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da Caronte. Insomnia, o trasformasse o frantendesse, nell'Eneide aveva la ispirazione o il modello di quest'uffizio del ramo d'oro. E non basta. In Servio il Poeta leggeva: "accostarsi alle sacre cerimonie di Proserpina non poteva se non preso il ramo"; e celebrare i misteri di Proserpina Servio dichiara come "andare agl'inferi". Sapeva dunque il Poeta tutta la virtù simbolica del ramo in relazione a Proserpina. E chi non resta qui colpito dallo strale della verità, quando ripensa che in questo episodio |
da Caronte. Insomnia, o trasformasse o frantendesse, nell'Eneide aveva la ispirazione o il modello di quest'uffizio del ramo d'oro. E non basta. In Servio il Poeta leggeva: "accostarsi alle sacre cerimonie di Proserpina non poteva se non preso il ramo"; e celebrare i misteri di Proserpina Servio dichiara come "andare agl'inferi". Sapeva dunque il Poeta tutta la virtù simbolica del ramo in relazione a Proserpina. E chi non resta qui colpito dallo strale della verità, quando ripensa che in questo episodio |
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e mentovata "la regina dell' eterno pianto", e poco dopo "la donna che qui regge?"<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto IX#45|Inf. IX 44}}, {{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto X#81|X 80}}.</ref> O non è qui Proserpina richiamata dalla "verghetta", dal ramo? Il qual ramo, infine, è detto da Servio simbolo di ciò "che si devono seguire le virtù"<ref>Serv. ''ad Aen''. VI 136. Ed è a foggia d'ypsilon e di bivio: di che riparlerò. Cfr. pag. 3 n.1</ref>. Che più? |
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e mentovata "la regina dell' eterno pianto", e poco dopo "la donna che qui regge?" (i) O non e qui |
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Proserpina richiamata dalla " verghetta , dal ramo? |
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11 qual ramo, infine, e detto da Servio simbolo di |
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ci6 " che si devono seguire le virtu . (2) Che piu? |
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Dante forse interpretava, prima di figgere la verga, |
Dante forse interpretava, prima di figgere la verga, |
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o forse, come egli ancora interpretava, prima di battere con essa alla porta, "sparge il corpo d'acqua recente". E Dante leggeva in Servio: "''Recenti; semper fluenti, dixit hoc propter paludem Stygiam''". Leggeva, o non aveva bisogno di leggere: "''spargit aqua; pur gat se nam impiatus (al.inquinatus) fuerat aspectu Tartari''". |
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o forse, come egli ancora interpretava, prima di bat- |
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tere con essa alia porta, " sparge il corpo d'acqua |
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Dante si spiegava un po' grossamente quel lavacro lustrale: come se Enea fosse tinto dall'aria tinta, dall'aer grasso. E così fa che il suo Messo senta quella noia. Or come non è Enea che la ri- |
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recente . E Dante leggeva in Servio: " Recenti ; |
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semper fluenti, dixit hoc propter paludem Stygiam . |
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Leggeva, o non aveva bisogno di leggere: " spargit |
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aqua; pur gat se nam impiatus (al. inquinatus) fuerat |
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aspectu Tartar i . |
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Dante si spiegava un po' grossamente quel la- |
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vacro lustrale: come se Enea fosse tinto dall'aria |
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tinta, dall'aer grasso. E cosl fa che il suo Messo |
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senta quella noia. Or come non e Enea che la ri- |
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(i) Inf. IX 44, X 80. - (2) Serv. ad Aen. VI 136. Ed 6 a |
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foggia d'ypsilon e di bivio: di che riparler6. Cfr. pag. 3 n. i. |
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da Caronte. Insomnia, o trasformasse o frantendesse, nell'Eneide aveva la ispirazione o il modello di quest'uffizio del ramo d'oro. E non basta. In Servio il Poeta leggeva: "accostarsi alle sacre cerimonie di Proserpina non poteva se non preso il ramo"; e celebrare i misteri di Proserpina Servio dichiara come "andare agl'inferi". Sapeva dunque il Poeta tutta la virtù simbolica del ramo in relazione a Proserpina. E chi non resta qui colpito dallo strale della verità, quando ripensa che in questo episodio e mentovata "la regina dell' eterno pianto", e poco dopo "la donna che qui regge?"1 O non è qui Proserpina richiamata dalla "verghetta", dal ramo? Il qual ramo, infine, è detto da Servio simbolo di ciò "che si devono seguire le virtù"2. Che più? E anche un'altra particolarità ha il Messo che ha anche l'Enea di Virgilio. II Messo è noiato "dall'aer grasso", traversando lo Stige. Enea, entrando, come Dante forse interpretava, prima di figgere la verga, o forse, come egli ancora interpretava, prima di battere con essa alla porta, "sparge il corpo d'acqua recente". E Dante leggeva in Servio: "Recenti; semper fluenti, dixit hoc propter paludem Stygiam". Leggeva, o non aveva bisogno di leggere: "spargit aqua; pur gat se nam impiatus (al.inquinatus) fuerat aspectu Tartari".
Dante si spiegava un po' grossamente quel lavacro lustrale: come se Enea fosse tinto dall'aria tinta, dall'aer grasso. E così fa che il suo Messo senta quella noia. Or come non è Enea che la ri-
- ↑ Inf. IX 44, X 80.
- ↑ Serv. ad Aen. VI 136. Ed è a foggia d'ypsilon e di bivio: di che riparlerò. Cfr. pag. 3 n.1