Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXLIII: differenze tra le versioni
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|Nome e cognome dell'autore=Gaspara Stampa |
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Versione delle 20:32, 22 set 2009
Questo testo è completo. |
Rime d'amore - CXLIII
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Quando fia mai ch'io vegga un dì pietosi
gli occhi, che per mio mal da prima vidi
in queste rive d'Adria, in questi lidi
dov'Amor mille lacci aveva ascosi?
Quando fia mai che libera dir osi,
dato bando a' miei pianti ed a' miei gridi:
- Or ti conforta, anima cara, or ridi,
or tempo è ben che godi e che riposi? -
Lassa, non so; so ben che ad ora ad ora
ho cercato placar o lui o morte,
e né questa né quello ho mosso ancora.
Tal è, misera, il fin, tal è la sorte
di chi troppo altamente s'innamora:
donne mie, siate a l'invescarvi accorte.
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