Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/441: differenze tra le versioni

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Già, prima di tutto, se riaprisse gli occhi, quella adorazione meritata che nessuno gli contende nel tempio dell’arte, scemerebbe ingiustamente della metà, poichè egli stesso ha detto ''Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta''; verità sacrosanta. E poi se aprisse gli occhi così all’impensata, e se cogli occhi potesse muover la mano, ne scriverebbe delle belle intorno a noi, al nostro tempo, alla nostra curiosità e forse anche intorno a quel progresso che gli suggerì la epistola al Pepoli. E davvero il povero poeta, disgraziato in vita, fu disgraziatissimo dopo morto e gliene hanno fatte di quelle col pelo.
Già, prima di tutto, se riaprisse gli occhi, quella adorazione meritata che nessuno gli contende nel tempio dell’arte, scemerebbe ingiustamente della metà, poichè egli stesso ha detto ''Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta''; verità sacrosanta. E poi se aprisse gli occhi così all’impensata, e se cogli occhi potesse muover la mano, ne scriverebbe delle belle intorno a noi, al nostro tempo, alla nostra curiosità e forse anche intorno a quel progresso che gli suggerì la epistola al Pepoli. E davvero il povero poeta, disgraziato in vita, fu disgraziatissimo dopo morto e gliene hanno fatte di quelle col pelo.

Versione delle 08:32, 28 ago 2021


Di nuovo 427


DI NUOVO

Se il povero Leopardi riaprisse gli occhi!

Già, prima di tutto, se riaprisse gli occhi, quella adorazione meritata che nessuno gli contende nel tempio dell’arte, scemerebbe ingiustamente della metà, poichè egli stesso ha detto Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta; verità sacrosanta. E poi se aprisse gli occhi così all’impensata, e se cogli occhi potesse muover la mano, ne scriverebbe delle belle intorno a noi, al nostro tempo, alla nostra curiosità e forse anche intorno a quel progresso che gli suggerì la epistola al Pepoli. E davvero il povero poeta, disgraziato in vita, fu disgraziatissimo dopo morto e gliene hanno fatte di quelle col pelo.

Fu lamentato già il lungo silenzio serbato da Antonio Ranieri; silenzio che indusse i biografi in tanti errori: e si disse che se il generoso napoletano fosse depositario di qualche scritto del Leopardi,