Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/296: differenze tra le versioni

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Di più caro e gradito. Allor ch’io penso

Di più caro c gradito. Allor eh’ io penso
Di tua scrocchia il far cortese e gli alti
Di tua scrocchia il far cortese e gli alti
E generosi spirti, ohquanto dolce
E generosi spirti, oh! quanto dolce
A me ritorna il ricordar quel tempo
A me ritorna il ricordar quel tempo
In che insieme assidemmo, al di che in pria
{{R|40}}In che insieme assidemmo, al di che in pria
Tua donna diventai Con molto onore
Tua donna diventai! Con molto onore
Amare ella ben può Sifrido il forte!
Amare ella ben può Sifrido il forte!
Ella si a lungo supplicò, risposta
Ella a lungo supplicò, risposta
Fin che le diede il re Ben voi sapete
Fin che le diede il re: Ben voi sapete
Che ospiti non vid’ io si volentieri
{{R|45}}Che ospiti non vid’io volentieri
Come cotesti. E pregarmi v’ è d’uopo
Come cotesti. E pregarmi v’è d’uopo
Più dolcemente, ch’io gii vo’ i miei messi
Più dolcemente, ch’io gii vo’ i miei messi
Appo quelli inviar, si ch’ellr a noi
Appo quelli invïar, ch’elli a noi
Vengan sul Reno. — Anche dovete voi,
Vengan sul Reno. — Anche dovete voi,
La regina dicea, dirmi chi mai
{{R|50}}La regina dicea, dirmi chi mai
Mandar vorrete, c in quali giorni ancora
Mandar vorrete, e in quali giorni ancora
A questi terra i dolci nostri amici
A questa terra i dolci nostri amici
Venir potranno. Or, chi mandar volete,
Venir potranno. Or, chi mandar volete,
Fate che noto anche mi sia. — Cotesto,
Fate che noto anche mi sia. — Cotesto,
Rispose il prence, ben farò. De’ miei
{{R|55}}Rispose il prence, ben farò. De’ miei
Trenta vogl’io che cavalcando partano. —
Trenta vogl’io che cavalcando partano. —
E questi innanzi a sè chiamò, per essi
E questi innanzi a sè chiamò, per essi

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Versione delle 00:25, 2 mar 2019


I Nibelunghi 225

Di più caro e gradito. Allor ch’io penso
Di tua scrocchia il far cortese e gli alti
E generosi spirti, oh! quanto dolce
A me ritorna il ricordar quel tempo
40In che insieme assidemmo, al di che in pria
Tua donna diventai! Con molto onore
Amare ella ben può Sifrido il forte!
     Ella sì a lungo supplicò, risposta
Fin che le diede il re: Ben voi sapete
45Che ospiti non vid’io sì volentieri
Come cotesti. E pregarmi v’è d’uopo
Più dolcemente, ch’io gii vo’ i miei messi
Appo quelli invïar, sì ch’elli a noi
Vengan sul Reno. — Anche dovete voi,
50La regina dicea, dirmi chi mai
Mandar vorrete, e in quali giorni ancora
A questa terra i dolci nostri amici
Venir potranno. Or, chi mandar volete,
Fate che noto anche mi sia. — Cotesto,
55Rispose il prence, ben farò. De’ miei
Trenta vogl’io che cavalcando partano. —
E questi innanzi a sè chiamò, per essi

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