Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/402: differenze tra le versioni
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Avventura Diciottesima |
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In clic modo Sigemundo ritornò al suo paese |
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I Nibelunghi 333 i |
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Là 've incontrolla. Ei disse a la regina: |
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Per la tua fede. E non t’ è d’uopo a quelli : |
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Noi torneremo in nostra terra. Credo |
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Che t’ han fatto dolor, l’anima tua |
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Che ospiti disamati qui siam noi |
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Ilan conturbata, dimandar servigi. |
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Presso al Reno. Venite, o donna assai |
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Di mia ricchezza vivrai tu. — Cotosto |
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Cara, Kriemhilde, al mio paese. Un core |
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Avvenir non potrà, disse colei |
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Sleal poi che ci rese in questa terra |
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Ai cavaliero. S’io veder dovessi |
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Orbi del vostro inclito sposo, a voi |
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Hàgene ancora, mi morrei d’affanno. |
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Portar la pena anche non tocca. E voglio |
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Dolce sorella mia, sciolta di tanto : |
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Per quella vita del mio dolce figlio |
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10 ti farò. Presso al fratello tuo, |
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Esser fedele a voi. Su ciò v’è d’uopo |
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Giselliero, tu resta. Io de la morte |
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Andar di dubbio sciolta. E la possanza |
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Dell’uomo tuo vo’ consolarti. —E quella, : |
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Tutta avrete pur anco, o donna mia, |
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Poverella di Dio, cosi rispose : |
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Poiché, con tal bontà, sì la pregava |
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11 giovinetto, Ute e Gernòt e quelli |
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Suoi congiunti fedeli incominciare |
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A supplicar. Ch’ella restasse ancora, |
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Pregavan essi ; e niun congiunto invero : |
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Di Sifrido tra i prodi ella si avea. |
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Gernòt cosi dicea: Tutti là sono |
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Stranieri a voi, nè tanto vive alcuno, |
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Anche se forte, che non giaccia estinto. : |
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I 334 I |
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Versione delle 21:55, 17 feb 2019
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Avventura Diciottesima
In clic modo Sigemundo ritornò al suo paese
Di Kriemhilde lo suocero sen venne
Là 've incontrolla. Ei disse a la regina:
Noi torneremo in nostra terra. Credo
Che ospiti disamati qui siam noi
Presso al Reno. Venite, o donna assai
Cara, Kriemhilde, al mio paese. Un core
Sleal poi che ci rese in questa terra
Orbi del vostro inclito sposo, a voi
Portar la pena anche non tocca. E voglio
Per quella vita del mio dolce figlio
Esser fedele a voi. Su ciò v’è d’uopo
Andar di dubbio sciolta. E la possanza
Tutta avrete pur anco, o donna mia,