Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/136: differenze tra le versioni

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libro sesto 127

deva cinque città (i) in un muro di cento ottanta sta* dii} ma non parve necessario ch’essa occupasse di nuovo tutto quel grande ciróuito, e però Augusto giudicò opportuno di popolar meglio quella parte eh1 era situata verso l’isola Ortigia, «che di per sè aveva uua circonferenza convenieute ad una città.

Ortigia è congiunta col continente da un ponte; ed ha una fontana detta Aretusa, la quale divieu tubilo fiume e si getta nel mare. Ma si favoleggia elle quslo fiume sia l’Alfeo il quale, cominciando nel Pclopouneso, e guidando la sua corrente «otterrà a traverso del mare èno al luogo dov’è la fontana Aretusa, quivi sbocchi di nuovo e vada’ al mare. E ne fan congettura da questo , che una fiala caduta dentro quel fiume in Oli mpia fn trovata a Orligia nell’Aretusa e dall’osservarsi che questa s’intorbida quando in Olimpia si fa il sacrificio de’ buoi. Però Piudaro seguitando questa opinione disse:

Orligia, o bel riposo Del sacro Alfeo per l'acque d'Aretusa (a).

Ed anche Io .storico Timeo concorda in queste cose cou Pindaro. E veramente, se prima di giungere al mare I’ Alfeo si sprofondasse in qualche baratro potrebbe credersi che di quivi producesse poi il suo corso sotto terra fin nella Sicilia, salvando la sua acqua da Ogui mesc’n nza col mare, siccbè si trovasse ancor buoua da bere: ma poichè invece l’Mfeo entra manifesta(i) Letteralmente: Era una penlapoli; nirrairiAir y*f 5*.

(a) Netn. i, v. i, trad. del Mezzanotte.

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