Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/222: differenze tra le versioni

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''Mar''. Grande, gentile Sommerset; grande, amabile Oxford.
''Mar''. Grande, gentile Sommerset; grande, amabile Oxford.


''Princ''. Abbiatevi anche i miei ringraziamenti; non potrei darri altro per ora. {pntra un Masaggien) Mess. Apparecddateriy signore, Eduardo ò vicino. La battala è imminente.
''Princ''. Abbiatevi anche i miei ringraziamenti; non potrei darri altro per ora. (''entra un Masaggiero'')


''Mess''. Apparecchiatevi, signore, Eduardo è vicino. La battaglia è imminente.
''Ox''. LMmaginaYo; era della sua politica l’affirettarsi tanto, per trovarci sprovvisti.

''Ox''. L’imaginavo; era della sua politica l’affirettarsi tanto, per trovarci sprovvisti.


''Som''. Ma ei s’è ingannato: e noi siamo pronti a riceverlo.
''Som''. Ma ei s’è ingannato: e noi siamo pronti a riceverlo.
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''Mar''. Il cuor mi balza veggendo la vostra alacrità.
''Mar''. Il cuor mi balza veggendo la vostra alacrità.


''Ox''. Schierìamoci qui in battaglia, e non ci muoviamo. {{A destra|{{ids|(marcia; entrano in distanza il re Eduardo, Clarenza, Glocester e l'esercito)}}}}
''Ox''. Schierìamoci qui in battaglia, e non ci muoviamo. {{A destra|{{ids|(marcia; entrano in distanza il re {{Sc|Eduardo, Clarenza, Glocester}} e l'esercito)}}}}


''Ed''. Prodi compagni, là sta il bosco spinoso che, coll’aiuto del Cielo e fl vostro valore, debb’essere sradicato prima di notte. Non è mestieri ch’io aggiunga esca al vostro fuoco, perchè ben so che voi anelate d’incendiarlo. Date il segnale della battaglia ed avanziamoci, signori
''Ed''. Prodi compagni, là sta il bosco spinoso che, coll’aiuto del Cielo e il vostro valore, debb’essere sradicato prima di notte. Non è mestieri ch’io aggiunga esca al vostro fuoco, perchè ben so che voi anelate d’incendiarlo. Date il segnale della battaglia ed avanziamoci, signori.


''Mar''. Lôrdi, cavalieri e gentiluomini, le lagrime m’impediscono di parlare; ogni parola ch’io pronunzio, lo vedete, mi esce molle di pianto. Non più, dunque, non più..... solo pensate che Enrico vostro sovrano è prigioniero del nemico; che i suoi Stati sono usurpati, il suo regno pieno di torbidi, i suoi sudditi uccisi, i suoi statuti cancellati, i suoi tesori rapiti; e là è il lupo che si è arricchito colle sue spoglie. A questo pensate, alla giustizia della vostra causa, e in nome di Dio! signori, combattete da valentuomini e date il segno della zuffa. {{A destra|{{Ids|(escono da diverse parti)}}}}
''Mar''. Lôrdi, cavalieri e gentiluomini, le lagrime m’impediscono di parlare; ogni parola ch’io pronunzio, lo vedete, mi esce molle di pianto. Non più, dunque, non più..... solo pensate che Enrico vostro sovrano è prigioniero del nemico; che i suoi Stati sono usurpati, il suo regno pieno di torbidi, i suoi sudditi uccisi, i suoi statuti cancellati, i suoi tesori rapiti; e là è il lupo che si è arricchito colle sue spoglie. A questo pensate, alla giustizia della vostra causa, e in nome di Dio! signori, combattete da valentuomini e date il segno della zuffa. {{A destra|{{Ids|(escono da diverse parti)}}}}
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''Ed''. Ecco i capi di tutto il tumulto. Conducete Oxford al castello di Hammes: a Sommerset troncate la rea testa. Via di qui; non vo’ udirli parlare.
''Ed''. Ecco i capi di tutto il tumulto. Conducete Oxford al castello di Hammes: a Sommerset troncate la rea testa. Via di qui; non vo’ udirli parlare.


''Ox''. Per parte mia non t’infastidirò con parole.
''Ox''. Per parte mia non t’infastidirò con parole.


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''Mar''. Cosi ci dividiamo tristamente in questo tempestoso mondo, per rivederci con gioia in una placida Gerusalemme.
''Mar''. Così ci dividiamo tristamente in questo tempestoso mondo, per rivederci con gioia in una placida Gerusalemme.
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Versione attuale delle 17:38, 25 ott 2020


ATTO QUINTO 213


Mar. Grande, gentile Sommerset; grande, amabile Oxford.

Princ. Abbiatevi anche i miei ringraziamenti; non potrei darri altro per ora. (entra un Masaggiero)

Mess. Apparecchiatevi, signore, Eduardo è vicino. La battaglia è imminente.

Ox. L’imaginavo; era della sua politica l’affirettarsi tanto, per trovarci sprovvisti.

Som. Ma ei s’è ingannato: e noi siamo pronti a riceverlo.

Mar. Il cuor mi balza veggendo la vostra alacrità.

Ox. Schierìamoci qui in battaglia, e non ci muoviamo.

(marcia; entrano in distanza il re Eduardo, Clarenza, Glocester e l'esercito)


Ed. Prodi compagni, là sta il bosco spinoso che, coll’aiuto del Cielo e il vostro valore, debb’essere sradicato prima di notte. Non è mestieri ch’io aggiunga esca al vostro fuoco, perchè ben so che voi anelate d’incendiarlo. Date il segnale della battaglia ed avanziamoci, signori.

Mar. Lôrdi, cavalieri e gentiluomini, le lagrime m’impediscono di parlare; ogni parola ch’io pronunzio, lo vedete, mi esce molle di pianto. Non più, dunque, non più..... solo pensate che Enrico vostro sovrano è prigioniero del nemico; che i suoi Stati sono usurpati, il suo regno pieno di torbidi, i suoi sudditi uccisi, i suoi statuti cancellati, i suoi tesori rapiti; e là è il lupo che si è arricchito colle sue spoglie. A questo pensate, alla giustizia della vostra causa, e in nome di Dio! signori, combattete da valentuomini e date il segno della zuffa.

(escono da diverse parti)

SCENA V

.

Un'altra parte delle stesse pianure.

Allarme ed escursioni; poscia ritirata. Entrano quindi il re Edoardo, Clarenza, Glocester e l'esercito; colla regina Margherita, Oxrord e Sommerset prigionieri.

Ed. Ecco i capi di tutto il tumulto. Conducete Oxford al castello di Hammes: a Sommerset troncate la rea testa. Via di qui; non vo’ udirli parlare.

Ox. Per parte mia non t’infastidirò con parole.

Som. Nè io, ma mi sottoporrò rassegnato alla mia sorta.

(esce con Ox. fra le guardie)


Mar. Così ci dividiamo tristamente in questo tempestoso mondo, per rivederci con gioia in una placida Gerusalemme.