Pagina:Il Baretti - Anno III, n. 1, Torino, 1926.djvu/6: differenze tra le versioni

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La tesi, l’antitesi e il divenire non restano concetti astratti e meri, ma assumono la panteistica fisionomia di Enti viventi ed agenti nell’ambito della storia umana e cosmica, della quale sono i plasmatori e i motori.
La tesi, l’antitesi e il divenire non restano concetti astratti e meri, ma assumono la panteistica fisionomia di Enti viventi ed agenti nell’ambito della storia umana e cosmica, della quale sono i plasmatori e i motori.


Tali Enti sono chiamati dal Caffarelli Impulsi Fontali, e distinti con nomi presi dalla nomenclatura iniziatico-gnostica: Ammano, Lucifero, Cristo.
Tali Enti sono chiamati dal Caffarelli Impulsi Fontali, e distinti con nomi presi dalla nomenclatura iniziatico-gnostica: Arimmano, Lucifero, Cristo.


Ulteriormente affidandoci all’analisi intellettualistica, potremmo aggiungere che il Caffarelli dall’Hegel non accetta solamente la dialettica, ma anche la filosofia della storia, almeno di essa quando gli riesce utile per drammatizzare loe azioni umane con un sistema che dell’evoluzione si valga e alla sintesi comprensiva e totale pervenga.
Ulteriormente affidandoci all’analisi intellettualistica, potremmo aggiungere che il Caffarelli dall’Hegel non accetta solamente la dialettica, ma anche la filosofia della storia, almeno di essa quando gli riesce utile per drammatizzare loe azioni umane con un sistema che dell’evoluzione si valga e alla sintesi comprensiva e totale pervenga.
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Secondo il quale la Terra attraverso tre fasi involutive, è arrivata all’attuale solidità, che non è comunque definitiva, giacché coll’avvenimento del Golgotha, vale a dire coll’entrata in azione dell’impulso Cristo nella vita della Terra, quest’ultima, abbandonato il meridiano dell’epoca pre-cristica, ha ripreso il cammino in senso evolutivo verso la riconquista del Terrestre Paradiso che non è più nel passato e in alto, ma nell’avvenire o in noi.
Secondo il quale la Terra attraverso tre fasi involutive, è arrivata all’attuale solidità, che non è comunque definitiva, giacché coll’avvenimento del Golgotha, vale a dire coll’entrata in azione dell’impulso Cristo nella vita della Terra, quest’ultima, abbandonato il meridiano dell’epoca pre-cristica, ha ripreso il cammino in senso evolutivo verso la riconquista del Terrestre Paradiso che non è più nel passato e in alto, ma nell’avvenire o in noi.


Cristo sta così, quale separatore, quale dinamis e quale giudice, in mezzo a due epocho cosmostorioh© della Terra (cicli) che diverrà perciò Suo spaciale campo di lavoro e Suo corpo.
Cristo sta così, quale separatore, quale dinamis e quale giudice, in mezzo a due epocho cosmostoriohe della Terra (cicli) che diverrà perciò Suo speciale campo di lavoro e Suo corpo. Identica e parallela a tale cosmostoria svolgesi la storia antropologica dell’umanità la quale, dall’eterea innocenza indiana, mediante l’Iran e mediante l’Egitto, involve verso una sempre maggior solidificazione del corpo fisico umano; involuzione che va congiunta ad una sempre più amorosa attenzione dell’uomo alla Terra; fino a giungere all’apice di tale stato di fatto e d’animo colla civiltà pagana, che nell’orologio della cosmostoria segna il solare mezzogiorno.


Fermarsi a tal punto non era d’altronde dato, ma riprendere con rinnovato spirito il cammino evolutivo era necessario dalla morte evocando le passate esperienze e civiltà, che devono dall’uomo essere rivissute e rifatte, ma in senso evolutivo e mediante l’impulso del Cristo.
Identica e parallela a tale coomostoria svolgesi la storia antropologica dell’umanità la quale, dall’eteroa innocenza indiana, mediante l’Iran e mediante l’Egitto, involvo verso una sempre maggior solidificazione dol corpo fisico umano; involuzione cho va congiunta ad una sempre più amorosa attenzione dell’uomo alla Terra; fino a giungere all’apice di tal© stato.di fatto e d’animo colla civiltà pagana, che nell’orologio della cosmostoria segna il solare mezzogiorno.


Collo Steiner e cogli antroposofi il Caffarelli vede in S. Francesco il nuovo fanciullo cristico che con nuovi occhi vede la Natura redenta dalla collera arimanica, come nell’epoca della sua nascita pone l’inizio del nuovo ciclo evolutivo: la reincarnazione, cioè, dell’epoca indiana, permeata però e trasformata dall’Impulso Cristico.
Fermarsi a tal punto non era d’altronde dato, ma riprenderò con rinnovato qpirito il cammino evolutivo era necessario dalla morto evocando le passate esperienze e civiltà, cho devono dall’uomo essere rivissute e rifatte, ma in senso evolutivo e mediante l’impulso del Cristo.


Sotto tale aspetto guardando la storia, come agente dell’Impulso Cristico e quali dei separatori sono stimati {{AutoreCitato|Michelangelo Buonarroti|Michelangelo}} o {{AutoreCitato|Martin Lutero|Lutero}}, il primo per avere separati elementi di natura inferiore (del passato, statici e pagani), da elementi di natura superiore (dall’avvenire, mobili e di natura cristica), il secondo per avere separato lo Spirito che nella Nazione Germanica s’è incarnato, dagli arimanici legami della Chiesa Romana; ritenendoli poi entrambi essenzialmente preparatori di individuali destini e forme, nei quali si esprime l’anzidetto Impulso.
Collo Steiner c cogli autroposofl il Caffarclli vede in S. Franctoco il nuovo fanciullo cristico clic con nuovi occhi; vede la Natura redenta dalla collera nriinanica. come nell’epoca della sua nascita pone l’inizio del nuovo ciclo evolutivo:


In questo sistema i fatti hanno esclusivamente un valore indicativo-evocativo, non propriamente di simbolo, ma di geroglifico, qualora tale rapporto conservino.
la reincarnazione, cioè, deH’epocft indiana.


Qualcosa del genere aveva scritto {{AutoreCitato|Stéphane Mallarmé|Mallarmè}} in fatto di poesia, ma non bisogna dimenticare che il Mallarmè era un Platonico; che è quanto dire, un contemplatore di un mondo dall’eterno definitivo nella sua marmorea estaticità.
permeata però o trasformata dall’Impulso Cristico.


Poiché all’infuori di queste sovrumane e trascendenti realtà, una seconda esterna realtà non può essere data, il mondo empirico, quello che coi nostri occhi di carne guardiamo e coi nostri desideri appetiamo, non può esistere che come illusioni: (Maja), e formare quelle che la Bibbia denomina «tenebre esteriori», mentre la realtà vera è quella data dal pensiero non appetibile, disinteressato ed amoroso.
Sotto tale aspetto guardando la storia, come agenbi dell’Impulso Cristico c quali dei separatori sono stimati Michelangelo o Lutero, il primo per avero separati elementi di natura inferiore (del passato, statici e pagani), da elementi di natura ©u pori ore (dall’avveiórc, mobili © di natura eristica), il secondo per avere separato lo Spirilo che nella Naziono Germanica s’è incarnato, dagli arimanici legami della Chiesa Romana; ritenendoli poi entrambi essenzialmente preparatori di individuali destini o forme, nei quali ri esprimi*, (’anzidetto Impulso.


Sopra questa distinzione il Caffarelli giustamente insiste, identificando con questa seconda realtà il materiale animico sottile del lavoro artistico.
In questo siete ma i fatti hanno eac’.usivameuto un valore indicativo-evocativo, non propriamente di simbolo, ma di geroglifico, qualora tale rapporto conservino.


Qui basti dire che il Caffarelli ritiene che le cose abbiano due faccie e perciò due Nomi: chiamando l’uno «il Nome Economico» e l’altro «il Nome Amoroso».
Qualcosa del genere aveva scritto Mallarmé in fatto di poesia, ma non bisogna dimenticare che il Mallarmé era un Platonico; che è quanto dire, un contemplatore di un mondo dall’eterno definitivo nella sua marmorea estaticità.


Gli uomini comuni, i quali vivono nelle «tenebre esteriori», conoscono solo il primo; gli altri uomini non comuni, cioè gli artisti, i pensatori, i santi o tutti quelli che meritano il nome di «uomini vivi», conoscono principalmente il secondo, e di quello si valgono.
Poiché aH’iufuori di queste sovrumane © trauceudcnti realtà, una seconda esterna realtà non può essere dnta, il mondo empirico, quello che co= nostri occhi di carne guardiamo e coi nostri desideri appetiamo, non può esistere che corno illusioni: (Maja), e formare quelle che la Bibbia denomina «tenebre esteriori», mentre la realtà vera ò quella dota dal pensiero non appetibile, disinteressato ed amoroso.

Sopra questa dk’tinzionr il Caffarelli giustamente insisto, identificando con questa seconda roaltà il materiale animico sottile del lavoro artistico.

Qui basti dire che il Caffarelli ritiene che le cose abbiano due faccie e perciò due Nomi:

chiamando l’uno «il Nomo Economico» e l’altro «il Nome Amoroso*.

Gli uomini comuni, i quali vivono nolle «tenebre esteriori», conoscono solo il primo; gli nitri uomini non comuni, cioè gli artisti, i pensatori, i santi o tutti quelli che meritano il nome di «uomini vivi», conoscono principalmente il secondo, c di quello si valgono.

La loro azione è pertanto improntata a sentimenti di amorosa attenzione, e sbocca in resultati di evoluzione c di redenzione, in quanto 10 cos: innalzano alla purezza dell’Amore, cioè ai Cristo; mentre l’azione degli uomini comuni che lo cose appetiscono con arimanici sentimenti di cupidigia, lo cose stcos? cristallizzano nella loro attuale forme*, anzi, conio dice Wagner, dal qualo il Caffarclli accetta il concetto e la parola.


La loro azione è pertanto improntata a sentimenti di amorosa attenzione, e sbocca in resultati di evoluzione e di redenzione, in quanto le cose innalzano alla purezza dell’Amore, cioè al Cristo; mentre l’azione degli uomini comuni che le cose appetiscono con arimanici sentimenti di cupidigia, le cose stesse cristallizzano nella loro attuale forma, anzi, come dice Wagner, dal quale il Caffarclli accetta il concetto e la parola,
lo «incantano».
lo «incantano».


In questo carattere, di dinamis o d’amore ravvisa il Caffarelli la luciforo-cristica redentrice funzione dell’arte, che ridiventa iniziativa e gerofantica: cioè a dire, mistica c religion Sotto tale aspetto sono guardate le grandi figuro della letteratura mondiale; l’hidalgo don Chisciotte e lil Principe Amleto, il Mosè di Michelangelo «d il. goethiano Faust, o i vari movimouti, dal romantico al futurista, òhe vengono ragguagliati all’ora cosmcotorica della qualo sono sintetica espressione e parte.
In questo carattere, di dinamis e d’amore ravvisa il Caffarelli la lucifero-cristica redentrice funzione dell’arte, che ridiventa iniziativa e gerofantica: cioè a dire, mistica e religiosa.


Sotto tale aspetto sono guardate le grandi figure della letteratura mondiale; l’hidalgo don Chisciotte e il Principe Amleto, il Mosè di Michelangelo ed il goethiano Faust, o i vari movimenti, dal romantico al futurista, che vengono ragguagliati all’ora cosmostorica della quale sono sintetica espressione e parte.
La storia assumo Botto il suo sguardo una particolare vibrazione, diventa armonica e musicale.


In ciò il Caffarelli è artista e rivela la sua vocazione.
La storia assumo sotto il suo sguardo una particolare vibrazione, diventa armonica e musicale. In ciò il Caffarelli è artista e rivela la sua vocazione.


Tu confronto ai ncom’stici italiani (che rappresentano un patologico stato d’animo di guerra è un conglomerato di pascoliamo, di rousseauniancsimo, di tolstoismo e d’anarchismo contingente sentimentale. Reazione ad una con tingente situazione storica di un gruppo di anime stanche o crepuscolari, il misticismo antropoeofico dol Caffarelli © dell’Onofri ha il vantaggio di essere una concezione integrale © storica della vita, discutibile anche per chi non Faccetta.
Tu confronto ai {{??|ncomastici} italiani (che rappresentano un patologico stato d’animo di guerra è un conglomerato di pascolismo, di rousseaunianesimo, di tolstoismo e d’anarchismo contingente sentimentale. Reazione ad una contingente situazione storica di un gruppo di anime stanche o crepuscolari, il misticismo antroposofico del Caffarelli e dell’Onofri ha il vantaggio di essere una concezione integrale e storica della vita, discutibile anche per chi non l’accetta.


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Unamuno è oggi la prima figura letteraria della Spagna. Baroin può forse superarlo per varietà di esperienza esteriore; Azorin per delicatezza d’arte, Ortega y Gasset per sottigliezza filosofica, Ayala per eleganza intellettuale, Valle Inclan per grazia ritmica; può anche darsi che per vitalità egli debba cedere 11 primo posto a questo atleta delle lettere che si chiama Blasco Ibanez. Ma Unamuno si leva al disopra di tutti per l’altezza delle concezioni c per la serietà e la lealtà con cui -— come Don Chisciotte, ha durante tutta la vita servito la pia Dulcinea per sempre irragiungibilc.
Unamuno è oggi la prima figura letteraria della Spagna. {{wl|Q220980|Baroia}} può forse superarlo per varietà di esperienza esteriore; {{wl|Q443403|Azorin}} per delicatezza d’arte, {{wl|Q153020|Ortega y Gasset}} per sottigliezza filosofica, Ayala per eleganza intellettuale, {{wl|Q311001|Valle Inclan}} per grazia ritmica; può anche darsi che per vitalità egli debba cedere il primo posto a questo atleta delle lettere che si chiama {{wl|Q219646|Blasco Ibanez}}. Ma Unamuno si leva al disopra di tutti per l’altezza delle concezioni e per la serietà e la lealtà con cui — come Don Chisciotte, ha durante tutta la vita servito la pia Dulcinea per sempre irragiungibile.
Anche un’altra ragione spiega la sua posizione preminente nelle lettere spagnuole: perchè egli, per la croce che ha scelto di portare, incarna lo spirito della Spagna moderna. Il suo eterno conflitto tra la fede e la ragione, tra la vita e il pensiero, lo spirito e l’intelletto, il cielo e la civiltà, è il conflitto della Spagna stessa. Paese di frontiera (come la Russia) dove l’Oriente e l’Occidente mescolano le loro onde spirituali, la Spagna oscilla senza tregua tra due filosofie della vita. In Russia questo conflitto emerge nella letteratura del XIX secolo, in cui {{ac|Fëdor Dostoevskij|Dostoievschi}} e {{ac|Lev Tolstoj|Tolstoi}} rappresentano la tendenza orientale e {{ac|Ivan Sergeevič Turgenev|Turgheniev}} si fa avvocato dell’Occidente. In Ispagna, paese meno conscio di stesso e in cui d’altra parte la fusione di Oriente c Occidente è assai più intima, data la comune base della civiltà latina, il conflitto è meno evidente, meno alla superficie. Oggi Ortega y Gasset è il nostro Turghieniev non senza variazioni; Unamuno è il nostro Dostoievschi, ma dolorosamente penetrato dalla forza dell’ideale contrario. C’è un terzo paese d’Europa in cui l’Oriente è compreso ed ha influenza quanto l’Occidente, un terzo paese di frontiera: l’Inghilterra. Questo ci spiega l’attrazione di Unamuno per la lingua e lo letteratura inglese e la sua attenzione nel seguire gli svolgimenti del pensiero inglese. Il suo travaglio per la fusione di ideali nemici lo spiega istintivamente verso gli spiriti e le nazioni — che si oppongono — pur collaborandovi — al progresso. Così Unamuno, il più perfetto rappresentante, per le sue qualità e i suoi difetti artistici — della maschia varietà del genio spagnolo, è inoltre — per la sua vita spirituale — il simbolo vivente della sua patria e del suo tempo. Questa è la misura più adeguata alla sua personalità.

Anche un’altra ragione spiega la sua posizione preminente nelle lettere spaglinole: perchè egli, per la croce clic ha scelto di portare, incarna Io spirito della Spagna moderna. Il suo eterno conflitto tra In fede e la ragione, tra la vita e il pensiero, lo spirito c l’intelletto, il cielo c In civiltà, è il conflitto della Spagna stessa. Paese di frontiera (come la Russia) dove l’Oriente e l’Occidente mescolano le loro onde spirituali, la Spagna oscilla senza tregua tra due filosofie della vita. Iti Russia questo conflitto emerge nella letteratura del XIX secolo, in cui Dostoievschi e Tolstoi rappresento no la tendenza orientale c- Turgheniev si fa avvocato dell’Occidente. In Ispngna, paese meno conscio rii -.tesso e in cui d’altra parte la fusione di Oriente c Occidente è assai più intima, data la comune Iwse della civiltà latina, il conflitto è meno evidente, meno alla superficie. Oggi Ortega y Gasset ò il nostro Turghicniev non senza variazioni; Unamuno ù il nostro Dostoievschi, mu dolorosamente penetrato dalla forza dell’ideale contrario. C’è un terzo paese d’Europa in cui l’Oriente è compreso cd ha influenza quanto l’Occidente, un terzo paese di frontiera: l’Inghilterra. Questo ci spiega l’attrazione di Unamuno per la lingua e lo letteratura inglese c In sua attenzione nel seguire gli svolgimenti del pensiero inglese. Il suo travaglio per la fusione di ideali nomici lo spiega istintivamente verso gli spiriti e le nazioni — che si opi>oiigono — pur oollaborandovi — al progresso. Cosi Unamuno, il più i>crfctto rappreseli Uni te, per le sue qualità c i suoi difetti artistici — della maschia varietà del genio spagnolo, ò inoltro — per la sua vita spirituale — il simbolo vivente della sua patria c del suo tempo. Questa è la misura più adeguata alla sua personalità.


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Versione delle 20:32, 8 ago 2020

74 il baretti

La recheranno
i venti impetuosi
in tutte le parti
del mondo candido...

Si arma
di tuono, di tempesta,
di fuoco, di folgoro,
di arcobaleno;

S’è armata
e s’è allargata,
e ha colpito,
e s’è rovesciata

in lacrima gigante,
in torrenzial pioggia,
della terra sul petto
ampio.

E dall’alto dei cieli
occhieggia il solicello;
s’è abbeverata d’acqua
la terra a sazietà.

Ai campi, ai giardini
verdi
la gente del contado
non cessa di guardare.

La gente del contado
la divina grazia
attendeva con trepidanza
e con preghiera.

Insieme con la primavera
si risvegliano
i loro intimi
pensieri pacifici.

Pensiero primo:
il grano dalla madia
versare nei sacchi,
apprestare i carri.

Ed il secondo loro
pensieruccio fu:
dal villaggio coi carri
per tempo partire.

Il terzo pensieruccio
come pensarono,
a Dio Signore
dissero una preghiera.

Appena giorno per i campi
tutti coi carri si sparsero,
e si misero a passeggiare
l’uno dietro l’altra,

col cavo della mano pien
a sparpagliare il grano,
e avanti ad arare
la terra con gli aratri,

poi con la curva sochà1
a risolcare,
dell’erpice col dente
a pettinare...

Ora andrò a guardare,
ad ammirare
quel che mandò il Signore
per le fatiche agli uomini.

Più alta della cintola
la segale granita sonnecchia
con la spiga
quasi fino a terra;

come un’ospite di Dio,
da tutte le parti
al giorno lieto
sorride;

il venticello per essa
fluttua e luccica,
in aurea onda
si sperdo correndo...

Gli uomini a famiglie
si son messi a mietere,
a falciare alla radice
la segale alta.

In fastella frequenti
i covoni son composti;
dei carri tutta notte
cigola la musica.

Sulle aie, dovunque,
come principesse,le biche
comodamente siedono,
su levate le teste.

Vede il solicello
che la mietitura è finita:
più freddo esso
cammina verso l’autunno;

ma arde il cero
del campagnolo
avanti all’icona
della Divina Madre.

{{Le Edizioni del BARETTJ TORINO A. A NI AS r»;: Sara ItHa* (romanzo) L. 10,— o Vita <li Uriti ni (romanzo)» 10,— R. Franchi: La Mancherà (romanzo) «5,— !.. Pionato: ’ Pietre» 5,— P. Soi.*ni: La Piccioncino • 8,— C. Suckkrt: Italia barbara» 7,— Per j-apioni amministrative l’indirizzo Le Udizioni del Bit etti restii per tutto il mese di gennaio:

Via.XX Settembre, 60 - TORINO

Misticismo antroposofico


L. Caffarelli: L’arte nel mondo spirituale Tre saggi come introduzione a una conoscenza cosmica spirituale dell’arte. Faenza 1925.

A. Onofri: Nuovo rinascimento come arte dell’io, Bari Laterza 1925.

Intellettualisticamente parlando, l’idealismo filosofico dell’ Hegel e in pieno accettato dal Caffarelli che non ne fa mistero.

Solo, dichiara di non fermarsi ad esso, ma di trascenderlo, con una visione integrale e viva della vita.

La tesi, l’antitesi e il divenire non restano concetti astratti e meri, ma assumono la panteistica fisionomia di Enti viventi ed agenti nell’ambito della storia umana e cosmica, della quale sono i plasmatori e i motori.

Tali Enti sono chiamati dal Caffarelli Impulsi Fontali, e distinti con nomi presi dalla nomenclatura iniziatico-gnostica: Arimmano, Lucifero, Cristo.

Ulteriormente affidandoci all’analisi intellettualistica, potremmo aggiungere che il Caffarelli dall’Hegel non accetta solamente la dialettica, ma anche la filosofia della storia, almeno di essa quando gli riesce utile per drammatizzare loe azioni umane con un sistema che dell’evoluzione si valga e alla sintesi comprensiva e totale pervenga.

In quanto evoluzionista non disdegna nemmeno l’insegnamento dell’Hacckel, dal quale però accetta solo l’idea, rigettando le conchiusioni a cui il celebre naturalista tedesco è giunto.

Parrebbe inoltro che il concetto informatore di questo aspetto del pensiero caffarelliano fosso la «formola ideale» del Gioberti, se non si sapesse che il Caffarelli è uno studioso non soltanto del Gioberti, del Bergson e di Plotino, nonché un seguace dell’antroposofo germanico recentemente morto, il dott. Rudolf Steiner, che a Dornach (Svizzera) ha fondato un’Università di studi religiosi, denominata «Goetheanum».

Guardato da questo lato il pensatore-filosofo si confonde col mistico: come per il suo Maestro, anche per Caffarelli Hegel è stato l’introduttore agli studi iniziatici.

Abbiamo già visto come il Caffarelli personalizzi i tre aspetti della dialettica; è soltanto necessario vedere in qual modo fa agire questi Enti di natura Cosmica, per ulteriormente chiarire l’uso che della filosofia della storia fa.

Agli inizi la Terra non esisteva come mondo a sé stante, ma consisteva conglobata a quegli altri mondi che mercè l’opera degli Spiriti della separazione, si sono graduatamente separati dal nostro, per assumere destini e forme distinte ed autonome.

Codesta separazione che fu guardata come opera di cosmica collera e di divina ribellione, fu data dalle varie religioni raffigurata in vari miti, che la scienza iniziatica indica e spiega.

Non è necessario soffermarsi su di essi, occorre invece stare attenti al moto involutivo che il Caffarelli dice di ravvisare nella cosmostoria della Terra e nella storia dell’uman genere, poiché tale concetto di moto è uno dei cardini del suo sistema di pensiero.

Secondo il quale la Terra attraverso tre fasi involutive, è arrivata all’attuale solidità, che non è comunque definitiva, giacché coll’avvenimento del Golgotha, vale a dire coll’entrata in azione dell’impulso Cristo nella vita della Terra, quest’ultima, abbandonato il meridiano dell’epoca pre-cristica, ha ripreso il cammino in senso evolutivo verso la riconquista del Terrestre Paradiso che non è più nel passato e in alto, ma nell’avvenire o in noi.

Cristo sta così, quale separatore, quale dinamis e quale giudice, in mezzo a due epocho cosmostoriohe della Terra (cicli) che diverrà perciò Suo speciale campo di lavoro e Suo corpo. Identica e parallela a tale cosmostoria svolgesi la storia antropologica dell’umanità la quale, dall’eterea innocenza indiana, mediante l’Iran e mediante l’Egitto, involve verso una sempre maggior solidificazione del corpo fisico umano; involuzione che va congiunta ad una sempre più amorosa attenzione dell’uomo alla Terra; fino a giungere all’apice di tale stato di fatto e d’animo colla civiltà pagana, che nell’orologio della cosmostoria segna il solare mezzogiorno.

Fermarsi a tal punto non era d’altronde dato, ma riprendere con rinnovato spirito il cammino evolutivo era necessario dalla morte evocando le passate esperienze e civiltà, che devono dall’uomo essere rivissute e rifatte, ma in senso evolutivo e mediante l’impulso del Cristo.

Collo Steiner e cogli antroposofi il Caffarelli vede in S. Francesco il nuovo fanciullo cristico che con nuovi occhi vede la Natura redenta dalla collera arimanica, come nell’epoca della sua nascita pone l’inizio del nuovo ciclo evolutivo: la reincarnazione, cioè, dell’epoca indiana, permeata però e trasformata dall’Impulso Cristico.

Sotto tale aspetto guardando la storia, come agente dell’Impulso Cristico e quali dei separatori sono stimati Michelangelo o Lutero, il primo per avere separati elementi di natura inferiore (del passato, statici e pagani), da elementi di natura superiore (dall’avvenire, mobili e di natura cristica), il secondo per avere separato lo Spirito che nella Nazione Germanica s’è incarnato, dagli arimanici legami della Chiesa Romana; ritenendoli poi entrambi essenzialmente preparatori di individuali destini e forme, nei quali si esprime l’anzidetto Impulso.

In questo sistema i fatti hanno esclusivamente un valore indicativo-evocativo, non propriamente di simbolo, ma di geroglifico, qualora tale rapporto conservino.

Qualcosa del genere aveva scritto Mallarmè in fatto di poesia, ma non bisogna dimenticare che il Mallarmè era un Platonico; che è quanto dire, un contemplatore di un mondo dall’eterno definitivo nella sua marmorea estaticità.

Poiché all’infuori di queste sovrumane e trascendenti realtà, una seconda esterna realtà non può essere data, il mondo empirico, quello che coi nostri occhi di carne guardiamo e coi nostri desideri appetiamo, non può esistere che come illusioni: (Maja), e formare quelle che la Bibbia denomina «tenebre esteriori», mentre la realtà vera è quella data dal pensiero non appetibile, disinteressato ed amoroso.

Sopra questa distinzione il Caffarelli giustamente insiste, identificando con questa seconda realtà il materiale animico sottile del lavoro artistico.

Qui basti dire che il Caffarelli ritiene che le cose abbiano due faccie e perciò due Nomi: chiamando l’uno «il Nome Economico» e l’altro «il Nome Amoroso».

Gli uomini comuni, i quali vivono nelle «tenebre esteriori», conoscono solo il primo; gli altri uomini non comuni, cioè gli artisti, i pensatori, i santi o tutti quelli che meritano il nome di «uomini vivi», conoscono principalmente il secondo, e di quello si valgono.

La loro azione è pertanto improntata a sentimenti di amorosa attenzione, e sbocca in resultati di evoluzione e di redenzione, in quanto le cose innalzano alla purezza dell’Amore, cioè al Cristo; mentre l’azione degli uomini comuni che le cose appetiscono con arimanici sentimenti di cupidigia, le cose stesse cristallizzano nella loro attuale forma, anzi, come dice Wagner, dal quale il Caffarclli accetta il concetto e la parola, lo «incantano».

In questo carattere, di dinamis e d’amore ravvisa il Caffarelli la lucifero-cristica redentrice funzione dell’arte, che ridiventa iniziativa e gerofantica: cioè a dire, mistica e religiosa.

Sotto tale aspetto sono guardate le grandi figure della letteratura mondiale; l’hidalgo don Chisciotte e il Principe Amleto, il Mosè di Michelangelo ed il goethiano Faust, o i vari movimenti, dal romantico al futurista, che vengono ragguagliati all’ora cosmostorica della quale sono sintetica espressione e parte.

La storia assumo sotto il suo sguardo una particolare vibrazione, diventa armonica e musicale. In ciò il Caffarelli è artista e rivela la sua vocazione.

Tu confronto ai {{??|ncomastici} italiani (che rappresentano un patologico stato d’animo di guerra è un conglomerato di pascolismo, di rousseaunianesimo, di tolstoismo e d’anarchismo contingente sentimentale. Reazione ad una contingente situazione storica di un gruppo di anime stanche o crepuscolari, il misticismo antroposofico del Caffarelli e dell’Onofri ha il vantaggio di essere una concezione integrale e storica della vita, discutibile anche per chi non l’accetta.

Armando Cavalli.


Un giudizio su Unamuno


Unamuno è oggi la prima figura letteraria della Spagna. Baroia può forse superarlo per varietà di esperienza esteriore; Azorin per delicatezza d’arte, Ortega y Gasset per sottigliezza filosofica, Ayala per eleganza intellettuale, Valle Inclan per grazia ritmica; può anche darsi che per vitalità egli debba cedere il primo posto a questo atleta delle lettere che si chiama Blasco Ibanez. Ma Unamuno si leva al disopra di tutti per l’altezza delle concezioni e per la serietà e la lealtà con cui — come Don Chisciotte, ha durante tutta la vita servito la pia Dulcinea per sempre irragiungibile. Anche un’altra ragione spiega la sua posizione preminente nelle lettere spagnuole: perchè egli, per la croce che ha scelto di portare, incarna lo spirito della Spagna moderna. Il suo eterno conflitto tra la fede e la ragione, tra la vita e il pensiero, lo spirito e l’intelletto, il cielo e la civiltà, è il conflitto della Spagna stessa. Paese di frontiera (come la Russia) dove l’Oriente e l’Occidente mescolano le loro onde spirituali, la Spagna oscilla senza tregua tra due filosofie della vita. In Russia questo conflitto emerge nella letteratura del XIX secolo, in cui Dostoievschi e Tolstoi rappresentano la tendenza orientale e Turgheniev si fa avvocato dell’Occidente. In Ispagna, paese meno conscio di sè stesso e in cui d’altra parte la fusione di Oriente c Occidente è assai più intima, data la comune base della civiltà latina, il conflitto è meno evidente, meno alla superficie. Oggi Ortega y Gasset è il nostro Turghieniev non senza variazioni; Unamuno è il nostro Dostoievschi, ma dolorosamente penetrato dalla forza dell’ideale contrario. C’è un terzo paese d’Europa in cui l’Oriente è compreso ed ha influenza quanto l’Occidente, un terzo paese di frontiera: l’Inghilterra. Questo ci spiega l’attrazione di Unamuno per la lingua e lo letteratura inglese e la sua attenzione nel seguire gli svolgimenti del pensiero inglese. Il suo travaglio per la fusione di ideali nemici lo spiega istintivamente verso gli spiriti e le nazioni — che si oppongono — pur collaborandovi — al progresso. Così Unamuno, il più perfetto rappresentante, per le sue qualità e i suoi difetti artistici — della maschia varietà del genio spagnolo, è inoltre — per la sua vita spirituale — il simbolo vivente della sua patria e del suo tempo. Questa è la misura più adeguata alla sua personalità.

Salvador de Madariaga.


Nadler e Troeltsch

secondo Curtius


Nadler e Troeltsch — scrive il nostro collaboratore Curtius — hanno cercato di determinare la posizione della cultura tedesca iti rap|K>rto alla tradizione occidentale. Nadler ha dimostrato che la cultura tedesca non é quali ora di omogeneo, ma che nasco dalla compenetrazione di due complessi storici complementari; quello del sud-ovest della Cernia, nin che sulla base di una unità e continuità di esistenza romano-tedesca di millenni produsse, seguendo uno sviluppo organico, romanismo c il classicismo, c quello Nord-orientale, in cui l’elemento slavo-tctlesco fece sorgere il misticismo e il romanticismo.

Troeltsch nel Diritto naturale c l’umanità nella guerra mondiale ha caratterizzato i due sistemi d’idee la cui opposizione condusse alla guura mondiale: da tuia parte l’ideologia dell’Europa occidentale e dell’America che ha le su— radici nelle idee, due volte millenarie, storiche e cristiano, del diritto naturale, delibi* inanità e del progresso — dall’altra la concezione storica e organica, nata dal classicismo e dal romanticismo tedeschi, che si oppone come conservatrice, aristocratica e autoritaria alla concezione occidentale democratica dello Stato. Qui un ordine eterno, razionale, stabilito da Dio, fondamento della morale e del diriito, la una incarnazione individuale sempre rinnovata c vivente dello spirito creatore della storia. Questa è la suprema differenza- Chiunque creda ri diritto naturale eterno c divino, all’identità di tutti gli uomini, al destino tino del genere umano c vi scorga l’essenza della umanità, non trova nella dottrina tedesca che una strana mescolanza di misticismo c di brutalità. Chiunque d’altra parte veda nella storia una moltiplicità eternamente vivente di individui che determinano rapporti individuali fondati su un diritto sempre nuovo non riconosce nell’ideologia occidentale che un piatto razionali: mo, un atomismo cgalitario, uua mescolanza di superficialità e di fariseismo.

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