Rime (Guittone d'Arezzo)/O carissimi miei, qual è cagione: differenze tra le versioni

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<poem>
O carissimi miei, qual è cagione
per che sì forte Dio disubidimo?
Ô ch’el sia reo, o che ’l non giusto ’npone?
{{R|4}}Ché s’è ciò, certo non mal, se ’l fugimo.
Veggiamo donque d’esso onni offensione.
Ô lo bon sommo, e di bon tutto è primo,
ed impon noi che cor, fatt’e sermone
{{R|8}}abbiàn lungi d’onni dilaido limo.
Discreto, retto, agente ordin orrato
vol costum’ogni nostro, e a be sia,
{{R|11}}e che l’un aggia all’altro in catun fato
amore, bonitate e cortesia;
e regno in pregio dar, s’è ciò servato:
{{R|14}}ecco rea di lui tutto e villania.
</poem>

Versione attuale delle 23:50, 31 lug 2018

O carissimi miei, qual è cagione

../De vizi tutti, frati, e vertù dire ../Necessaro mangiar e bere è chiaro IncludiIntestazione 13 settembre 2008 75% poesie

Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
O carissimi miei, qual è cagione
De vizi tutti, frati, e vertù dire Necessaro mangiar e bere è chiaro


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202

Perché non ubbidiamo a Dio? È egli forse malvagio?.


     O carissimi miei, qual è cagione
per che sí forte Dio disubidimo?
Ô ch’el sia reo, o che ’l non giusto ’npone?
4Ché s’è ciò, certo non mal, se ’l fugimo.
     Veggiamo donque d’esso onni offensione.
Ô lo bon sommo, e di bon tutto è primo,
ed impon noi che cor, fatt’e sermone
8abbián lungi d’onni dilaido limo.
     Discreto, retto, agente ordin orrato
vol costum’ogni nostro, e a be sia,
11e che l’un aggia all’altro in catun fato
     amore, bonitate e cortesia;
e regno in pregio dar, s’è ciò servato:
14ecco rea di lui tutto e villania.