? – chiese Hong.

– Tu mi hai compresa... tu, che mi ami – mormorò ella.

– Sì, ma senza speranza, perché Romero ti ha spezzato il cuore, è vero, Than-Kiù? – chiese egli con profonda tristezza.

La giovane cinese gli mise un dito sulle labbra come per impedirgli di proseguire e scese la riva dicendo:

– Andiamo, mio fedele amico: avremo appena il tempo per prepararci alla difesa.




12.

L'ASSALTO DELLA GIUNCA


La tow-mêng si trovava ancorata al medesimo posto dove l'avevano lasciata, a eguale distanza dalle due rive, con le vele semiabbassate, non avendo forse il sospettoso Tseng-Kai stimato prudente di farle levare, onde essere in grado di prendere prontamente il largo al menomo indizio d'una aggressione.