Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/269: differenze tra le versioni

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Siccio per me vel dica. Un’ora manca
Siccio per me vel dica. Un’ora manca
a dar segno al macello.
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;Virg.a
VlRG.A Icilio!... Un’ora!...
Icilio!... Un’ora!...
Appio, pietà... L’amante... il padre...
Appio, pietà... L’amante... il padre...
Numit.
;Numit.
Spenti
Spenti
due tali prodi ad un tuo cenno? E credi
due tali prodi ad un tuo cenno? E credi
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Virginio, Icilio, ricondotti a vita
Virginio, Icilio, ricondotti a vita
foran perciò?
foran perciò?
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Viro.a Tremar mi fai...
Tremar mi fai...
;Numit.
;Numit.
... Deh!... m’odi.
... Deh!... m’odi.
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ella entrambi li salva.
ella entrambi li salva.
;Virg.a
;Virg.a
... Appio,... sospendi

... A*ppio,... sospendi
per oggi il colpo;... io ti scongiuro. — Intanto
per oggi il colpo;... io ti scongiuro. — Intanto
io deporrò di nozze ogni pensiero...
io deporrò di nozze ogni pensiero...
Icilio viva, e mio non sia; dal core
;Icilio
viva, e mio non sia; dal core
io tenterò la imagin sua strapparmi...
io tenterò la imagin sua strapparmi...
Mia speme, in lui posta tanti anni, or tutta
Mia speme, in lui posta tanti anni, or tutta
da lui torrò: forse... frattanto... il tempo...
da lui torrò: forse... frattanto... il tempo...
Che posso io più? Deh! viva Icilio: io cado
Che posso io piú? Deh! viva Icilio: io cado
a’piedi tuoi.—Ma, oimè! che fo?... che dico?
a’piedi tuoi. — Ma, oimè! che fo?... che dico?
Te sempre odiar vieppiù farammi il tempo,
Te sempre odiar vieppiú farammi il tempo,
e vieppiù Icilio amare. — Io nulla temo;
e vieppiú Icilio amare. — Io nulla temo;
romani siamo: ed il mio amante, e il padre,
romani siamo: ed il mio amante, e il padre,
vita serbar mai non vorrian, che prezzo
vita serbar mai non vorrian, che prezzo
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lor trafitti, mi resta. In tempo un ferro
lor trafitti, mi resta. In tempo un ferro
non mi darai tu, madre?
non mi darai tu, madre?
Numit.
;Numit.
O figlia,... vieni...
O figlia,... vieni...
Numi v’ha in ciel dell’innocenza oppressa
Numi v’ha in ciel dell’innocenza oppressa
vindici; in lor speriam: vieni...
vindici; in lor speriam: vieni...
;Virg.a
VlRG.A Al mio fianco
Al mio fianco
deh! sii sostegno;... il mio piede vacilla—
deh! sii sostegno;... il mio piede vacilla....
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Versione delle 14:12, 19 ott 2019


atto quarto 263

Siccio per me vel dica. Un’ora manca
a dar segno al macello.

Virg.a

Icilio!... Un’ora!...
Appio, pietà... L’amante... il padre...

Numit.

Spenti
due tali prodi ad un tuo cenno? E credi
te nel tuo seggio indi securo?...

Appio

E s’anco
meco tutto sossopra irne dovesse,
Virginio, Icilio, ricondotti a vita
foran perciò?

Virg.a

Tremar mi fai...

Numit.

... Deh!... m’odi.
Né fia, che priego?...

Appio

Con un sol suo detto,
ella entrambi li salva.

Virg.a

... Appio,... sospendi
per oggi il colpo;... io ti scongiuro. — Intanto
io deporrò di nozze ogni pensiero...
Icilio viva, e mio non sia; dal core
io tenterò la imagin sua strapparmi...
Mia speme, in lui posta tanti anni, or tutta
da lui torrò: forse... frattanto... il tempo...
Che posso io piú? Deh! viva Icilio: io cado
a’piedi tuoi. — Ma, oimè! che fo?... che dico?
Te sempre odiar vieppiú farammi il tempo,
e vieppiú Icilio amare. — Io nulla temo;
romani siamo: ed il mio amante, e il padre,
vita serbar mai non vorrian, che prezzo
di lor viltade fora: a perder nulla,
lor trafitti, mi resta. In tempo un ferro
non mi darai tu, madre?

Numit.

O figlia,... vieni...
Numi v’ha in ciel dell’innocenza oppressa
vindici; in lor speriam: vieni...

Virg.a

Al mio fianco
deh! sii sostegno;... il mio piede vacilla....