Pagina:Ispirazioni di Ida Baccini.djvu/15: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione||– |
{{RigaIntestazione||– 12 –|}} |
||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 2: | Riga 2: | ||
ignorata, oh quelle son sublimi d’abnegazione e di forza morale! ... non è vero? |
ignorata, oh quelle son sublimi d’abnegazione e di forza morale! ... non è vero? |
||
Amico mio! Io conobbi una gentil e soave giovinetta —; fidanzala dai suoi più teneri anni ad un uomo ricco e brillate (al quale avevala incatenata la dispotica volontà d’un padre inesorabile) essa aspirava continuamente al palpito d’un amore alto e generoso — aspirazione tanto più dolorosa inquantochè non poteva abbandonarvisi senza colpa. |
Amico mio! Io conobbi una gentil e soave giovinetta — ; fidanzala dai suoi più teneri anni ad un uomo ricco e brillate (al quale avevala incatenata la dispotica volontà d’un padre inesorabile) essa aspirava continuamente al palpito d’un amore alto e generoso — aspirazione tanto più dolorosa inquantochè non poteva abbandonarvisi senza colpa. |
||
Ma era scritto nel libro del Destino che essa doveva amare. |
Ma era scritto nel libro del Destino che essa doveva amare. |
||
Riga 12: | Riga 12: | ||
« — Dalla gratitudine all’amor vi fu una breve distanza; ma io la distrussi, finchè il palpito della riconoscenza si confuse in me in quello d’un amore nascente. |
« — Dalla gratitudine all’amor vi fu una breve distanza; ma io la distrussi, finchè il palpito della riconoscenza si confuse in me in quello d’un amore nascente. |
||
Si! Io l’amai d’un affetto immenso e disperato; immenso |
Si! Io l’amai d’un affetto immenso e disperato; immenso poiCHÈ nell’udire un pezzo di musica italiana, nel'aspirare il profomo d’un fiore, o nell’ammirare un mesto chiaro di luna, il mio pensier inebriato volava sempre a lui – : disperato, poiché una barriera di ferro ne divideva, e poiché la oscura fannulla del popolo era troppo altera per mendicare uno sguardo d’amore dall’illustre titolalo. |
||
Ma la riservatezza dell'orgoglio fu vinta dall’impeto del sentimento, ed allorquando i suoi begli occhi neri si fìssavano nei miei, il volto avevo irradiato dal lampo di quella beatitudine che ci sublima fino a Dio ... |
Versione delle 18:25, 14 gen 2019
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
– 12 – |
ignorata, oh quelle son sublimi d’abnegazione e di forza morale! ... non è vero?
Amico mio! Io conobbi una gentil e soave giovinetta — ; fidanzala dai suoi più teneri anni ad un uomo ricco e brillate (al quale avevala incatenata la dispotica volontà d’un padre inesorabile) essa aspirava continuamente al palpito d’un amore alto e generoso — aspirazione tanto più dolorosa inquantochè non poteva abbandonarvisi senza colpa.
Ma era scritto nel libro del Destino che essa doveva amare.
Ti trascrivo l’ingenua confessione che essa stessa mi fece dell’amor suo, e ti sarà impossibile il non commouverti alla descrizione di un affetto cotanto grande e puro.
« — Dalla gratitudine all’amor vi fu una breve distanza; ma io la distrussi, finchè il palpito della riconoscenza si confuse in me in quello d’un amore nascente.
Si! Io l’amai d’un affetto immenso e disperato; immenso poiCHÈ nell’udire un pezzo di musica italiana, nel'aspirare il profomo d’un fiore, o nell’ammirare un mesto chiaro di luna, il mio pensier inebriato volava sempre a lui – : disperato, poiché una barriera di ferro ne divideva, e poiché la oscura fannulla del popolo era troppo altera per mendicare uno sguardo d’amore dall’illustre titolalo.
Ma la riservatezza dell'orgoglio fu vinta dall’impeto del sentimento, ed allorquando i suoi begli occhi neri si fìssavano nei miei, il volto avevo irradiato dal lampo di quella beatitudine che ci sublima fino a Dio ...