Adda: differenze tra le versioni

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<div align="center">'''Idillio a Vincenzo Monti'''<br />
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''15 settembre 1803''</div>
''15 settembre 1803''</div>
<poem>

Diva di fonte umil, non d'altro ricca

Che di pura onda e di minuto gregge,
Diva di fonte umil, non d'altro ricca<br />
Te, come piacque al ciel, nato a le grandi
Che di pura onda e di minuto gregge,<br />
De l'Eridano sponde, a questi ameni
Te, come piacque al ciel, nato a le grandi<br />
Cheti recessi e a tacit'ombre invito.
De l'Eridano sponde, a questi ameni<br />
Non feroci portenti o scogli immani
Cheti recessi e a tacit'ombre invito.<br />
Né pompa io vanto d'infinito flutto
Non feroci portenti o scogli immani<br />
O di abitati pin; né imperioso
Né pompa io vanto d'infinito flutto<br />
Innalzo il corno, a le città soggette
O di abitati pin; né imperioso<br />
Signoreggiando le torrite fronti;
Innalzo il corno, a le città soggette<br />
Ma verdi colli e biancheggianti ville
Signoreggiando le torrite fronti;<br />
E lieti colti in mio cammin saluto
Ma verdi colli e biancheggianti ville<br />
E tenaci boscaglie, a cui commisi
E lieti colti in mio cammin saluto<br />
Contro i villani d'Aquilone insulti
E tenaci boscaglie, a cui commisi<br />
Servar la pace del mio picciol regno
Contro i villani d'Aquilone insulti<br />
e con Febo alternar l'ombre salubri.
Servar la pace del mio picciol regno<br />
Né al piangente colono è mio diletto
e con Febo alternar l'ombre salubri.<br />
Rapir l'ostello e i lavorati campi,
Né al piangente colono è mio diletto<br />
Ad arricchir l'opposta avida sponda,
Rapir l'ostello e i lavorati campi,<br />
Novo censo al vicin; né udir le preci
Ad arricchir l'opposta avida sponda,<br />
Inesaudite e gl'imprecanti voti
Novo censo al vicin; né udir le preci<br />
De le madri, che seguono da lunge
Inesaudite e gl'imprecanti voti<br />
Con l'umid'occhio e con le strida il caro
De le madri, che seguono da lunge<br />
Pan destinato a la fame de' figli,
Con l'umid'occhio e con le strida il caro<br />
E la sacra dimora e il dolce letto.
Pan destinato a la fame de' figli,<br />
Sol talor godo con l'innocua mano
E la sacra dimora e il dolce letto.<br />
Piegar l'erbe cedenti, e da le rive
Sol talor godo con l'innocua mano<br />
Sveller fioretti, per ornarmi il seno
Piegar l'erbe cedenti, e da le rive<br />
E le treccie stillanti. Né gelosa
Sveller fioretti, per ornarmi il seno<br />
Tolgo a gli occhi profani il mio soggiorno,
E le treccie stillanti. Né gelosa<br />
Ma dai tersi cristalli altrui rivelo
Tolgo a gli occhi profani il mio soggiorno,<br />
La monda arena; anzi sovente, scesi
Ma dai tersi cristalli altrui rivelo<br />
Dai monti Orobj, i Satiri securi
La monda arena; anzi sovente, scesi<br />
Tempran nel fresco mio la siria fiamma,
Dai monti Orobj, i Satiri securi<br />
Col pie' caprigno intorbidando l'onda.
Tempran nel fresco mio la siria fiamma,<br />
Forse, al par d'Aretusa e d'Acheloo,
Col pie' caprigno intorbidando l'onda.<br />
Natal divin non vanto e sede arcana,
Forse, al par d'Aretusa e d'Acheloo,<br />
Sacra ai congressi de le Aonie suore;
Natal divin non vanto e sede arcana,<br />
Pur soave ed umil vassi Aganippe
Sacra ai congressi de le Aonie suore;<br />
Su la Libetride erba mormorando.
Pur soave ed umil vassi Aganippe<br />
Ben so che d'altro vanto aver corona
Su la Libetride erba mormorando.<br />
Pretende il Re de' fiumi, e presso al Mincio,
Ben so che d'altro vanto aver corona<br />
Del primo onor geloso, ancor s'ascolta
Pretende il Re de' fiumi, e presso al Mincio,<br />
Fremer l'onda sdegnosa arme ed amori;
Del primo onor geloso, ancor s'ascolta<br />
E so ch'egli n'andò poi de la molle
Fremer l'onda sdegnosa arme ed amori;<br />
Guarinia corda, or de la tua superbo;
E so ch'egli n'andò poi de la molle<br />
Ma non vedi con l'irta alga natia
Guarinia corda, or de la tua superbo;<br />
Splendermi il lauro in su la fronte? Salve,
Ma non vedi con l'irta alga natia<br />
Vocal colle Eupilino: a te mai sempre
Splendermi il lauro in su la fronte? Salve,<br />
Sul pian felice e sul sacrato clivo
Vocal colle Eupilino: a te mai sempre<br />
Rida Bacco vermiglio e Cerer bionda;
Sul pian felice e sul sacrato clivo<br />
Salve onor di mia riva: a te sovente
Rida Bacco vermiglio e Cerer bionda;<br />
Scendean Febo e le Muse Eliconiadi,
Salve onor di mia riva: a te sovente<br />
Scordato il rezzo de l'Ascrea fontana.
Scendean Febo e le Muse Eliconiadi,<br />
Quivi sovente il buon Cantor vid'io
Scordato il rezzo de l'Ascrea fontana.<br />
Venir trattando con la man secura
Quivi sovente il buon Cantor vid'io<br />
Il plettro di Venosa e il suo flagello;
Venir trattando con la man secura<br />
O traendo l'inerte fianco a stento,
Il plettro di Venosa e il suo flagello;<br />
Invocar la salute e la ritrosa
O traendo l'inerte fianco a stento,<br />
Erato bella, che di lui temea
Invocar la salute e la ritrosa<br />
L'irato ciglio e il satiresco ghigno;
Erato bella, che di lui temea<br />
Seguialo alfine, e su le tempia antiche
L'irato ciglio e il satiresco ghigno;<br />
Fea di sua mano rinverdire il mirto.
Seguialo alfine, e su le tempia antiche<br />
Qui spesso udillo rammentar piangendo,
Fea di sua mano rinverdire il mirto.<br />
Come si fa di cosa amata e tolta,
Qui spesso udillo rammentar piangendo,<br />
Il dolce tempo de la prima etade;
Come si fa di cosa amata e tolta,<br />
O de' potenti maledir l'orgoglio,
Il dolce tempo de la prima etade;<br />
Come il Genio natio movealo al canto,
O de' potenti maledir l'orgoglio,<br />
E l'indomata gioventù de l'alma.
Come il Genio natio movealo al canto,<br />
Or tace il plettro arguto, e ne' miei boschi
E l'indomata gioventù de l'alma.<br />
È silenzio ed orror; Te dunque invito,
Or tace il plettro arguto, e ne' miei boschi<br />
Canoro spirto, a risvegliarmi intorno
È silenzio ed orror; Te dunque invito,<br />
Novo romor Cirreo. A te concesse
Canoro spirto, a risvegliarmi intorno<br />
Euterpe il cinto, ove gli eletti sensi
Novo romor Cirreo. A te concesse<br />
E le immagini e l'estro e il furor sacro
Euterpe il cinto, ove gli eletti sensi<br />
E l'estasi soave e l'auree voci
E le immagini e l'estro e il furor sacro<br />
Già di sua man rinchiuse. A te venturo
E l'estasi soave e l'auree voci<br />
Fiorisce il dorso Brianteo; le poma
Già di sua man rinchiuse. A te venturo<br />
Mostra Vertunno, e con la man ti chiama.
Fiorisce il dorso Brianteo; le poma<br />
Ed io, più ch'altri di tuo canto vaga,
Mostra Vertunno, e con la man ti chiama.<br />
Già m'apparecchio a salutar da lunge
Ed io, più ch'altri di tuo canto vaga,<br />
L'alto Eridano tuo, che al novo suono
Già m'apparecchio a salutar da lunge<br />
Trarrà maravigliando il capo algoso,
L'alto Eridano tuo, che al novo suono<br />
E fra gl'invidi plausi de le Ninfe,
Trarrà maravigliando il capo algoso,<br />
E fra gl'invidi plausi de le Ninfe,<br />
Bella d'un inno tuo, corrergli in seno.
Bella d'un inno tuo, corrergli in seno.
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Versione delle 11:54, 2 lug 2006

Adda
Idillio a Vincenzo Monti
15 settembre 1803

 
Diva di fonte umil, non d'altro ricca
Che di pura onda e di minuto gregge,
Te, come piacque al ciel, nato a le grandi
De l'Eridano sponde, a questi ameni
Cheti recessi e a tacit'ombre invito.
Non feroci portenti o scogli immani
Né pompa io vanto d'infinito flutto
O di abitati pin; né imperioso
Innalzo il corno, a le città soggette
Signoreggiando le torrite fronti;
Ma verdi colli e biancheggianti ville
E lieti colti in mio cammin saluto
E tenaci boscaglie, a cui commisi
Contro i villani d'Aquilone insulti
Servar la pace del mio picciol regno
e con Febo alternar l'ombre salubri.
Né al piangente colono è mio diletto
Rapir l'ostello e i lavorati campi,
Ad arricchir l'opposta avida sponda,
Novo censo al vicin; né udir le preci
Inesaudite e gl'imprecanti voti
De le madri, che seguono da lunge
Con l'umid'occhio e con le strida il caro
Pan destinato a la fame de' figli,
E la sacra dimora e il dolce letto.
Sol talor godo con l'innocua mano
Piegar l'erbe cedenti, e da le rive
Sveller fioretti, per ornarmi il seno
E le treccie stillanti. Né gelosa
Tolgo a gli occhi profani il mio soggiorno,
Ma dai tersi cristalli altrui rivelo
La monda arena; anzi sovente, scesi
Dai monti Orobj, i Satiri securi
Tempran nel fresco mio la siria fiamma,
Col pie' caprigno intorbidando l'onda.
Forse, al par d'Aretusa e d'Acheloo,
Natal divin non vanto e sede arcana,
Sacra ai congressi de le Aonie suore;
Pur soave ed umil vassi Aganippe
Su la Libetride erba mormorando.
Ben so che d'altro vanto aver corona
Pretende il Re de' fiumi, e presso al Mincio,
Del primo onor geloso, ancor s'ascolta
Fremer l'onda sdegnosa arme ed amori;
E so ch'egli n'andò poi de la molle
Guarinia corda, or de la tua superbo;
Ma non vedi con l'irta alga natia
Splendermi il lauro in su la fronte? Salve,
Vocal colle Eupilino: a te mai sempre
Sul pian felice e sul sacrato clivo
Rida Bacco vermiglio e Cerer bionda;
Salve onor di mia riva: a te sovente
Scendean Febo e le Muse Eliconiadi,
Scordato il rezzo de l'Ascrea fontana.
Quivi sovente il buon Cantor vid'io
Venir trattando con la man secura
Il plettro di Venosa e il suo flagello;
O traendo l'inerte fianco a stento,
Invocar la salute e la ritrosa
Erato bella, che di lui temea
L'irato ciglio e il satiresco ghigno;
Seguialo alfine, e su le tempia antiche
Fea di sua mano rinverdire il mirto.
Qui spesso udillo rammentar piangendo,
Come si fa di cosa amata e tolta,
Il dolce tempo de la prima etade;
O de' potenti maledir l'orgoglio,
Come il Genio natio movealo al canto,
E l'indomata gioventù de l'alma.
Or tace il plettro arguto, e ne' miei boschi
È silenzio ed orror; Te dunque invito,
Canoro spirto, a risvegliarmi intorno
Novo romor Cirreo. A te concesse
Euterpe il cinto, ove gli eletti sensi
E le immagini e l'estro e il furor sacro
E l'estasi soave e l'auree voci
Già di sua man rinchiuse. A te venturo
Fiorisce il dorso Brianteo; le poma
Mostra Vertunno, e con la man ti chiama.
Ed io, più ch'altri di tuo canto vaga,
Già m'apparecchio a salutar da lunge
L'alto Eridano tuo, che al novo suono
Trarrà maravigliando il capo algoso,
E fra gl'invidi plausi de le Ninfe,
Bella d'un inno tuo, corrergli in seno.

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