Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/238: differenze tra le versioni

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''Gloc.'' Fui incitato dalla sua lingua calunniatrìce, che Tersava i delitti dei miei fratelli sulla mia anima innocente.
''Gloc.'' Fui incitato dalla sua lingua calunniatrìce, che versava i delitti dei miei fratelli sulla mia anima innocente.


''An''. Fosti incitato dalla tua mente perrcrsa, che mai non si intrattenne che di stragi: non uccidesti tu questo re?
''An''. Fosti incitato dalla tua mente perversa, che mai non si intrattenne che di stragi: non uccidesti tu questo re?


''Gloc.'' Ciò feci ''An''. Ciò facesti, mostro? dunque Dio ancora faccia che tu vada dannato per tale azione! Ohi egli era benigno, mite e virtuoso.
''Gloc.'' Ciò feci.
''An''. Ciò facesti, mostro? dunque Dio ancora faccia che tu vada dannato per tale azione! Oh! egli era benigno, mite e virtuoso.


''Gloc.'' Più idoneo quindi a raggiungere il re del Cielo, che ora lo possiede.
''Gloc.'' Più idoneo quindi a raggiungere il re del Cielo, che ora lo possiede.


''An''. iigli ò in Cielo, dove tu non andrai.
''An''. Egli è in Cielo, dove tu non andrai.


''Gloc.'' Ch’ei mi sappia grado di averlo colà spedito; era for* mato meglio per quel soggiorno che per la terra.
''Gloc.'' Ch’ei mi sappia grado di averlo colà spedito; era formato meglio per quel soggiorno che per la terra.


''An''. E a to è sconveniente ogni soggiorno, tranne Pinfemo.
''An''. E a te è sconveniente ogni soggiorno, tranne l’inferno.


''Gloc.'' Avrei un altro luogo, se voleste ascoltarmi.
''Gloc.'' Avrei un altro luogo, se voleste ascoltarmi.


An, Qualche carcere forse?
''An''. Qualche carcere forse?


''Gloc.'' La stanza in cui vi coricate.
''Gloc.'' La stanza in cui vi coricate.


''An''. I mali tutti della terra abitino nel luogo in cui tu rìp’il ''Gloc''. Così appunto accade, signora, fino a che io non mi giaccia con voL ''An''. Questo spero bene.
''An''. I mali tutti della terra abitino nel luogo in cui tu riposi!
''Gloc''. Così appunto accade, signora, fino a che io non mi giaccia con voi.
''An''. Questo spero bene.


''Gloc.'' Io ne sono certo. — Ma, gentil Anna, terminiamo questa battaglia di motti ed epigrammi, e veniamo ad un colloquio più grave. — Non è così biasimevole la cagione della intempestiva morte dei due Plantageneti, Enrico ed Eduardo, come biasimevole fu lo strumento che l’attuava?
''Gloc.'' Io ne sono certo. — Ma, gentil Anna, terminiamo questa battaglia di motti ed epigrammi, e veniamo ad un colloquio più grave. — Non è così biasimevole la cagione della intempestiva morte dei due Plantageneti, Enrico ed Eduardo, come biasimevole fu lo strumento che l’attuava?
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''An''. Tu fosti e l’autore e lo strumento della morte loro.
''An''. Tu fosti e l’autore e lo strumento della morte loro.


''Gloc.'' La vostra bellezza fu la cagione di quel fatto; la vostra bellezza ch’io veggo in sogno, e che mi farebbe intraprendere romicidio di quante persone vivono, se a tal prezzo potessi ottenere il vostro amore.
''Gloc.'' La vostra bellezza fu la cagione di quel fatto; la vostra bellezza ch’io veggo in sogno, e che mi farebbe intraprendere l’omicidio di quante persone vivono, se a tal prezzo potessi ottenere il vostro amore.


''An''. Se ciò credessi, carnefice, ti direi che vorrei squarciarmi colle unghie questo mio volto.
''An''. Se ciò credessi, carnefice, ti direi che vorrei squarciarmi colle unghie questo mio volto.
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''Gloc.'' Questi occhi non potrebbero sopportare simil guasto; voi non vi danneggiereste, finch’io vi stessi vicino. Come il mondo è ravvivato dal sole, così io lo sono dai vostri occhi, che mi rischiarano e mi dan forza!
''Gloc.'' Questi occhi non potrebbero sopportare simil guasto; voi non vi danneggiereste, finch’io vi stessi vicino. Come il mondo è ravvivato dal sole, così io lo sono dai vostri occhi, che mi rischiarano e mi dan forza!


''An''. La nera notte ofTuschi il tuo giorno, e la morte intenebri la tua vita!
''An''. La nera notte offuschi il tuo giorno, e la morte intenebri la tua vita!


''Gloc.'' Non imprecare a te medesima, vaga creatura; tu sei entrambe queste cose.
''Gloc.'' Non imprecare a te medesima, vaga creatura; tu sei entrambe queste cose.


''An''. Cosi lo fossi, ond’esser vendicata di te.
''An''. Così lo fossi, ond’esser vendicata di te.


''Gloc.'' È fuor di natura voler vendetta d’un uomo che ti ama.
''Gloc.'' È fuor di natura voler vendetta d’un uomo che ti ama.
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Versione attuale delle 20:22, 27 ott 2020


ATTO PRIMO 229


Gloc. Fui incitato dalla sua lingua calunniatrìce, che versava i delitti dei miei fratelli sulla mia anima innocente.

An. Fosti incitato dalla tua mente perversa, che mai non si intrattenne che di stragi: non uccidesti tu questo re?

Gloc. Ciò feci.

An. Ciò facesti, mostro? dunque Dio ancora faccia che tu vada dannato per tale azione! Oh! egli era benigno, mite e virtuoso.

Gloc. Più idoneo quindi a raggiungere il re del Cielo, che ora lo possiede.

An. Egli è in Cielo, dove tu non andrai.

Gloc. Ch’ei mi sappia grado di averlo colà spedito; era formato meglio per quel soggiorno che per la terra.

An. E a te è sconveniente ogni soggiorno, tranne l’inferno.

Gloc. Avrei un altro luogo, se voleste ascoltarmi.

An. Qualche carcere forse?

Gloc. La stanza in cui vi coricate.

An. I mali tutti della terra abitino nel luogo in cui tu riposi!

Gloc. Così appunto accade, signora, fino a che io non mi giaccia con voi.

An. Questo spero bene.

Gloc. Io ne sono certo. — Ma, gentil Anna, terminiamo questa battaglia di motti ed epigrammi, e veniamo ad un colloquio più grave. — Non è così biasimevole la cagione della intempestiva morte dei due Plantageneti, Enrico ed Eduardo, come biasimevole fu lo strumento che l’attuava?

An. Tu fosti e l’autore e lo strumento della morte loro.

Gloc. La vostra bellezza fu la cagione di quel fatto; la vostra bellezza ch’io veggo in sogno, e che mi farebbe intraprendere l’omicidio di quante persone vivono, se a tal prezzo potessi ottenere il vostro amore.

An. Se ciò credessi, carnefice, ti direi che vorrei squarciarmi colle unghie questo mio volto.

Gloc. Questi occhi non potrebbero sopportare simil guasto; voi non vi danneggiereste, finch’io vi stessi vicino. Come il mondo è ravvivato dal sole, così io lo sono dai vostri occhi, che mi rischiarano e mi dan forza!

An. La nera notte offuschi il tuo giorno, e la morte intenebri la tua vita!

Gloc. Non imprecare a te medesima, vaga creatura; tu sei entrambe queste cose.

An. Così lo fossi, ond’esser vendicata di te.

Gloc. È fuor di natura voler vendetta d’un uomo che ti ama.