Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/272: differenze tra le versioni

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DELLA RELIGIONE


Circa poi la Religione, la nostra Napoli (come si disse) fu ella città Italo-greca, e come tale osservò tutti i riti,

    chi cemeteri, ci trasmettono intorno ai personaggi più illustri dei passati secoli, sulla genealogia delle grandi famiglie, sugli artisti notizie tali, che invano si cercherebbero altrove. Da ultimo le iscrizioni son preziose e da consultarsi da chiunque ami conoscere i costumi, gli usi, le credenze, le cerimonie, le abitudini, le tradizioni e le opinioni scientifiche di que’ secoli che ci han preceduto; in una parola influiscono al completamento degli studi fatti in tanti antichi manuscriitti sull’origine della lingua e della paleografia. Premesso ciò, veniamo al nostro proposito.
       Incertissima è l’origine de’ Sedili o de’ Portici de’ Nobili e del Popolo di Napoli; niun preciso rastro ne abbiamo nella storia delle nostre cose onde fondar con certezza l’epoca dell’antichità degli stabilimenti, il sistema, il fine tenuto nel loro numero, per indi riscontrarne i rapporti colle famiglie che a ciascun di essi furono ascritte. Sono tante e sì diverse su questa materia le opinioni degli scrittori, che dobbiamo confessare con pena esser più che difficile dilucidar questo oscuro punto della storia Napolitana. Pure a dirne qualche cosa, ci atterremo al sistema tenuto ne’ più remoti tempi da’ Greci, seguendo le orme de’ più accreditati scrittori, e specialmente del Summonte, del Tutino, del Giannone e del Frezza, non che del Carletti, del Mazzarella Farao, e di altri ancora.
       Napoli, fin da che prese il nome di Falero, dovette governarsi a somiglianza de’ più amichi popoli, che venivan divisi per tribù composte della medesima gente, e per Fratrie risultanti dalle varie famiglie di una stessa tribù. E perciò Nestore consigliava Agamennone di ordinar le sue milizie dell’Eubea, dell’Acaia, e del Peloponneso non alla rinfusa, come soleva farsi, ma per file per Fratrie; anzi negli stessi Omerici poemi troviam gli Abanti fondatori prima di Cuma e poi di Napoli, ed i Rodiani, edificatori di Partenope, essersi divisi in Lindo, Ialiso e Camiro e con quella civile distribuzione governati.
       Non in altro luogo in tutta l’antichità si è mai parlato di Fra-