Pagina:A Prato impressioni d'arte.djvu/20: differenze tra le versioni

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sono i più vasti e importanti di questi affreschi, sebbene non scevri da qualche ritocco ed in parte danneggiati dal tempo.
sono i più vasti e importanti di questi affreschi, sebbene non scevri da qualche ritocco ed in parte danneggiati dal tempo.


Il {{AutoreCitato|Giovanni Battista Cavalcaselle|Cavalcaselle}}<ref>''{{smaller|{{AutoreCitato|Giovanni Battista Cavalcaselle|G. B. Cavalcaselle}}'' e ''{{Wl|Q725266|{{smaller|I. A. Crowe}}}}}}''. {{smaller|{{TestoAssente|Storia della Pittura in Italia dal Sec. II al sec. XVI}}}}. {{smaller|Vol. IV. — Firenze, Le Monnier 1897}}.</ref> nell’esame del primo non trova felice il movimento, nè belle le proporzioni nella figura di Salomé; ma io lo credo in errore, malgrado la mano difettosa e altre mende minori, e benchè in altre figure vi sia una più solida modellatura ed una vibrazione più intensa di vita; come nelle due donne strette l’una contro l’altra, che si spaventano alla vista orribile della testa recisa che Salomè — inginocchiata dall’altro lato dell’affresco, secondo l’uso del tempo che in un sol quadro raccoglieva varii episodi — offre alla madre Erodiade. Quasi sembra di udire le parole sottovoce, mentre i corpi sembrano fremere nel nervosismo dell’inquietudine.
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Anche il volto della moglie di Erode si impone nella sua impassibilità, e se nei lineamenti ricorda la figlia, è così diversa dall’espressione da essere ugualmente interessante.
Anche il volto della moglie di Erode si impone nella sua impassibilità, e se nei lineamenti ricorda la figlia, è così diversa dall’espressione da essere ugualmente interessante.

Versione delle 18:20, 26 gen 2019


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sono i più vasti e importanti di questi affreschi, sebbene non scevri da qualche ritocco ed in parte danneggiati dal tempo.

Il Cavalcaselle1 nell’esame del primo non trova felice il movimento, nè belle le proporzioni nella figura di Salomè; ma io lo credo in errore, malgrado la mano difettosa e altre mende minori, e benchè in altre figure vi sia una più solida modellatura ed una vibrazione più intensa di vita; come nelle due donne strette l’una contro l’altra, che si spaventano alla vista orribile della testa recisa che Salomè — inginocchiata dall’altro lato dell’affresco, secondo l’uso del tempo che in un sol quadro raccoglieva varii episodi — offre alla madre Erodiade. Quasi sembra di udire le parole sottovoce, mentre i corpi sembrano fremere nel nervosismo dell’inquietudine.

Anche il volto della moglie di Erode si impone nella sua impassibilità, e se nei lineamenti ricorda la figlia, è così diversa dall’espressione da essere ugualmente interessante.

Fra Filippo è riuscito dunque, conservando un tipo femminile unico, a mettervi in rilievo tutte le passioni umane come un attore che

  1. G. B. Cavalcaselle e I. A. Crowe. Storia della Pittura in Italia dal Sec. II al sec. XVI. Vol. IV. — Firenze, Le Monnier 1897.