Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/181: differenze tra le versioni

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1* Dom. Dov’è Poptan? Che non ci aiuta a sgombrar le mense?
1° ''Dom''. Dov’è Poptan? Che non ci aiuta a sgombrar le mense? Al diavolo l’infingardo! E dove ripose i canestri?

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2° Dom. {senea badargli, e guardandosi le mant) Se mai la
''Dom''. (''senza badargli, e guardandosi le mani'') Se mai la mondezza dovesse rifuggirsi nelle mani d’un sol uomo, e questo uomo non si lavasse le mani, in verità la sarebbe un’incompatibile vergogna.

mondezza dovesse rifuggirsi nelle mani d’un sol uomo, e questo
1° ''Dom''. Appartate cotesti deschi; mettete altrove que’ seggi consolari; vegliate sui vasellamenti. Tu ponmi in serbo, amico, qualche frusto di marzapane, e di’ al portiere che lasci entrar Susanna.{{spazi|5}}(''Voci di dentro che chiamano'')
uomo non si lavasse le mani, in verità la sarebbe un’incompatibile

vergogna.
''Dom''. Eccoci, eccoci.
1° Dom. Appartate cotesti deschi; mettete altrove que’ seggi

consolari; vegliate sui vasellamenti. Tuponmiin serbo, amico,
''Dom''. Siam chiamati, siam domandati nella sala maggiore. Animo, animo; presto, presto.
qualche frusto di marzapane, e di’ al portiere che lasci entrar

Susanna. (Foct di dentro che chiamano)
2° ''Dom''. Ma in due luoghi in pari tempo non potrem mai essere. Orsù, compagni, gioia e allegria; e quegli che sopravvive agli altri sia l’erede di tutti.
2° Dom. Eccoci, eccoci.

1° Dom. Siam chiamati, siam domandati nella sala maggiore.
(''escono; entra Capuleto cogli ospiti, colle maschere, ecc.'')
Animo, animo; presto, presto.

2° Dom. Ma in due luoghi in pari tempo non potrem mai essere.
''Cap''. Salvete, gentiluomini; salvete, leggiadre donzelle. L’onore che mi faceste col venire da me, mi ricorda i begli anni di mia giovinezza, quand’io pure agile e snello intrecciava le danze con fanciulle belle come voi. Oh! quei giorni passarono, passarono per sempre! Ma non voglio in istanti sì giocondi contristarmi con fosche reminiscenze. Su, su, musici, suonate a festa; e voi, vaghe donzelle, incominciate la danza<ref>Qui, traducendo alla lettera, si sarebbe dovuto dire: ''E quella che si rifiuta di ballare giuro che ha incalliti i piedi. (''I’ll swear hath corns'').</ref>. (''cominciano i suoni, e con essi i balli'') Olà, famigli, olà, recate altri torchi; spegnete il fuoco, onde la sala non divenga troppo calda. Ah! quest’è {{Pt|ricrea-|}}
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agli altri sia l’erede di tutti.
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Cap. Salvete, gentiluomini; salvete, leggiadre donzelle. L’onore
che mi faceste col venire da me, mi ricorda i begli anni di mia
giovinezza, quand’io pure agile e snello intrecciava le danze con
fanciulle belle come voi. Oh 1 quei giorni passarono, passarono
per sempre! Ma non voglio in istanti sì giocondi contristarmi
con fosche reminiscenze. Su, su, musici, suonate a festa; e voi,
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Versione delle 22:36, 20 feb 2019

170 giulietta e romeo


Rom. Temo che vi armeremo troppo presto. Ho in me un presentimento, che qualche gran vicenda, che tuttora allibra sui ragni della mia stella, aspetti, per manifestarsi, questa festa, onde poi avviare la stanca mia vita in sentiero di morte volontaria. Ma quegli che governa i miei destini, a sua posta mi diriga. — Andiamo, amici; cavalieri, sono con voi.

Benv. Tamburi, battete.     (escono)

SCENA V.

Una sala nella casa dei Capuleti.

Alcuni Suonatori e Domestici.

Dom. Dov’è Poptan? Che non ci aiuta a sgombrar le mense? Al diavolo l’infingardo! E dove ripose i canestri?

Dom. (senza badargli, e guardandosi le mani) Se mai la mondezza dovesse rifuggirsi nelle mani d’un sol uomo, e questo uomo non si lavasse le mani, in verità la sarebbe un’incompatibile vergogna.

Dom. Appartate cotesti deschi; mettete altrove que’ seggi consolari; vegliate sui vasellamenti. Tu ponmi in serbo, amico, qualche frusto di marzapane, e di’ al portiere che lasci entrar Susanna.     (Voci di dentro che chiamano)

Dom. Eccoci, eccoci.

Dom. Siam chiamati, siam domandati nella sala maggiore. Animo, animo; presto, presto.

Dom. Ma in due luoghi in pari tempo non potrem mai essere. Orsù, compagni, gioia e allegria; e quegli che sopravvive agli altri sia l’erede di tutti.

(escono; entra Capuleto cogli ospiti, colle maschere, ecc.)

Cap. Salvete, gentiluomini; salvete, leggiadre donzelle. L’onore che mi faceste col venire da me, mi ricorda i begli anni di mia giovinezza, quand’io pure agile e snello intrecciava le danze con fanciulle belle come voi. Oh! quei giorni passarono, passarono per sempre! Ma non voglio in istanti sì giocondi contristarmi con fosche reminiscenze. Su, su, musici, suonate a festa; e voi, vaghe donzelle, incominciate la danza1. (cominciano i suoni, e con essi i balli) Olà, famigli, olà, recate altri torchi; spegnete il fuoco, onde la sala non divenga troppo calda. Ah! quest’è ricrea-

  1. Qui, traducendo alla lettera, si sarebbe dovuto dire: E quella che si rifiuta di ballare giuro che ha incalliti i piedi. (I’ll swear hath corns).