Pagina:Marino Poesie varie (1913).djvu/114: differenze tra le versioni

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102 parte seconda

LIV


DIPARTITA


     Giá fuor de l’onde il Sol sferza i destrieri;
ecco del mio partir l’ora che giunge,
Lilla; intanto, s’amor ne scalda e punge,
sieno i fidi sospir nostri corrieri.
     E, come per incogniti sentieri
con Aretusa Alfeo si ricongiunge,
cosí, mentre vivranno i corpi lunge,
a visitar si tornino i pensieri.
     Spesso due stelle in ciel destre e felici,
se ben per vario sito il corso fanno,
scontransi almen con lieti aspetti amici.
     E due piante talor divise stanno;
ma sotterra però con le radici,
se non co’ rami, a ritrovarsi vanno.


LV


AL PENSIERO

in una lontananza


     Qualor di vagheggiar desio mi spinge
colei c’ha di mia vita eterno impero,
Amor nel vago e cupido pensiero
quasi visibilmente a me la finge;
     e ’l sembiante gentil forma e dipinge
con sí vivi color, sí pari al vero,
che, lungi il cor dal caro obietto altero,
pur come presso a sospirar costringe.
     Ei, novo Zeusi, a l’oriente tolto
l’oro, l’ostro a l’aurora e i raggi al sole,
il bel crin ne figura e gli occhi e ’l volto.
     Ma, poi che le dolcissime parole
l’alma non ode: — Ahi! — dice — il pensier stolto
schernire anch’egli e tormentar mi vòle! —