Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/142: differenze tra le versioni

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Dopo queste cose egli proibì i turpi amori dei ragazzi, non con legge che espressamente egli facesse, ma richiamando in giudizio quelli, che assai tempo prima erano stati notati di quella macchia; e contro d’essi procedette affatto indecorosamente, poiché li punì senza che alcuno avesse fatta querela, e sopra la fede di un testimonio unico, o ragazzo, o per lo più servo, ed anche renuente, e forzato a testificare contro il suo padrone: così dicevasi essere la causa comprovata ! I ritenuti poi rei di tale delitto pubblicamente erano sottoposti per ludibrio al taglio delle pudenda. Non per tutti sul principio si usò questa severità: ma non ne scamparono né quelli che appartenevano alla fazione de’ Prasini, né quelli che aveano fama di gran facoltosi, né quelli ch’erano in dispetto al Principe.

Giustiniano odiava gli Astrologi; e questi il magistrato che dovea far giustizia de’ latrocinii commessi, ancorché vecchi d’età, e uomini di eccellente condotta, fece condurre per tutta la città sopra camelli e frustare, fatti così infame spettacolo solamente per questo che essendo periti nella scienza degli astri, non doveano, diss’ egli, vivere in città. Per tutte queste persecuzioni una grande moltitudine d’uomini non solamente passò a’ Barbari, ma cercò d’internarsi presso le nazioni più lontane dall’orbe romano. E in ciascheduna provincia e città avresti veduti accorsi moltissimi, ed insieme uniti per emigrare in estranei paesi onde a tante persecuzioni togliersi, non diversamente che se la loro patria per nemica devastazione fosse rimasta deserta.

Di questa maniera i più ricchi senatori, i quali erano