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mario distesamente un proclama emanato dal medesimo r 8 di ottobre, e che incomincia «Noi popolo livornese. 1 Con quell’atto si accorda «amnistia e perdono a tutti quei membri delle Camere e de1 due ultimi ministeri di Toscana i quali ebbero parte alla violazione dello Statuto costituzionale a condizione però che sieno immediatamente deposti ed espulsi tutti quegli individui componenti l’attual ministero e le Camere, che si resero rei di lesa umanità.» Altro proclama del 20 trascriviamo per intero stante la sua singolarità.

Eccone le parole:

«Noi popolo livornese per la grazia di Dio, primo della rigenerazione Toscana ec. ec.

»Sentite le cause di accusa portate a nostra cognizione dalla voce pubblica la quale sdegnata, declama contro la formazione che è certo abbia avuto luogo del nuovo ministero, nelle persone a nostro danno prescelte

»Avvocato Salvagnoli
»Marchese d’Azeglio
»Bettino Ricasoli
»Senatore Tartini e compagni.

»Considerando che l’opinione pubblica emessa unanimemente da questo popolo e da tutta la Toscana sul rapporto dei suddescritti soggetti, i quali hanno abbastanza manifestato in iscritto ed in parole di avere disertato la causa dei popoli per essere fedeli proseliti del dispotismo che ha fino ad ora tormentata la nostra povera Toscana, oggi reclama da noi che ci siamo fatti protettori della patria libertà, la più rigorosa giustizia onde mantenere inviolabili i nostri diritti, abbiamo decretato e decretiamo quanto appresso, cioè


  1. Vedi Sommario, n. 39. — Vedi Appendice ai Documenti n. 22. — Vedi il Contemporaneo del 14 ottobre. — Vedi l'Epoca di detto giorno. — Vedi Montanelli, II vol., pag. 309.