Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/125: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
 
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 6: Riga 6:
{{R|4}}e danne penitenza in fede mia.
{{R|4}}e danne penitenza in fede mia.
Perch’a me par che mal mi consigliate
Perch’a me par che mal mi consigliate
dicendo ch’i’ritorni tuttavia
dicendo ch’i’ ritorni tuttavia
a quella mala via di vanitate,
a quella mala via di vanitate,
{{R|8}}ched e’ mi dice ch’è si fort’e ria,
{{R|8}}ched e’ mi dice ch’è fort’e ria,


tutto ch’anche la sua è forte assai
tutto ch’anche la sua è forte assai
ed hammi duramente Spaventata;
ed hammi duramente ispaventata;
{{R|11}}ma pur non credo ricader giá mai.
{{R|11}}ma pur non credo ricader giá mai.
Non so ben lá dov’io mi sono intrata:
Non so ben lá dov’io mi sono intrata:
Riga 21: Riga 21:
{{Ms|7}}<poem>
{{Ms|7}}<poem>
Madonna, lo parlar ch’ora mostrate
Madonna, lo parlar ch’ora mostrate
al tutto face che ’l mi’ cor ubila
al tutto face che ’l mi’ cor ublía
onne vano penserò, e lo fermate
onne vano pensero, e lo fermate
{{R|4}}ne la speranza dolce, in che disia;
{{R|4}}ne la speranza dolce, in che disia;
che ’n nulla guisa la vostr’amistate
ché ’n nulla guisa la vostr’amistate
non chero aver, se non ch’onor vi sia:
non chero aver, se non ch’onor vi sia:
e se ’n cotal maniera me la date,
e se ’n cotal maniera me la date,
{{R|8}}cosí son ricco com’esser cherria.
{{R|8}}cosí son ricco com’esser cherría.


Ch’unqua, mia donna, tanto non amai
Ch’unqua, mia donna, tanto non amai
cosa neuna, quant’io agi’ amata
cosa neuna, quant’io agi’ amata
{{R|11}}vostra onoranza ed amo ed amerai.
{{R|11}}vostra onoranza ed amo ed amerai.
Altro disio al mio cor non agrata;
Altro disiío al mio cor non agrata;
perché dovete voi amar coiái
perché dovete voi amar colái
{{R|14}}dove d’onor vedetevi onorata.
{{R|14}}dove d’onor vedetevi onorata.
</poem><section end="s2" />
</poem><section end="s2" />

Versione attuale delle 11:43, 14 nov 2021


trattato d'amore

XX

     Messer, l’umilitá donde parlate,
e quel che vo’ appellate cortesia,
mi vieta duramente e toglie ’l frate,
4e danne penitenza in fede mia.
Perch’a me par che mal mi consigliate
dicendo ch’i’ ritorni tuttavia
a quella mala via di vanitate,
8ched e’ mi dice ch’è sí fort’e ria,

     tutto ch’anche la sua è forte assai
ed hammi duramente ispaventata;
11ma pur non credo ricader giá mai.
Non so ben lá dov’io mi sono intrata:
l’un m’impromette gioia e l’altro guai:
14se ’l me’ non prendo, assai sarò malnata.

XXI

     Madonna, lo parlar ch’ora mostrate
al tutto face che ’l mi’ cor ublía
onne vano pensero, e lo fermate
4ne la speranza dolce, in che disia;
ché ’n nulla guisa la vostr’amistate
non chero aver, se non ch’onor vi sia:
e se ’n cotal maniera me la date,
8cosí son ricco com’esser cherría.

     Ch’unqua, mia donna, tanto non amai
cosa neuna, quant’io agi’ amata
11vostra onoranza ed amo ed amerai.
Altro disiío al mio cor non agrata;
perché dovete voi amar colái
14dove d’onor vedetevi onorata.