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a viva forza tu.
t
- Eteoc.
- Del mio fratello
assalitor me non vedrai: di Tebe
ben la difesa io piglierò.
- Antig.
- Da Tebe
credo che nulla ei chiegga. A te con Tarmi
chied’egli or ciò, che già negasti ai preghi.
- Eteoc.
- Preghi non fur, comandi furo; e ad arte
ingiuriosi, onde obbedir negassi.
Ed io, per certo, alTobbedir non uso,
in trono io sto. Ma sia che vuol, mi assolve
ei stesso ornai dalla giurata fede:
Tabbominevol nodo che lui stringe
ai nemici di Tebe, ornai disciolto
Tha dai più antichi vincoli.
- Gioc.
- M’è figlio,
nT è figlio ancor; tal io Testimo: e forse
farò, ch’ei te fratello ancora estimi.
Affrontar voglio il suo furore io prima:
io scendo al pian; tu resta...
SCENA TERZA
Creonte, Eteocle, Giocasta, Antigone.
- Creon.
- Ove rivolgi,
dove, o sorella, il piè? Già chiuso è il passo;
già le tebane porte argine al ferro
d’Argo si fanno; e da ogni parte cinte
son d’armati le mura: orrida vista! —
Solo, a tutti davanti un buon trar d’arco,
presso alle porte Polinice giunge:
in alto ha la visiera; inerme stende
l’una mano ver noi ; dell’altra abbassa
al suol la punta dello ignudo brando.
Cotale in atto, audacemente ei chiede