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nell' anno l808, quando il Manzoni, sposata Enrichetta |
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Come tu facesti il negozio col libraio, cosi spero che vorrai ora |
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rldnrlo a line ,_e te ne prego caldamente. Ho veduto su un gior- |
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nale di Roma un giudizio di quel versl, con una lode tento eeage··· |
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rata , che non ardlsco riportarlo. |
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« . » Caro Pagani, scrivimi ed amemi, anzi emacì, giacchè tu |
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salche mia madre non ha mediocre stima di te e desiderio della |
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tua amicizia. Scrivi a lungo e vale. ¤ |
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` ~ , · Parigi, 30 ottobre -1806. |
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n Caro il mio Calderari, A |
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n 0 Aree, giovine buono, amico vero della virtù e degli |
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amici, giovine che in tempi migliori saresti stato perfetto, ma che |
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nella nostra infame corruttela tl conservastl incontaminato, ricevi |
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· un vale da quelli che tl amarono caldamente in vite, e che ora |
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‘ amaramente tl desiderano. Povero Calderari, tu lo amasti, tu lo |
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‘ Q desideri e tn non hai potuto vederlo, consolarlol Egli è morto |
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s nel llore degli anni, nella stagione delle speranzeye Pultimo og- |
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getto che Feuol occhi hanno veduto nonge stato on amico. Egli |
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r , che era degno di/amici! Povero Calderarì lŕimlamadre ed io pian- |
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glamo sopra di Arese e sopra di te.`“Seppi da Buttura che tu eri 1 |
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assiduo alla sua porte, che le tue lagrime mostravano la forza del |
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tuo atletto, mainvano. Noi rileggiamo le lettere di Arese, quel |
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. che ci resta di lui , quello che rimane in questo mondaccloé di quel- |
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Panima fervida e pure; Odi quello che egli ci scrisse nell' ultime |
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, lettera, dove trasplra quasi un presentimento della sua separa·· E |
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zione. Egllparla con mie madre e con me, e par ch' egli non ab«· È |
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bla volntosdarml Pultimo addio, se non unendoml con Lei che ? |
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tutto divide con me, e che abbia voluto cosl render più sacre per |
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ma le ultlmesue parole. La lettera è del mese dlglugno o di luglio |
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al più tardlŕ A |
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« Ho veduto con sommo dolore partire il mio Pagani. Mi |
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» rimane Cnlderarl, che è un angelo. È veramente degno di |
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» miglior certe e di .... Le sue disgrazie, che egli soffre con animo È |
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» veramente forte, mi stringono a lnl più fortemente, e ml ser-·· |
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" 1 PRIMI amor. 65 Q loro corrispondenza parve cessare quasi intieramente nell' anno l808, quando il Manzoni, sposata Enrichetta Come tu facesti il negozio col libraio, cosi spero che vorrai ora rldnrlo a line ,_e te ne prego caldamente. Ho veduto su un gior- nale di Roma un giudizio di quel versl, con una lode tento eeage··· rata , che non ardlsco riportarlo. « . » Caro Pagani, scrivimi ed amemi, anzi emacì, giacchè tu salche mia madre non ha mediocre stima di te e desiderio della tua amicizia. Scrivi a lungo e vale. ¤ t t » Il tuo g · » Manzoni BP c ` ~ , · Parigi, 30 ottobre -1806. n Caro il mio Calderari, A n 0 Aree, giovine buono, amico vero della virtù e degli amici, giovine che in tempi migliori saresti stato perfetto, ma che nella nostra infame corruttela tl conservastl incontaminato, ricevi · un vale da quelli che tl amarono caldamente in vite, e che ora ‘ amaramente tl desiderano. Povero Calderari, tu lo amasti, tu lo ‘ Q desideri e tn non hai potuto vederlo, consolarlol Egli è morto s nel llore degli anni, nella stagione delle speranzeye Pultimo og-
getto che Feuol occhi hanno veduto nonge stato on amico. Egli
r , che era degno di/amici! Povero Calderarì lŕimlamadre ed io pian- glamo sopra di Arese e sopra di te.`“Seppi da Buttura che tu eri 1 assiduo alla sua porte, che le tue lagrime mostravano la forza del tuo atletto, mainvano. Noi rileggiamo le lettere di Arese, quel . che ci resta di lui , quello che rimane in questo mondaccloé di quel- Panima fervida e pure; Odi quello che egli ci scrisse nell' ultime , lettera, dove trasplra quasi un presentimento della sua separa·· E zione. Egllparla con mie madre e con me, e par ch' egli non ab«· È bla volntosdarml Pultimo addio, se non unendoml con Lei che ? tutto divide con me, e che abbia voluto cosl render più sacre per ma le ultlmesue parole. La lettera è del mese dlglugno o di luglio al più tardlŕ A « Ho veduto con sommo dolore partire il mio Pagani. Mi » rimane Cnlderarl, che è un angelo. È veramente degno di » miglior certe e di .... Le sue disgrazie, che egli soffre con animo È » veramente forte, mi stringono a lnl più fortemente, e ml ser-·· A. De Gunnnmma. x 5