Pagina:Jeans - L'Universo Misterioso, 1932.djvu/68: differenze tra le versioni

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tavola II). E lo stesso è il risultato, se la corrente d’elettroni è fatta passare attraverso un’apertura molto stretta: essi si diffondono lateralmente e producono un effetto di diffrazione che rassomiglia molto a quello che producono le onde luminose (fig. 1 e 2, tav. II).
tavola II). E lo stesso è il risultato, se la corrente d’elettroni è fatta passare attraverso un’apertura molto stretta: essi si diffondono lateralmente e producono un effetto di diffrazione che rassomiglia molto a quello che producono le onde luminose (fig. 1 e 2, tav. II). Questo non deve naturalmente provare che un elettrone consiste di onde, ma si tratta di sapere se un sistema di onde non ci dia un’immagine migliore dell’elettrone, di quel che non faccia una particella rigida. Attualmente un sistema di onde fornisce un modello che sinora non ha mai mancato di tradire il comportamento d’un elettrone, mentre la concezione dell’elettrone come un corpuscolo rigido in varie circostanze ha fallito.

Questo non deve naturalmente provare che un elettrone consiste di onde, ma si tratta di sapere se un sistema di onde non ci dia un’immagine migliore dell’elettrone, di quel che non faccia una particella rigida. Attualmente un sistema di onde fornisce un modello che sinora non ha mai mancato di tradire il comportamento d’un elettrone, mentre la concezione dell’elettrone come un corpuscolo rigido in varie circostanze ha fallito.


La nuova meccanica delle onde mostra che un elettrone o un protone in moto deve comportarsi come un sistema d’onde di determinata lunghezza; questa dipende dalla massa del mobile, e dalla sua velocità di moto, non da altro. E la lunghezza d’onda, che si assegna all’elettrone e protone, moventisi sotto ordinarie condizioni di laboratorio, è tale che può essere facilmente misurata con apparecchi ordinari.
La nuova meccanica delle onde mostra che un elettrone o un protone in moto deve comportarsi come un sistema d’onde di determinata lunghezza; questa dipende dalla massa del mobile, e dalla sua velocità di moto, non da altro. E la lunghezza d’onda, che si assegna all’elettrone e protone, moventisi sotto ordinarie condizioni di laboratorio, è tale che può essere facilmente misurata con apparecchi ordinari.

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68 il nuovo mondo della fisica moderna


tavola II). E lo stesso è il risultato, se la corrente d’elettroni è fatta passare attraverso un’apertura molto stretta: essi si diffondono lateralmente e producono un effetto di diffrazione che rassomiglia molto a quello che producono le onde luminose (fig. 1 e 2, tav. II). Questo non deve naturalmente provare che un elettrone consiste di onde, ma si tratta di sapere se un sistema di onde non ci dia un’immagine migliore dell’elettrone, di quel che non faccia una particella rigida. Attualmente un sistema di onde fornisce un modello che sinora non ha mai mancato di tradire il comportamento d’un elettrone, mentre la concezione dell’elettrone come un corpuscolo rigido in varie circostanze ha fallito.

La nuova meccanica delle onde mostra che un elettrone o un protone in moto deve comportarsi come un sistema d’onde di determinata lunghezza; questa dipende dalla massa del mobile, e dalla sua velocità di moto, non da altro. E la lunghezza d’onda, che si assegna all’elettrone e protone, moventisi sotto ordinarie condizioni di laboratorio, è tale che può essere facilmente misurata con apparecchi ordinari.

Esperimenti che si possono descrivere come riflessione e rifrazione d’elettroni sono stati fatti da Davisson e Germer in America, dal prof. G. P. Thomson in Aberdeen, da Rupp in Germania, da Kikuchi in Giappone, e da molti altri. Elettroni mobili sono