Tesis: differenze tra le versioni

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Uno sciame di gente sparsa dappertutto, un movimento incredibile di tesani nei primi 50 anni dell'800, a significare le povere radici su cui è stato costruito il paese in un passato che ancora ci presenta il suo conto di sofferenza. Solo 20-25 anni fa, infatti, ebbe termine l'emigrazione di massa dal paese. Gli anziani ben si ricordano ancora la frase: ''Ciapa sù la valìs.''
Uno sciame di gente sparsa dappertutto, un movimento incredibile di tesani nei primi 50 anni dell'800, a significare le povere radici su cui è stato costruito il paese in un passato che ancora ci presenta il suo conto di sofferenza. Solo 20-25 anni fa, infatti, ebbe termine l'emigrazione di massa dal paese. Gli anziani ben si ricordano ancora la frase: ''Ciapa sù la valìs.''


''' Famiglia DE ZORZI'''

Della famiglia De Zorzi, i ''Crodia, i Gazzetta e i Benedetton'' emigrarono quasi tutti verso Murano, portandovi, talvolta, anche le rispettive famiglie.

Di questa famiglia meritano una menzione a parte i ''Mulinars''. Essi fin dal 1600 e prima, occupano una posizione di riguardo in paese. Posseggono terre ed anche un ''mulino'' nella Villa di Sopra. Hanno una tomba di famiglia in chiesa, in segno di signorilità. Nel Registro dei morti è scritto che nel 1795 muore un certo Giovanni De Zorzi Mulinars di anni 89, ''"uomo pio e divoto che si potea chiamar l'esempio del paese"''.

La fortuna dei Mulinars perdura anche durante tutto il 1800. I fratelli Giovanni, Domenico e Ludovico Mulinars vengono chiamati ''possidenti'' e non semplici ''villici'' (affittuari o mezzadri). Il Registro dei matrimoni rileva che in quasi tutti i matrimoni che si hanno in paese in quel periodo essi fanno da testimoni.
Solo i figli di Giovanni oltre la metà del 1'800 sono stati costretti ad andare in cerca di lavoro fuori del paese.


'''VISINALI'''

Quanto alla famiglia ''Visinali Peresson'', il primo membro della famiglia che trovo emigrante è un certo Domenico Peresson di Osvaldo che disgraziatamente muore in giovane età, a 20 anni, nel 1788 a Venezia.

E' il quinto o sesto tesano e per di più giovane, che vediamo morire lontano da Tesis, sul finire del 1700. Ho l'impressione che non essendoci ancora l'imponente flusso migratorio della metà dell'800, gli emigranti del 1700 si trovino troppo scoperti sotto l'aspetto umano e sociale. Perciò è gente più esposta a trascurarsi e a lasciarsi andare e a finire la vita di stenti.

Volendo, però, continuare a raccontare della famiglia Peresson,è da dirsi che la strada per l'estero non si conclude con la morte del povero Domenico; anzi, quella morte ne è l'inizio. La famiglia Visinali emigrò sia verso Venezia che verso Trieste.

Del ramo dei ''Peresson'' mi pare essere il capostipite un certo Visinali Pietro morto a 90 anni nel 1692.
Altri rami dei Visinali furono i ''Furigai e i Gnali'', da lungo tempo scomparsi dal paese.

Versione delle 12:42, 16 mar 2009

Template:TESIS: un paesino tra i magredi del Cellina

Notizie introduttive sul paese di Tesis

Ebbi la fortuna di essere parroco a Tesis negli anni novanta del 1900. E’ un borgo molto antico,Tesis, una frazione del comune di Vivaro, in provincia di Pordenone. Probabilmente risale al tempo dei romani, quando il grosso paese vicino, Maniago, si chiamava Manlii Ager, a ricordo di un terreno di grandi dimensioni dato come ricompensa a un comandante di una legione romana nel Forum Julii. Ebbene in quel periodo ebbi modo di avere tra le mani documenti dal ‘500 fino ai primi anni del 1900. Registri di nascite, matrimoni, morti; e altre carte, lettere buttate in disordine dentro una cassapanca. Perlustrai il tutto e ne venne fuori quanto scrivo di seguito e che pubblicai in un volumetto in trecento copie, di cui dò l'autorizzazione a Wikisource di rendere di pubblico dominio.

PERCHE' L'EMIGRAZIONE A TESIS

In una relazione epistolare che padre Giacomo Nassutti (parroco a Tesis dal 1832 al 1849) invia alla famiglia Querini di S. Maria in Formosa a Venezia cui il paese di Tesis era tributario e che porta la data del 1835, si legge così:

"Il paese è composto da circa 500 persone tutte miserabili; in tale povertà, il paese è impossibilitato a versare le pur minime imposte".

Forse padre Nassutti (nato a Travesio nel 1790 e morto a Tesis nel 1849) ha ristretto il numero degli abitanti per ottenere un occhio di riguardo da parte della famiglia Querini. Gli abitanti, probabilmente, erano in numero maggiore. Ma non di tanto. Comunque, egli fotografa la condizione di Tesis agli inizi del 1800. Una condizione di grande povertà tanto che il paese non può dare nemmeno quelle tasse pattuite e che erano già di per sé poca cosa.

Il tesano ha combattuto contro la povertà del luogo per secoli. Le pietre piccole e grandi che ancor oggi sono raccolte qua e là a mucchi ai limiti dei campi lavorativi testimoniano la fatica di strappare, generazione dopo generazione, ai magredi suolo da rendere fertile per produrre frumento, segale, mais; per procurare foraggio al bestiame ed anche per coltivare gli orti.

La situazione era tale che non offriva altra possibilità, quando le circostanze lo consentirono, se non quella di fare i fagotti e di emigrare in cerca di lavoro.Soprattutto verso il 1850 quando le bocche da sfamare diventarono troppe, come vedremo nella seconda parte di questo scritto. Sul posto di lavoro, a Trieste o a Murano e a Venezia gli emigranti andavano a piedi e con i mezzi di fortuna che incontravano lungo la strada, cioè carri, carretti. I documenti parrocchiali rilevano che solo verso il 1870 si cominciò a far uso del treno per recarsi, per esempio, a Udine.

Presumibilmente in quello stesso periodo i tesani si recavano col treno anche a Venezia e a Trieste.


Le donne di Tesis

Le donne, mentre i loro uomini erano assenti per lavoro, avevano il loro bel daffare per tenere unita la famiglia e affrontare i mille problemi ad essa collegati: educazione dei figli, malattie, nascite e inevitabili morti. Nei campi esse svolgevano i lavori necessari in ogni stagione, mentre per i lavori più impegnativi aspettavano i mariti al loro ritorno. Occupazione non indifferente era, poi, il mantenimento dei vari animali della stalla e del cortile.

Le donne che allattavano, e ciò capitava molto spesso allora, avevano anche un'altra attività. Con l'aiuto di qualche familiare andavano a Venezia, al Pio Luogo, a prendere i bambini che erano stati abbandonati appena nati e se li portavano a casa per dar il loro latte, venendo per questo pagate. Pochi di questi bambini sopravvivevano.

Nel periodo che va dal 1780 ai 1800 il Registro dei morti annota la morte di una ventina di lattanti del Pio Luogo di Venezia. Comunque sia, in questo modo anche le donne contribuivano a fare entrare in casa del denaro.


Lo stipendio degli emigranti

Il tesano tornando a casa con lo stipendio pensava possibilmente ad acquistarsi la casa in cui era in affitto, a comperare della terra e nuovi utensili per il lavoro dei campi, per avere un futuro più sicuro per sé e per i propri figli. C'erano, inoltre, i vestiti da comperare soprattutto per i numerosi figli.Infatti, i vestiti che si passavano ai più piccoli si logoravano con i continui rammendi, e i figli più grandicelli avevano bisogno di vestiti con misure più grandi. All'inizio del 1900 si pensò di far fruttare meglio i soldi degli emigranti, costituendo una Cassa Rurale, di cui tratterò in seguito.


Il primo emigrante

Il primo emigrante di cui fanno memoria i registri parrocchiali è un certo Di Vit Giobatta di Pietro. Di lui si legge: "Primo aprile 1685. Morì Giobatta figlio di Pietro di Vit d'anni 18 per strada venendo da Muran essendosi confessato per strada come attesta suo padre che fu a levarlo". Morto, presumibilmente, di stenti, lungo gli oltre 100 chilometri che separavano Murano da Tesis.

Giobatta è il simbolo di quanti, in seguito sempre più numerosi, presero la strada che da Tesis porta al mondo, con la valigia in mano. Molti di essi non fecero più ritorno, distrutti dalla fatica, dalle malattie e, a volte, dalla disperazione, come testimonia il seguente fatto che trovo scritto in un foglio tra le antiche carte. Esso riporta questa data: Ottawa (Canada) 10 settembre 1926. Il Regio Consigliere dell'Emigrazione Italiana in Canada avverte il Sindaco di Vivaro che il giorno 30 agosto 1926 era morto, in una clinica retta dalle suore della Carità, Candido Luigi trovato in stato confusionale per istrada e che sembrava provenire dal Brasile. Si invitava il Sindaco a darne comunicazione alla madre che si chiamava Regina.

Voglio concludere questa breve panoramica sullo stato dell'emigrazione a Tesis, con i seguenti dati in mio possesso. Nel 1937 il paese contava 711 abitanti, di questi ben 210 erano lontani per motivi di lavoro. All'estero (in Europa di solito) c'erano 68 persone; le donne e le ragazze a servizio erano 63; sparsi in varie parti d'Italia gli uomini erano 79.


L'EMIGRAZIONE ALL'INTERNO DELLE VARIE FAMIGLIE DI TESIS

Ogni emigrante, nel bene e nel male, ha avuto una sua storia personale. E questa storia ha lasciato una sua traccia nei Registri parrocchiali dei Morti, dei Battesimi e dei Matrimoni che risalgono agli inizi del 1600. Spigolerò qua e là tra ciò che mi sembra più significativo ad illustrare la vita dell'emigrante di Tesis a partire dalla metà del 1600 fino al 1900. Ad altri il compito di studiare l'emigrazione dei tesani dopo il 1900.

Prima del 1800,non ho notizie di un movimento migratorio verso Trieste. La prima notizia che incontro su un emigrante a Trieste è, purtroppo, tragica: Tolusso Domenico Cusidor, sposato da solo sette anni, viene trovato ucciso nell'anno 1800, a 29 anni. Forse una banale lite conclusasi a coltellate ha troncato la sua giovane esistenza.

Ma il flusso migratorio dei tesani è stato in prevalenza verso Murano e Venezia. Da lunga data, almeno dalla metà del 1600, si arriva da queste parti in cerca di lavoro. Le vetrerie di Murano e i servizi di facchinaggio e domestici a Venezia attirano chi, come i tesani, è abituato alla durezza del vivere. Perché è duro vivere al calore delle fonderie del vetro a Murano.


FAMIGLIE FRATTA, DAVID, GALETTO

Qualcuno del paese ha tentato di raggiungere mete più lontane di Murano. Un certo Fratta Osvaldo si trova per lavoro a Roma nel 1770, come domestico in casa di nobili. Suo fratello Marcantonio (un nome che sa poco di tesano e tanto di romano) era morto sempre a Roma solo qualche anno prima: nel 1766.A Roma muore anche il figlio di Osvaldo, Domenico, nel 1781. A Roma, Osvaldo si era portato pure la famiglia.

Anche la famiglia David aveva tentato la strada di Roma, purtroppo, con la triste sfortuna dei Fratta. Zio e nipote, Valentino e Giobatta, muoiono a Roma nel 1780 e 1787.

Della famiglia Galetto un certo Daniele muore pure a Roma, all'ospedale S. Spirito, a soli 28 anni nel 1796. Egli si era unito a qualcuna delle famiglie Fratta o David e col loro aiuto aveva trovato un posto di lavoro. Dopo questa parentesi romana, la famiglia Galetto andò in prevalenza verso Trieste a cercare lavoro. Antonio Galetto ed i figli di Osvaldo Galetto, Pietro e Giacomo, si stabilirono con le rispettive famiglie a Trieste agli inizi del 1800 e da lì non si allontanarono più facendosi anche una buona posizione economica.

E' logico farsi una domanda: perché i Fratta e i David, che sono i primi ad emigrare dal paese, e più tardi uno dei Galetto si portarono così lontano dal paese e per un periodo piuttosto lungo? in un luogo dove erano tagliati fuori dalla sicurezza sociale ed affettiva che solo la famiglia o i compaesani sanno dare, soprattutto in quel lontano periodo storico?

Probabilmente avranno trovato qualche particolare occasione; si saranno trovati, per esempio, al seguito di qualche esercito, per cui invece di rientrare al paese dove c'era povertà preferirono restare là, nella campagna romana o a Roma stessa.

Resta il fatto che il doloroso risultato della loro impresa insegnò qualcosa alle generazioni successive del paese di Tesis. Fino agli inizi del 1900, infatti, nessuno più si spostò dai luoghi allora abituali di emigrazione: Trieste e Murano-Venezia.


TOLUSSO

A Tesis ai primi dell'ottocento esiste una filanda: quella della famiglia Tolusso Comel. Non c'è traccia nei registri parrocchiali di come questa filanda sia sorta e per opera di quale componente la famiglia Comel. A quanto sembra l'industria è in piedi da parecchio tempo, se i Registri dei morti dà la notizia che una certa Del Colle Maria di anni 37, di Maniago, direttrice della Filanda di Comel Giovanni, muore di colera il 28 luglio 1836. Il fatto di avere una direttrice e per di più proveniente da fuori paese, fa capire che la Filanda Comel ha vari operai e operaie e un buon fatturato annuo.

Certamente a uno della famiglia Comel, che noi non conosciamo, venne l'idea del lavoro della filatura approfittando della roggia che porta, anche attualmente, abbondanti acque nell'abitato di Tesis partendo da Maniago per finire nella frazione di Basaldella. Il Registro dei matrimoni riferisce anche che una certa Tolusso Comel Giuditta, il 26 marzo 1853 andò in sposa al Dottor Pietro David di Arba, a conferma del nome che si era fatto la famiglia Comel non solo in paese. A proposito del colera che ha portato alla tomba la direttrice della Filanda Comel, è opportuno riferire che a Tesis, si ebbero solo 5-6 casi di colera e tutti circoscritti nell'anno 1837.

Tutti gli altri rami dei Tolusso, al contrario dei Comel, furono costretti ad affrontare la dura vita dell'emigrazione. I Fabro, i Batistuzza, i Cusidor (ho già riferito la tragica morte di Domenico Cusidor a Trieste nel 1800); i Tunin (un certo Angelo Tunin muore di pellagra a Venezia nel 1831, come ho già detto sopra); i Tocs (che mi sembrano essere i più poveri tra i rami della famiglia Tolusso); i Bugarona, i Pirissut (di cui, due fratelli Pietro e Giuseppe, stanchi di stare tra \i magredi, intorno al 1830,si spingono verso Trieste, Murano e perfino nella lontana Boemia); e i Toluss.

Uno sciame di gente sparsa dappertutto, un movimento incredibile di tesani nei primi 50 anni dell'800, a significare le povere radici su cui è stato costruito il paese in un passato che ancora ci presenta il suo conto di sofferenza. Solo 20-25 anni fa, infatti, ebbe termine l'emigrazione di massa dal paese. Gli anziani ben si ricordano ancora la frase: Ciapa sù la valìs.


Famiglia DE ZORZI

Della famiglia De Zorzi, i Crodia, i Gazzetta e i Benedetton emigrarono quasi tutti verso Murano, portandovi, talvolta, anche le rispettive famiglie.

Di questa famiglia meritano una menzione a parte i Mulinars. Essi fin dal 1600 e prima, occupano una posizione di riguardo in paese. Posseggono terre ed anche un mulino nella Villa di Sopra. Hanno una tomba di famiglia in chiesa, in segno di signorilità. Nel Registro dei morti è scritto che nel 1795 muore un certo Giovanni De Zorzi Mulinars di anni 89, "uomo pio e divoto che si potea chiamar l'esempio del paese".

La fortuna dei Mulinars perdura anche durante tutto il 1800. I fratelli Giovanni, Domenico e Ludovico Mulinars vengono chiamati possidenti e non semplici villici (affittuari o mezzadri). Il Registro dei matrimoni rileva che in quasi tutti i matrimoni che si hanno in paese in quel periodo essi fanno da testimoni. Solo i figli di Giovanni oltre la metà del 1'800 sono stati costretti ad andare in cerca di lavoro fuori del paese.


VISINALI

Quanto alla famiglia Visinali Peresson, il primo membro della famiglia che trovo emigrante è un certo Domenico Peresson di Osvaldo che disgraziatamente muore in giovane età, a 20 anni, nel 1788 a Venezia.

E' il quinto o sesto tesano e per di più giovane, che vediamo morire lontano da Tesis, sul finire del 1700. Ho l'impressione che non essendoci ancora l'imponente flusso migratorio della metà dell'800, gli emigranti del 1700 si trovino troppo scoperti sotto l'aspetto umano e sociale. Perciò è gente più esposta a trascurarsi e a lasciarsi andare e a finire la vita di stenti.

Volendo, però, continuare a raccontare della famiglia Peresson,è da dirsi che la strada per l'estero non si conclude con la morte del povero Domenico; anzi, quella morte ne è l'inizio. La famiglia Visinali emigrò sia verso Venezia che verso Trieste.

Del ramo dei Peresson mi pare essere il capostipite un certo Visinali Pietro morto a 90 anni nel 1692. Altri rami dei Visinali furono i Furigai e i Gnali, da lungo tempo scomparsi dal paese.