Lamento di femmina: differenze tra le versioni
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| Nome e cognome dell'autore =Anonimo |
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| Titolo =Lamento di femmina |
| Titolo =Lamento di femmina |
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| Iniziale del titolo =L |
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| Anno di pubblicazione =Antichità |
| Anno di pubblicazione =Antichità |
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| Lingua originale del testo =greco |
| Lingua originale del testo =greco |
Versione attuale delle 16:29, 2 apr 2020
Questo testo è stato riletto e controllato. |
LAMENTO DI FEMMINA SOLA
Solitario bosco ombroso,
Caro asil di libertà,
Della pace e del riposo
4Dolce nido in ogni età.
Vissi un tempo anch’io devota
Al tuo sacro amico orror;
Ma chi appaga, oh Dei! la vuota
8Solitudin del mio cor.
No, che tutto il mio contento
Quì non trovo, e qui non è;
E soletta alfine io sento
12Che non basto io sola a me.
Se dappresso a un arboscello
Veder credo un pastorel.
Di lontano allor più bello
16Parmi il bosco e l’arboscel:
Tinta allor d’un dolce foco
Là rivolgo ansante il piè;
E men bello io trovo il loco,
20Che il Pastore oh Dei! non v’è.
Grido allora e piango e chiamo,
E mi volgo al monte, al mar;
Guardo, ascolto intorno, ed, amo,
24Odo l’antro replicar.
Corro all’antro avventurato,
Onde il suono all’aure uscì;
Ma quel suono a me sì grato
28Fu poc’aura che mentì.
Ape cara a i fiori amica,
Che hai grand’alma in picciol vel,
Che saria la tua fatica
32Se tu sola amassi il mel?
Farfalletta, che dimori
Tra i fioretti in questi orror.
Che sarien le fronde e i fiori
36Se tu sola amassi i fior?
Ah! che langue ogni diletto
Se diviso in due non è,
E mi dice ignoto affetto
40Che non basto io sola a me.