Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/99: differenze tra le versioni

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{{§|Brutto|{{type|f=120%|'''Brutto,'''}}}} deforme, contrario di bello ({{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}). Il {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} propose per etim. il vb. aat. ''brutten'', mat. ''bruttan'', spaventare. Il {{AutoreCitato|Friedrich Christian Diez|Diez}} combattè questa derivazione come inutile, essendo naturale, secondo lui, quella dal l. ''brutus'', duro, senza sentimento. Però, con tutto il rispetto al fondatore della filol. romanza, si può osservare che il concetto di “torvo, spaventoso, orribile”, inerente all’aat. ''bruttisc, pruttisk'' [''brutte'' = terrore], si affà all’it. assai più che quello di “duro, bestiale” del l. ''brutus''. S’aggiunga che la forma stessa è più vicina; e che dal l. l’it. ha tratto ''bruto'', ''brutale''.


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{{§|Brutto|{{type|f=120%|'''Brutto,'''}}}} deforme, contrario di bello (Dante). Il {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}} propose per etim. il vb. aat. ''brutten'', mat. brutten, spaventare. Il {{AutoreCitato|Friedrich Christian Diez|Diez}} combattè questa derivazione come inutile, essendo naturale, secondo lui, quella dal 1. ''brutus'', duro, senza sentimento. Però, con tutto il rispetto al fondatore della filol. romanza, si può osservare che il concetto di "torvo, spaventoso, orribile'', inerente all’aat. ''bruttisc, pruttisk'' [''brutte'' = terrore ], si affà all’it. assai più che quello di "duro, bestiale" del 1. ''brutus''. S’aggiunga che la forma stessa è più vicina; e che dal 1. l’it. ha tratto ''bruto'', ''brutale''.
{{AutoreCitato|Jean Auguste Ulric Scheler|Scheler}} dal fr. ''broussaille'', cespuglio, macchione, derivato da ''brosse'', visto sotto la parola [[#Brusca|''Brusca'']], come ''virgultum'', da ''virga: brosse'' poi è dall’aat. ''brusta''. Fa però qualche difficoltà il passaggio del significato di ''sterpaglia'' a quello di ''marmaglia''.


{{§|Buca|{{type|f=120%|'''Buca, buco,'''}}}} scavatura fatta in terra; pertugio, foro ({{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}). Dall’aat. ''bûh, bûch, pûch'', mat. ''bûch'', mt. bûk, tm. ''Bauck'', pancia, cavità. Il m. ol. è ''bûc'', ol. ''buik'' [''bie-buyick'' = cavità delle api, arnia], ags. ''bûc'', a. ing. ''bûc, boûk'', anrd. ''bûkr'', sv. ''buk'', dan. ''bug''. L’anrd. ''búkr'' = corpo, groppa. È incerto se ''Bauck'' spetti alla rad. sans. ''bhug'' [v. l. ''fungor''] “godere il cibo”, ovvero al sans. ''bhuj'' “piegare”. In quest’ultimo caso ''Bauch'' varrebbe “luogo piegato”. Ci pare più verosimile la prima ipotesi, non essendo il ventre cosa piegata; quindi il voc. t. in origine era = “parte del corpo che prende il cibo”, affine quindi al gr. φαγεῖν, mangiare. Quindi abbiamo lo strano fenomeno che l’idea di “cavità”, non è radicalmente e fondamentalmente unita a ''buco'' o meglio al t. ''buck'', ma gli fu annessa, perchè la parola fu applicata per altra ragione a cosa che era cava. Il {{AutoreCitato|Friedrich Kluge|Kluge}} ha tentato un riavvicinamento anche al gr. {{Greco da controllare|φύσχα}} [forse da φύτχα], magone, vescica, agc. ''bodig'', ing. ''body'', aat. ''botah'', corpo; ma non lo dà per sicuro,
{{§|Bruzzaglia|{{type|f=120%|'''Bruzzaglia''',}}}} marmaglia (Davanzati). Secondo lo
{{AutoreCitato|Jean Auguste Ulric Scheler|Scheler}} dal fr. ''broussaille'', cespuglio, macchione, derivato da ''brosse'', visto sotto la parola ''Brusca'', come ''virgultum'', da ''virga: brosse'' poi è dall’aat. ''brusta''. Fa però qualche difficoltà il passaggio del significato di ''sterpaglia'' a quello ''di marmaglia''.

{{§|Buca|{{type|f=120%|'''Buca''',}}}} buco, scavatura ’fatta in terra; pertugio, foro ({{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}). Dall’aat. ''bûh, bûch, pûch'', mat. ''bûch'', mt. bûk, tm. ''Bauck'', pancia, cavità. Il m. ol. è bûc, ol. buik [bie-buyick = cavità delle api, arnia], ags. bùc, a. ing. ''bûc, boûk'', anrd. ''bùkr''. sv. ''buk'', dan. ''bug''. L’anrd. ''búkr'' = corpo, groppa. È incerto se ''Bauck'' spetti alla rad. sans. ''bhug'' [v. 1. ''fungor''] "godere il cibo", ovvero al sans. ''bhuj'' "piegare". In quest’ultimo caso ''Bauch'' varrebbe "luogo piegato ". Ci pare più verosimile la prima ipotesi, non essendo il ventre cosa piegata; quindi il voc. t. in origine era = "parte del corpo che prende il cibo", affine quindi al gr. ''φαγεῖν'', mangiare. Quindi abbiamo lo strano fenomeno che l’idea di "cavità", non è radicalmente e fondamentalmente unita a ''buco'' o meglio al t. ''buck'', ma gli fu anessa, perchè la parola fu applicata per altra ragione era cava. Il {{AutoreCitato|Friedrich Kluge|Kluge}} ha tentato un riavvicinamento anche al gr. {{Greco da controllare|φύσκα [forse da φύτκα]}}, magone, vescica, agc. ''bodig'', ing. ''body'', aat''. botah'', corpo; ma non lo dà per sicuro.

Versione delle 11:12, 30 lug 2021


brutto — buca. 71


Brutto, deforme, contrario di bello (Dante). Il Muratori propose per etim. il vb. aat. brutten, mat. bruttan, spaventare. Il Diez combattè questa derivazione come inutile, essendo naturale, secondo lui, quella dal l. brutus, duro, senza sentimento. Però, con tutto il rispetto al fondatore della filol. romanza, si può osservare che il concetto di “torvo, spaventoso, orribile”, inerente all’aat. bruttisc, pruttisk [brutte = terrore], si affà all’it. assai più che quello di “duro, bestiale” del l. brutus. S’aggiunga che la forma stessa è più vicina; e che dal l. l’it. ha tratto bruto, brutale.

Bruzzaglia, marmaglia (Davanzati). Secondo lo Scheler dal fr. broussaille, cespuglio, macchione, derivato da brosse, visto sotto la parola Brusca, come virgultum, da virga: brosse poi è dall’aat. brusta. Fa però qualche difficoltà il passaggio del significato di sterpaglia a quello di marmaglia.

Buca, buco, scavatura fatta in terra; pertugio, foro (Dante). Dall’aat. bûh, bûch, pûch, mat. bûch, mt. bûk, tm. Bauck, pancia, cavità. Il m. ol. è bûc, ol. buik [bie-buyick = cavità delle api, arnia], ags. bûc, a. ing. bûc, boûk, anrd. bûkr, sv. buk, dan. bug. L’anrd. búkr = corpo, groppa. È incerto se Bauck spetti alla rad. sans. bhug [v. l. fungor] “godere il cibo”, ovvero al sans. bhuj “piegare”. In quest’ultimo caso Bauch varrebbe “luogo piegato”. Ci pare più verosimile la prima ipotesi, non essendo il ventre cosa piegata; quindi il voc. t. in origine era = “parte del corpo che prende il cibo”, affine quindi al gr. φαγεῖν, mangiare. Quindi abbiamo lo strano fenomeno che l’idea di “cavità”, non è radicalmente e fondamentalmente unita a buco o meglio al t. buck, ma gli fu annessa, perchè la parola fu applicata per altra ragione a cosa che era cava. Il Kluge ha tentato un riavvicinamento anche al gr. [testo greco] [forse da φύτχα], magone, vescica, agc. bodig, ing. body, aat. botah, corpo; ma non lo dà per sicuro,