Pagina:Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu/22: differenze tra le versioni

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Non c’è spettacolo in Italia, che mi stupisca più che la dolcezza di tutte le cose visibili. Una luce viola tinge le città di marmo, che spesse mura rivestite d’edera chiudono sulle vette delle colline. Quando non sorgono sull’orizzonte di una pianura selvaggia, quando non si cingono di oliveti come dee nascenti dalle spume marine, queste capitali abbandonate dai Re deposti o dai patrizi impoveriti, rispecchiano nelle acque delle lagune le memorie della loro antica magnificenza.
Non c’è spettacolo in Italia, che mi stupisca più che la dolcezza di tutte le cose visibili. Una luce viola tinge le città di marmo, che spesse mura rivestite d’edera chiudono sulle vette delle colline. Quando non sorgono sull’orizzonte di una pianura selvaggia, quando non si cingono di oliveti come dee nascenti dalle spume marine, queste capitali abbandonate dai Re deposti o dai patrizi impoveriti, rispecchiano nelle acque delle lagune le memorie della loro antica magnificenza.


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* Questo studio sull’Italia noi abbiamo trovato tra le carte manoscritte di Leo. Ma dall’articolo di Samuel Putnam che riproduciamo fra i giudizi risulta che fu scritto nel ’29 per una rivista americana. — ''N. degli editori.''

Versione attuale delle 00:58, 21 set 2019


I


Della tragica grandezza d’Italia1


I.


VOLONTA’ DI MORTE

La nostra civiltà è cosí dura, che tollera soltanto un’inumana grandezza. Si ignorano le moltitudini di uomini geniali morti in silenzio.


Non c’è spettacolo in Italia, che mi stupisca più che la dolcezza di tutte le cose visibili. Una luce viola tinge le città di marmo, che spesse mura rivestite d’edera chiudono sulle vette delle colline. Quando non sorgono sull’orizzonte di una pianura selvaggia, quando non si cingono di oliveti come dee nascenti dalle spume marine, queste capitali abbandonate dai Re deposti o dai patrizi impoveriti, rispecchiano nelle acque delle lagune le memorie della loro antica magnificenza.

  1. Questo studio sull’Italia noi abbiamo trovato tra le carte manoscritte di Leo. Ma dall’articolo di Samuel Putnam che riproduciamo fra i giudizi risulta che fu scritto nel ’29 per una rivista americana. — N. degli editori.

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