Pagina:Leopardi - La virtù indiana, manoscritto, 1811.djvu/38: differenze tra le versioni

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{{poem t|D’innanzi a gli occhi miei! quai mostri asconde{{R|430}}
{{poem t|Ah de’ miei voti il suon propizio ascolti
Benigno il ciel, di tanti mali ah giunga
Nel suo seno il Mogol!... Barbaro cielo!...
{{R|350}}Il sospirato fin, cadano infranti
Misero Padre!... egli pur ora in braccio
I lacci, che di crude, aspre ritorte
Al periglio fatal... ma dove, o Numi,
Stringono il popol mio...
Dove il valor sen fugge?... andiam si serbi
{{Centrato|{{larger|Scena Terza}}
Al trono il rege, il genitore al figlio,{{R|435}}
''Amet-Schah, e detti''.}}Ameth-Shah.+8 Padre, che ascolto?
La mia vita si sprezzi, e solo, oh cieli,
De Maratti lo stuol s’appressa omai
Solo il padre si salvi... ''[Trae la spada]''
A queste mura, e già Surate, ed Agra
{{Centrato|{{larger|Scena Sesta.}}
Preda son de’ nemici, il tutto cede{{R|355}}
''Soldati in lontano, e detti''.}}Soldati. +8 A l’armi, a l’armi,
All’ostile furor, Bengala istessa
Osnam. +Quai voci!
Bengala un dì sì forte al fiero scontro
Amet-Schah. +4 Amico, andiamo, il grido è questo
Abbattuta cadè, stride pur anco
De l’esercito ostile, è giunta omai
Dell’altera Golconda intra le mura
L’ora estrema per noi, moriam da forti{{R|440}}
La crepitante fiamma, il popol tutto{{R|360}}
Scampo al perir non v’è, con fermo petto
Atterrito sen corre, e cerca invano
Il periglio s’affronti, il regno, il trono
Nella fuga lo scampo, il ferro, e l’armi
Con noi commune abbian la sorte, allato}}
Abbandona il guerrier, Nizam istesso
Nizam<ref>Nizam, soprascritto su ''Egli'', barrato</ref>, che sol ne’ timorosi petti}}

Versione delle 01:19, 11 set 2022

Ah de’ miei voti il suon propizio ascolti

Benigno il ciel, di tanti mali ah giunga
350Il sospirato fin, cadano infranti
I lacci, che di crude, aspre ritorte
Stringono il popol mio...


Scena Terza
Amet-Schah, e detti.


Ameth-Shah.   Padre, che ascolto?
De Maratti lo stuol s’appressa omai
A queste mura, e già Surate, ed Agra
Preda son de’ nemici, il tutto cede355
All’ostile furor, Bengala istessa
Bengala un dì sì forte al fiero scontro
Abbattuta cadè, stride pur anco
Dell’altera Golconda intra le mura
La crepitante fiamma, il popol tutto360
Atterrito sen corre, e cerca invano
Nella fuga lo scampo, il ferro, e l’armi
Abbandona il guerrier, Nizam istesso
Nizam1, che sol ne’ timorosi petti

  1. Nizam, soprascritto su Egli, barrato