Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/153: differenze tra le versioni
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Gioc. Ah! vieni; ah! d’un tremendo |
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dubbio orribile trammi... Esser può mai?... |
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Dimmi... |
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;Creon. |
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Letizia, e vera pace io porto: |
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donne, asciugate il ciglio. È Polinice |
donne, asciugate il ciglio. È Polinice |
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il nostro re. — Primo a prestarten vengo |
il nostro re. — Primo a prestarten vengo |
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l’omaggio... |
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Eteócle cangiossi |
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Eteócle? — Creonte, a me tu il dici? |
Eteócle? — Creonte, a me tu il dici? |
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a piegarlo pur troppo eran miei sforzi, |
a piegarlo pur troppo eran miei sforzi, |
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s’altra non si aggiungea ragion |
s’altra non si aggiungea ragion piú forte. |
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Mormora in Tebe ogni guerriero, e viene |
Mormora in Tebe ogni guerriero, e viene |
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ritroso all’armi a prò di un re spergiuro. |
ritroso all’armi a prò di un re spergiuro. |
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Il mal talento universal lo stringe; |
Il mal talento universal lo stringe; |
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nol dice ei già; ma, chi nol vede? è vinto |
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dalla necessità; pur d’alti sensi |
dalla necessità; pur d’alti sensi |
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velarla vuole. |
velarla vuole. |
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;Gioc. |
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Assai ti udia diverso |
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già favellar di lui. |
già favellar di lui. |
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Creon. |
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Temprare il vero |
Temprare il vero |
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spesso in molli lusinghe al re mi udisti |
spesso in molli lusinghe al re mi udisti; |
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nol niego io, no: ma il favellargli aperto |
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concede ei mai? Dura, e non nobil arte, |
concede ei mai? Dura, e non nobil arte, |
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(1) Sommessamente a Polinice. |
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Versione delle 14:03, 18 ott 2019
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atto terzo |
SCENA QUARTA
Creonte, Giocasta, Antigone, Polinice.
Gioc. Ah! vieni; ah! d’un tremendo
dubbio orribile trammi... Esser può mai?...
Dimmi...
- Creon.
Letizia, e vera pace io porto:
donne, asciugate il ciglio. È Polinice
il nostro re. — Primo a prestarten vengo
l’omaggio...
- Polin.
A me ne fia lo augurio lieto:
chi, piú di te, vedermi brama in trono?
- Gioc.
Vero parli?
- Creon.
Sgombrate ogni sospetto;
cacciato io pure ogni sospetto ho in bando:
Eteócle cangiossi; e omai...
- Polin.
Cangiossi
Eteócle? — Creonte, a me tu il dici?
- Creon.
Svaní per or la trama.1 — È ver, che vani
a piegarlo pur troppo eran miei sforzi,
s’altra non si aggiungea ragion piú forte.
Mormora in Tebe ogni guerriero, e viene
ritroso all’armi a prò di un re spergiuro.
Il mal talento universal lo stringe;
nol dice ei già; ma, chi nol vede? è vinto
dalla necessità; pur d’alti sensi
velarla vuole.
- Gioc.
Assai ti udia diverso
già favellar di lui.
- Creon.
Temprare il vero
spesso in molli lusinghe al re mi udisti;
nol niego io, no: ma il favellargli aperto
concede ei mai? Dura, e non nobil arte,
- ↑ Sommessamente a Polinice.