Pagina:A Prato impressioni d'arte.djvu/81: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Divudi85 (discussione | contributi)
 
Luigi62 (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:


V. pag. 51, riga 2:
V. pag. 51, riga 2:


La figura giacente di Gimignano Inghirami nel mausoleo marmoreo nel chiostro della chiesa di S. Francesco, è un lavoro de’ la buona epoca quattrocentista con reminiscenze di quell’Arte funeraria che fu così nobilmente interpretata da Desiderio da Settignano e dal Rossellino,
<section begin="3" />La figura giacente di Gimignano Inghirami nel mausoleo marmoreo nel chiostro della chiesa di S. Francesco, è un lavoro de’ la buona epoca quattrocentista con reminiscenze di quell’Arte funeraria che fu così nobilmente interpretata da Desiderio da Settignano e dal Rossellino.<section end="3" />




Riga 7: Riga 9:
V. pag. 53, riga 27 fino a pag. 54, riga 24:
V. pag. 53, riga 27 fino a pag. 54, riga 24:


Nel Catalogo descrittivo delle opere d’Arte, esistenti nelle Marche e nell’ Umbria, compilato da Giovanni Morelli e G. B. Cavalcaselle, per incarico del ministro Quintino Sella nell’anno 1861 62 e riportato nel Voi. II, anno II delle ''Gallerie Italiane'' Roma 1896, trovo che V altare di Gradara (vedi pag. 53-54 del mio lavoro) è da loro attribuito a Luca Della Robbia, stimandone a 40,000 lire circa il valore. Per quanto il giudizio di giudici così competenti sia da prendersi in considerazione, i segni palesi dell’Arte di Andrea si impongono a mio credere e si affermano in modo assoluto, tanto da escludere qualsiasi altra opinione.
<section begin="4" />Nel Catalogo descrittivo delle opere d’Arte, esistenti nelle Marche e nell’Umbria, compilato da {{Wl|Q923703|Giovanni Morelli}} e {{AutoreCitato|Giovanni Battista Cavalcaselle|G. B. Cavalcaselle}}, per incarico del ministro {{AutoreCitato|Quintino Sella|Quintino Sella}} nell’anno 1861-62 e riportato nel Vol. II, anno II delle ''{{TestoAssente|Gallerie Italiane}}'' Roma 1896, trovo che l’altare di Gradara (vedi pag. 53-54 del mio lavoro) è da loro attribuito a Luca Della Robbia, stimandone a 40,000 lire circa il valore. Per quanto il giudizio di giudici così competenti sia da prendersi in considerazione, i segni palesi dell’Arte di Andrea si impongono a mio credere e si affermano in modo assoluto, tanto da escludere qualsiasi altra opinione.<section end="4" />
{{Rule|4em|t=6|v=2}}
{{Rule|4em|t=6|v=2}}

Versione attuale delle 17:43, 26 gen 2019


— 63 —


V. pag. 51, riga 2:

La figura giacente di Gimignano Inghirami nel mausoleo marmoreo nel chiostro della chiesa di S. Francesco, è un lavoro de’ la buona epoca quattrocentista con reminiscenze di quell’Arte funeraria che fu così nobilmente interpretata da Desiderio da Settignano e dal Rossellino.


V. pag. 53, riga 27 fino a pag. 54, riga 24:

Nel Catalogo descrittivo delle opere d’Arte, esistenti nelle Marche e nell’Umbria, compilato da Giovanni Morelli e G. B. Cavalcaselle, per incarico del ministro Quintino Sella nell’anno 1861-62 e riportato nel Vol. II, anno II delle Gallerie Italiane Roma 1896, trovo che l’altare di Gradara (vedi pag. 53-54 del mio lavoro) è da loro attribuito a Luca Della Robbia, stimandone a 40,000 lire circa il valore. Per quanto il giudizio di giudici così competenti sia da prendersi in considerazione, i segni palesi dell’Arte di Andrea si impongono a mio credere e si affermano in modo assoluto, tanto da escludere qualsiasi altra opinione.